In mostra “Van Eyck e le miniature rivelate”

Piccolo è bello. L’arte della miniatura da Torino a Bruxelles

Frammento di pagina corale con iniziale N istoriata con l'Incontro di Gioacchino e Anna alla Porta Aurea, Maestro del Libro d'Ore di Modena, 1390-1399, cm 17 x 18,5
 

Francesca Grego

24/05/2025

Un autentico tesoro proveniente dalle Fiandre si cela nelle collezioni del Museo Civico d’Arte Antica di Torino: si tratta del celebre codice delle Très Belles Heures de Notre Dame di Jean de Berry, noto anche come Heures de Turin-Milan, impreziosito da miniature di Jan van Eyck. Da oggi, venerdì 23 maggio, fino al prossimo 8 settembre, questo delicatissimo capolavoro tornerà a mostrarsi al pubblico a Palazzo Madama insieme a una selezione di meraviglie dell’arte della miniatura. A cura di Simonetta Castronovo, la mostra Van Eyck e le miniature rivelate è l’atto finale di un progetto di ricerca realizzato negli ultimi quattro anni in collaborazione con l’Università di Torino e l’Università del Piemonte Orientale, grazie al quale 20 codici miniati, 10 incunaboli e 80 fogli e cuttings (miniature ritagliate) datati tra il XIII e il XVI secolo sono stati catalogati, fotografati e sottoposti ad analisi scientifiche. 

Obiettivo del progetto è la valorizzazione di un patrimonio sconosciuto ai più: oltre ad ammirare i frutti di un’arte oggi scomparsa, ma per secoli di grande successo, a Palazzo Madama scopriremo i diversi stili, le peculiarità delle scuole di miniatura fiorite in Europa, le tecniche e i materiali utilizzati dagli artisti e tante curiosità sulla circolazione dei libri tra Medioevo e Rinascimento. Diviso in sei capitoli, il percorso della mostra ricostruisce gli sviluppi dell’arte della miniatura dal Duecento al Cinquecento. 


Très Belles Heures de Notre Dame de Jean de Berry, codice noto anche come Ore di Torino-Milano, “Nascita del Battista” e “Battesimo di Cristo”, Jan Van Eyck, 1420-1424, mm 203 x 283

In esposizione troveremo lo storico Codice delle Catene, che racchiude i primi ordinamenti che regolavano la vita nella Torino trecentesca e i rapporti del Comune con i conti di Savoia, ma anche una rarissima Bibbia del 1280, autentico capolavoro del Medioevo bolognese. 
Al Gotico internazionale e lombardo appartengono i frammenti provenienti da raffinati Libri d’ore e antifonari in uso alla corte dei Visconti, mentre un’intera sezione è dedicata alla miniatura quattrocentesca in Francia e nelle Fiandre: qui il celebre codice di van Eyck dialoga con altre ricercate realizzazioni coeve. Tornando a Torino e nella vicina Savoia, ammiriamo alcune chicche risalenti al Rinascimento, come il cosiddetto Libro di Lettere Astrologiche del 1550, che dietro il nome esoterico rivela un manuale di calligrafia, destinato probabilmente all’educazione del giovane Emanuele Filiberto di Savoia. 

In occasione della mostra, tre conferenze di approfondimento (il 24 maggio, il 4 e il 30 giugno) illustreranno al pubblico le tecniche della miniatura, la tradizione dei libri decorati e le figure dei protagonisti di questa storia, a partire da van Eyck e dall’emiliano Francesco Marmitta. 


Miniatura dal Libro d’Ore con San Luca evangelista, Maestro dell'Échevinage di Rouen, 1503, cm 11,4 x 8,3

Ma non finisce qui. Per la miniatura in Europa è un momento speciale: a Bruxelles ha riaperto oggi il Museo KBR, all’interno della Biblioteca Reale del Belgio, che da oltre 600 anni custodisce un’eccezionale collezione di codici miniati e manoscritti appartenuti ai duchi di Borgogna. Visitare il museo, che conserva anche stampe, dipinti e sculture, significa immergersi nella politica, nella società, nell’economia, nell’arte e nella cultura dei Paesi Bassi al crocevia tra il Medioevo e l’età moderna, in un percorso che ai gioielli della collezione affianca aneddoti curiosi e divertenti. Da non perdere è il racconto del processo di realizzazione dei volumi, dalla rilegatura ai materiali, fino al meticoloso lavoro di copiatura e miniatura, che colloca queste opere al pari dei capolavori realizzati dai pittori fiamminghi della stessa epoca. 

Novità assoluta dell’attuale allestimento è il progetto I Maestri della Polifonia: una selezione unica di manoscritti musicali che testimoniano come anche per i compositori l’epoca dei duchi di Borgogna sia stato un periodo di grandi innovazioni. Mentre Jan Van Eyck impreziosiva le Fiandre con i suoi straordinari dipinti, musicisti come Josquin des Prez, Johannes Ockeghem e Adriaan Willaert rivoluzionavano l’universo uditivo con una polifonia complessa e raffinata. Per averne un’idea l’appuntamento è ad Anversa dal 22 al 31 agosto con il festival Laus Polyphoniae, mentre dal 1° al 10 agosto Bruges ospiterà il MA Festival, con concerti su palcoscenici rinomati e in luoghi insoliti, distribuiti su un itinerario in cinque tappe da percorrere in bicicletta nei dintorni della città.