Carmelo Pluchino. Rilievi pittorici
										 
										
										
																		
																																												Carmelo Pluchino. Rilievi pittorici, Spazio Silos, Mirano (VE)
											
										
										
									Dal 15 November 2014 al 29 November 2014
Mirano | Venezia
Luogo: Spazio Silos
Indirizzo: via Accoppè Fratte 11
Orari: da lunedì a venerdì 10-12.30 / 15.30-18.30 o su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 041 415200 / 041 8226478
E-Mail info: info@spaziosilos.com
Sito ufficiale: http://www.spaziosilos.com
								
								Le nuove ricerche espressive di Carmelo Pluchino in mostra a Mirano da sabato 15 a sabato 29 novembre 2014 presso lo Spazio Silos. «Rilievi pittorici» è il titolo della mostra personale dell’artista veneziano, che propone un importante gruppo di circa 20 opere figurative in cui Pluchino sperimenta e plasma materie e materiali, spesso di derivazione industriale, ricorrendo a repertori di genere diverso, dall’imagerie di massa alle categorie estetiche dell’«antigrazioso», dal lessico elementare dell’art brut a quello più immediato e diretto del «materismo» convulsamente magmatico, facendone proprie le pulsioni e le proiezioni immaginative per poi tradurle in una sorta di espressionismo visionario.
L’inaugurazione di «Rilievi pittorici», 30esima mostra di Pluchino, si terrà sabato 15 novembre alle ore 18.30presso lo Spazio Silos, ideato e progettato da Enzo Berti, vincitore del Compasso d'Oro 2014 (premio internazionale ADI – Associazione per il Disegno Industriale).
Pluchino si serve di un materiale artificiale, il poliuretano, che ricicla o ne utilizza i formati in commercio ritagliandovi le parti che gli serviranno per modellare le soffici forme plastiche su cui interviene con colori primari e vernici industriali a spray o con larghi pennelli, rivestendo quelle forme di un acceso cromatismo, ancorché il suo intento non sia poi quello di simulare l’oggettività delle cose, alla maniera di Paolo Gilardi o di Pino Pascali, antesignani nell’uso della gommapiuma.
Scrive il critico d’arte Toni Toniato:
La dizione odierna di Pluchino mescola in una combinazione arrischiata elementi e modi diversi in un amalgama ricco e fecondo entro cui accenti e gamme espressionistiche provenienti dal movimento Cobra si fondono con cadenze proprie della “pittura d’azione”, tramiti ed imprestati linguistici sussunti e catapultati addirittura nell’iconosfera pop e nelle sue stilizzate versioni fumettistiche. Ma tali ibridazioni si rivelano propizie alla spavalda fantasia dell’artista il quale se ne avvale per declinare una serie di potenti rappresentazioni, ostentando gigantesche “figure”, come nell’esempio dei due Tori squartati, inseriti su di una superficie analogamente sagomata – inevitabile il riferimento allo straordinario modello di Rembrandt – oppure alle clamorose immagini del Colombo, del Cuore e del Piatto di spaghetti.
Carmelo Pluchino inizia la sua formazione artistica come autodidatta frequentando i circoli artistici dell’ambiente veneziano e gli esponenti del FRONTE NUOVO DELLE ARTI e dello SPAZIALISMO. Entra così nel cenacolo culturale formatosi attorno alla personalità di Virgilio Guidi, dove ha modo di rinsaldare i suoi rapporti con Emilio Vedova e con gli artisti della Galleria Il Traghetto, fondata da Gianni De Marco. Grazie all’interessamento di Gianni De Marco, l’artista inizia a esporre i suoi lavori in varie mostre assieme alle figure emergenti di quegli anni. Nel frattempo si trasferisce a Venezia e, sempre sostenuto da De Marco, espone fra gli anni Settanta ed Ottanta in diverse città italiane, entrando in contatto tramite la Galleria Il Cavallino con alcuni esponenti del gruppo COBRA. Negli anni a venire continuerà in maniera sempre più intensa la sua attività espositiva con diverse gallerie, manifestando esperienze legate alla Pop Art ed al gestualismo informale, nonché all’arte africana per la sua raffigurazione tribale.
							
							L’inaugurazione di «Rilievi pittorici», 30esima mostra di Pluchino, si terrà sabato 15 novembre alle ore 18.30presso lo Spazio Silos, ideato e progettato da Enzo Berti, vincitore del Compasso d'Oro 2014 (premio internazionale ADI – Associazione per il Disegno Industriale).
Pluchino si serve di un materiale artificiale, il poliuretano, che ricicla o ne utilizza i formati in commercio ritagliandovi le parti che gli serviranno per modellare le soffici forme plastiche su cui interviene con colori primari e vernici industriali a spray o con larghi pennelli, rivestendo quelle forme di un acceso cromatismo, ancorché il suo intento non sia poi quello di simulare l’oggettività delle cose, alla maniera di Paolo Gilardi o di Pino Pascali, antesignani nell’uso della gommapiuma.
Scrive il critico d’arte Toni Toniato:
La dizione odierna di Pluchino mescola in una combinazione arrischiata elementi e modi diversi in un amalgama ricco e fecondo entro cui accenti e gamme espressionistiche provenienti dal movimento Cobra si fondono con cadenze proprie della “pittura d’azione”, tramiti ed imprestati linguistici sussunti e catapultati addirittura nell’iconosfera pop e nelle sue stilizzate versioni fumettistiche. Ma tali ibridazioni si rivelano propizie alla spavalda fantasia dell’artista il quale se ne avvale per declinare una serie di potenti rappresentazioni, ostentando gigantesche “figure”, come nell’esempio dei due Tori squartati, inseriti su di una superficie analogamente sagomata – inevitabile il riferimento allo straordinario modello di Rembrandt – oppure alle clamorose immagini del Colombo, del Cuore e del Piatto di spaghetti.
Carmelo Pluchino inizia la sua formazione artistica come autodidatta frequentando i circoli artistici dell’ambiente veneziano e gli esponenti del FRONTE NUOVO DELLE ARTI e dello SPAZIALISMO. Entra così nel cenacolo culturale formatosi attorno alla personalità di Virgilio Guidi, dove ha modo di rinsaldare i suoi rapporti con Emilio Vedova e con gli artisti della Galleria Il Traghetto, fondata da Gianni De Marco. Grazie all’interessamento di Gianni De Marco, l’artista inizia a esporre i suoi lavori in varie mostre assieme alle figure emergenti di quegli anni. Nel frattempo si trasferisce a Venezia e, sempre sostenuto da De Marco, espone fra gli anni Settanta ed Ottanta in diverse città italiane, entrando in contatto tramite la Galleria Il Cavallino con alcuni esponenti del gruppo COBRA. Negli anni a venire continuerà in maniera sempre più intensa la sua attività espositiva con diverse gallerie, manifestando esperienze legate alla Pop Art ed al gestualismo informale, nonché all’arte africana per la sua raffigurazione tribale.
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