“Francesco. Tracce, parole, immagini”
Il messaggio di San Francesco in mostra alla Camera dei Deputati

Giotto, San Francesco rinuncia alle vesti, Assisi, Basilica Superiore
L.S.
31/01/2014
Roma - Nella cornice della Biblioteca della Camera dei Deputati, e più in particolare nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, trova ospitalità fino al 1 marzo una rara e preziosa serie di bolle papali e codici miniati vergati a mano dai monaci tra il XIII e il XIV secolo. Messaggi per l’intelletto e lo spirito, conservati nel Fondo antico della biblioteca comunale presso il Sacro Convento di San Francesco, giunti a Roma, in una sede istituzionale di tale prestigio, per descrivere il peso storico ma anche politico del poverello d’Assisi. A testimoniare in maniera speciale e suggestiva l’importanza della sua figura, la presenza all’interno del percorso espositivo del frammento del Codice 338 su cui è leggibile la più antica stesura del Cantico delle Creature, testo cruciale nella storia evolutiva della lingua italiana.
"Colpisce la coincidenza dell’inaugurazione della mostra con le difficili ore che il Parlamento sta vivendo" è quanto sottolinea la vice presidente della Camera, Marina Sereni, intervenuta alla presentazione. E il clima di tempesta politica si affaccia anche nelle parole del Custode del Sacro convento d’Assisi, Padre Mauro Gambetti che ricorda come sia “importante che l'impegno politico e istituzionale sia improntato al servizio, all'accoglienza al dialogo, che debbono sempre precedere la dialettica, favorendo la cultura dell’incontro e non dello scontro”.
"Colpisce la coincidenza dell’inaugurazione della mostra con le difficili ore che il Parlamento sta vivendo" è quanto sottolinea la vice presidente della Camera, Marina Sereni, intervenuta alla presentazione. E il clima di tempesta politica si affaccia anche nelle parole del Custode del Sacro convento d’Assisi, Padre Mauro Gambetti che ricorda come sia “importante che l'impegno politico e istituzionale sia improntato al servizio, all'accoglienza al dialogo, che debbono sempre precedere la dialettica, favorendo la cultura dell’incontro e non dello scontro”.
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