"School of Waters" è il tema di Mediterranea 19
L'Europa e il Mediterraneo si incontrano a San Marino: al via a maggio la Biennale dei Giovani Artisti

Bora Baboci, Video still, Prayer for Two, 2017
Francesca Grego
08/04/2021
Mondo - Che cos’è un confine? “Un confine è una linea”, risponde con disarmante semplicità la poetessa californiana Quinn Latimer. Linee che attraversano la terra, le acque, la mente. Oltrepassarle, rimescolarle, intrecciarle con rotte di viaggi, di fughe, di incontri è l’obiettivo di Mediterranea 19, la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo che quest’anno fa tappa a San Marino.
Dal 15 maggio al 31 ottobre 2021 oltre 70 talenti under 34 si incontreranno nella piccola repubblica adriatica per smontare a uno a uno i luoghi comuni con cui siamo abituati a pensare la geografia del Mare Nostrum. Già, “nostrum”, ma di chi? Troppo spesso, notano gli ideatori della manifestazione, la prospettiva da cui guardiamo il Mediterraneo è falsata da pregiudizi eurocentrici. A spostare e moltiplicare i punti di vista saranno artisti, curatori e ricercatori culturali in arrivo dall’Italia e dalla Tunisia, dalla Turchia e dalla Giordania, da Malta e dal Montenegro, dal Libano e dalla Spagna, in un’inedita School of Waters - questo il titolo dell’edizione di quest’anno - che mira a ritrovare nelle acque del Mediterraneo attuale quella “piattaforma complessa di forme di vita e processi di conoscenza” all’origine di numerose e diverse civiltà.

Marina Xenofontos, Sunlight Vandalism, 2019, Single channel video
Scrivere sull’acqua è un atto impossibile. “Oceani, mari, calotte polari, ghiacciai, laghi, fiumi, falde acquifere, stagni, neve, pioggia sono fluidi, si sciolgono, si condensano, evaporano e sono in grado di attraversare e apparire in stati diversi”, osservano i curatori della Biennale: di qui l’idea di “ridisegnare la comprensione delle identità statiche e del senso di appartenenza al Mediterraneo, a partire non dalle terre ma dalle sue acque”.
Dopo Barcellona - dove tutto ebbe inizio nel 1985 - e poi Marsiglia, Valencia, Lisbona, Sarajevo, Atene, Durazzo, il centro storico di San Marino si popolerà di opere d’arte di ogni genere: dalla Galleria Nazionale al Monastero di Santa Chiara, sede dell’Università, dalle Cisterne medievali del Pianello alla Prima Torre, originaria fortificazione sulla sommità del Monte Titano, idee nuove e radicali prenderanno forma in una scuola temporanea sfidando i formati consueti. La selezione di Alessandro Castiglioni e Simone Frangi, che dal 2015 dirigono il comitato scientifico della Biennale, e di altri sette curatori internazionali include opere di arti visive, installazioni site specific, film, video e performance.

Madison Bycroft, Anithero, Performance at Palais de Tokyo I Photo by Paul Fogiel
La kermesse inaugurerà con una settimana densa di appuntamenti, tra incontri e screening disponibili anche online, mentre a luglio l’attenzione si sposterà sulle arti performative. “Dopo oltre 50 anni, cioè da quando tra il ’56 e il ’67 si organizzava qui la Biennale internazionale d’arte, il nostro territorio tornerà ad essere al centro della scena culturale”, ha detto Andrea Belluzzi, Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura della Repubblica di San Marino. “Mediterranea 19 mette in rapporto fra loro i due maggiori orizzonti ideali di costruzione del nostro futuro politico: il progetto europeista e la sua evoluzione nel Mar Mediterraneo. E lo fa con il linguaggio universale dell’arte, come se fosse un mare anch’essa: un crocevia di culture, di creatività, di storie e di vita”, prosegue Belluzzi: “Il caso ha voluto che Mediterranea 19 incrociasse l’apertura a San Marino del Centro Studi Internazionali dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Ma il caso è anche destino, e ci dice – dunque – di metterci in gioco dentro questo grande mare che ha originato la civiltà”.

Marco Giordano, Mouth, 2019 I Courtesy Frutta Gallery and the artist
Dal 15 maggio al 31 ottobre 2021 oltre 70 talenti under 34 si incontreranno nella piccola repubblica adriatica per smontare a uno a uno i luoghi comuni con cui siamo abituati a pensare la geografia del Mare Nostrum. Già, “nostrum”, ma di chi? Troppo spesso, notano gli ideatori della manifestazione, la prospettiva da cui guardiamo il Mediterraneo è falsata da pregiudizi eurocentrici. A spostare e moltiplicare i punti di vista saranno artisti, curatori e ricercatori culturali in arrivo dall’Italia e dalla Tunisia, dalla Turchia e dalla Giordania, da Malta e dal Montenegro, dal Libano e dalla Spagna, in un’inedita School of Waters - questo il titolo dell’edizione di quest’anno - che mira a ritrovare nelle acque del Mediterraneo attuale quella “piattaforma complessa di forme di vita e processi di conoscenza” all’origine di numerose e diverse civiltà.

Marina Xenofontos, Sunlight Vandalism, 2019, Single channel video
Scrivere sull’acqua è un atto impossibile. “Oceani, mari, calotte polari, ghiacciai, laghi, fiumi, falde acquifere, stagni, neve, pioggia sono fluidi, si sciolgono, si condensano, evaporano e sono in grado di attraversare e apparire in stati diversi”, osservano i curatori della Biennale: di qui l’idea di “ridisegnare la comprensione delle identità statiche e del senso di appartenenza al Mediterraneo, a partire non dalle terre ma dalle sue acque”.
Dopo Barcellona - dove tutto ebbe inizio nel 1985 - e poi Marsiglia, Valencia, Lisbona, Sarajevo, Atene, Durazzo, il centro storico di San Marino si popolerà di opere d’arte di ogni genere: dalla Galleria Nazionale al Monastero di Santa Chiara, sede dell’Università, dalle Cisterne medievali del Pianello alla Prima Torre, originaria fortificazione sulla sommità del Monte Titano, idee nuove e radicali prenderanno forma in una scuola temporanea sfidando i formati consueti. La selezione di Alessandro Castiglioni e Simone Frangi, che dal 2015 dirigono il comitato scientifico della Biennale, e di altri sette curatori internazionali include opere di arti visive, installazioni site specific, film, video e performance.

Madison Bycroft, Anithero, Performance at Palais de Tokyo I Photo by Paul Fogiel
La kermesse inaugurerà con una settimana densa di appuntamenti, tra incontri e screening disponibili anche online, mentre a luglio l’attenzione si sposterà sulle arti performative. “Dopo oltre 50 anni, cioè da quando tra il ’56 e il ’67 si organizzava qui la Biennale internazionale d’arte, il nostro territorio tornerà ad essere al centro della scena culturale”, ha detto Andrea Belluzzi, Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura della Repubblica di San Marino. “Mediterranea 19 mette in rapporto fra loro i due maggiori orizzonti ideali di costruzione del nostro futuro politico: il progetto europeista e la sua evoluzione nel Mar Mediterraneo. E lo fa con il linguaggio universale dell’arte, come se fosse un mare anch’essa: un crocevia di culture, di creatività, di storie e di vita”, prosegue Belluzzi: “Il caso ha voluto che Mediterranea 19 incrociasse l’apertura a San Marino del Centro Studi Internazionali dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Ma il caso è anche destino, e ci dice – dunque – di metterci in gioco dentro questo grande mare che ha originato la civiltà”.

Marco Giordano, Mouth, 2019 I Courtesy Frutta Gallery and the artist
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