Ricomposto il puzzle del Soffitto Corner: l’ultimo tassello visibile per la prima volta a Casa Vasari
Il ritorno della “Speranza”: in mostra ad Arezzo la tavola dispersa di Vasari

Giorgio Vasari, La Speranza, Particolare, 1542, Olio su tavola, 178.4 x 79.4 cm, Già Palazzo Corner Spinelli, Venezia | Courtesy of Archivio fotografico GAve su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia
Francesca Grego
11/06/2018
Arezzo - La Speranza è l’ultima a morire ma, talvolta, riacquistarla può risultare molto laborioso. Torna finalmente in Italia e alla fruizione del pubblico il pannello mancante del soffitto che Giorgio Vasari dipinse per Palazzo Corner, a Venezia, nel 1542: un ciclo allegorico grandioso rimasto disperso per lungo tempo, che testimonia l’apertura della Serenissima alla maniera tosco-romana nonché l’ambizione del suo autore, deciso a stupire e conquistare la città.
Fresca di restauro, l’Allegoria della Speranza si mostra per la prima volta ai visitatori nel Museo di Casa Vasari di Arezzo in un’esposizione dedicata, dopo la campagna di fundraising promossa nel 2016 dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e il recente acquisto statale da una collezione privata inglese, con il contributo delle fondazioni Venetian Heritage e Venice in Peril Fund.
Il dipinto, originariamente inserito nel lussuoso soffitto a cassettoni del palazzo di Giovanni Corner sul Canal Grande, è qui presentato insieme alla tavola del Suicidio di Giuda, sempre del Vasari, dal 1980 nelle collezioni della casa museo aretina: un’opera dall’iconografia per nulla convenzionale, di cui solo dopo attenti studi è stata riconosciuta l’appartenenza al ciclo Corner e all’Allegoria della Speranza. Accostando le due figure, la Speranza spicca infatti nel contrasto con il suo opposto, la disperazione dopo l’errore fatidico che non consente ritorno.
Al termine della mostra toscana entrambe le tavole faranno ritorno a Venezia, dove il soffitto vasariano sarà finalmente visibile nella sua interezza presso le Gallerie dell’Accademia. Nei prossimi tre mesi, invece, i pannelli si nutriranno di un affascinante gioco di rimandi con i decori dell’abitazione del Vasari, soffitti in primis, realizzati a soli sei anni dal ritorno dell’artista dalla Serenissima. Spazio, inoltre, alle travagliate vicende del ciclo Corner, ricostruite attraverso video e supporti didattici.
Composto da cinque dipinti maggiori raffiguranti la Carità, la Fede, la Giustizia, la Pazienza, la Speranza, e quattro minori con putti, il Soffitto Corner-Spinelli inaugura il successo della pittura allegorica a Venezia, che avrà la sua definitiva consacrazione nelle decorazioni tardo cinquecentesche di Palazzo Ducale.
Per Vasari il lavoro presenta importanti elementi di novità. Giunto a Venezia da appena un anno su invito di Pietro Aretino e del banchiere Francesco Lioni, decide di impressionare il futuro doge Giovanni Corner con un’opera decisamente preziosa – una profusione d’oro e di blu ultramarino – che rappresenti le virtù del padrone di casa, con la Carità al centro e in dimensioni superiori. Per le figure, proiettate sul cielo luminoso, immagina scorci arditi e posture complesse che destano grande effetto sugli artisti locali, come la ricchezza e la precisione dei dettagli.
Ma la composizione è destinata a essere smembrata già nel XVIII secolo, con l’estinzione dei Corner di San Polo: solo quattro tavole – la Giustizia, la Pazienza e due Putti con tabelle - restano in Italia, in un nucleo che rimane unito attraverso diversi passaggi di proprietà. È da qui che partirà la “caccia al tesoro” intrapresa dalla Soprintendenza veneziana nel lontano 1987 e che in 40 anni porterà a rintracciare e riacquistare ad uno ad uno i pannelli vasariani, ad esclusione di un Putto con tabella ancora disperso.
A cura di Rossella Cavigli, Giulio Manieri Elia e Rossella Sileno, Giorgio Vasari tra Venezia e Arezzo. La Speranza e altre storie dal Soffitto del Palazzo Corner-Spinelli sarà in programma fino al 9 settembre alla Casa Museo di Giorgio Vasari di Arezzo.
Leggi anche:
• L’Agenda dell’Arte – Al cinema: Le Memorie di Giorgio Vasari
Fresca di restauro, l’Allegoria della Speranza si mostra per la prima volta ai visitatori nel Museo di Casa Vasari di Arezzo in un’esposizione dedicata, dopo la campagna di fundraising promossa nel 2016 dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e il recente acquisto statale da una collezione privata inglese, con il contributo delle fondazioni Venetian Heritage e Venice in Peril Fund.
Il dipinto, originariamente inserito nel lussuoso soffitto a cassettoni del palazzo di Giovanni Corner sul Canal Grande, è qui presentato insieme alla tavola del Suicidio di Giuda, sempre del Vasari, dal 1980 nelle collezioni della casa museo aretina: un’opera dall’iconografia per nulla convenzionale, di cui solo dopo attenti studi è stata riconosciuta l’appartenenza al ciclo Corner e all’Allegoria della Speranza. Accostando le due figure, la Speranza spicca infatti nel contrasto con il suo opposto, la disperazione dopo l’errore fatidico che non consente ritorno.
Al termine della mostra toscana entrambe le tavole faranno ritorno a Venezia, dove il soffitto vasariano sarà finalmente visibile nella sua interezza presso le Gallerie dell’Accademia. Nei prossimi tre mesi, invece, i pannelli si nutriranno di un affascinante gioco di rimandi con i decori dell’abitazione del Vasari, soffitti in primis, realizzati a soli sei anni dal ritorno dell’artista dalla Serenissima. Spazio, inoltre, alle travagliate vicende del ciclo Corner, ricostruite attraverso video e supporti didattici.
Composto da cinque dipinti maggiori raffiguranti la Carità, la Fede, la Giustizia, la Pazienza, la Speranza, e quattro minori con putti, il Soffitto Corner-Spinelli inaugura il successo della pittura allegorica a Venezia, che avrà la sua definitiva consacrazione nelle decorazioni tardo cinquecentesche di Palazzo Ducale.
Per Vasari il lavoro presenta importanti elementi di novità. Giunto a Venezia da appena un anno su invito di Pietro Aretino e del banchiere Francesco Lioni, decide di impressionare il futuro doge Giovanni Corner con un’opera decisamente preziosa – una profusione d’oro e di blu ultramarino – che rappresenti le virtù del padrone di casa, con la Carità al centro e in dimensioni superiori. Per le figure, proiettate sul cielo luminoso, immagina scorci arditi e posture complesse che destano grande effetto sugli artisti locali, come la ricchezza e la precisione dei dettagli.
Ma la composizione è destinata a essere smembrata già nel XVIII secolo, con l’estinzione dei Corner di San Polo: solo quattro tavole – la Giustizia, la Pazienza e due Putti con tabelle - restano in Italia, in un nucleo che rimane unito attraverso diversi passaggi di proprietà. È da qui che partirà la “caccia al tesoro” intrapresa dalla Soprintendenza veneziana nel lontano 1987 e che in 40 anni porterà a rintracciare e riacquistare ad uno ad uno i pannelli vasariani, ad esclusione di un Putto con tabella ancora disperso.
A cura di Rossella Cavigli, Giulio Manieri Elia e Rossella Sileno, Giorgio Vasari tra Venezia e Arezzo. La Speranza e altre storie dal Soffitto del Palazzo Corner-Spinelli sarà in programma fino al 9 settembre alla Casa Museo di Giorgio Vasari di Arezzo.
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