A Firenze fino al 14 febbraio
In mostra agli Uffizi due delle opere rubate a Castelvecchio

Giovan Francesco Caroto, Ritratto di giovane con disegno infantile, 1520 circa, olio su tavola, cm 37x29, Verona, Museo di Castelvecchio
Francesca Grego
24/01/2017
Firenze - Sono esposti da oggi nell’Aula Magliabechiana delle Gallerie degli Uffizi due dei dipinti trafugati al Museo di Castelvecchio di Verona nel novembre 2015 e rimpatriati dall’Ucraina nel dicembre scorso. Si tratta della Sacra Famiglia con una Santa di Andrea Mantegna e del Ritratto di giovane con disegno infantile di Giovanni Francesco Caroto.
Due pregevoli realizzazioni del Rinascimento italiano, che vanno a inserirsi a pieno titolo nell’esposizione La Tutela Tricolore. I custodi dell’identità culturale, storia avventurosa di importanti opere d’arte che dal secondo conflitto mondiale ai nostri giorni sono state coinvolte in vicende di guerra, attacchi mafiosi o terroristici, incidenti, furti ed esportazioni illecite.
All’Adorazione dei pastori di Dono Doni, restaurata immediatamente dopo i danni del terremoto dell’ottobre scorso, e al ricco patrimonio di reperti archeologici, dipinti e oggetti preziosi restituiti in extremis alle comunità, si aggiungono dunque l’intensa tela della maturità del Mantegna, che al potente effetto scultoreo accompagna una vena di assorta malinconia, e l’olio su tavola del cinquecentesco maestro della luce Caroto, un unicum nella storia dell’arte, che per la prima volta rappresenta la quotidianità dell’infanzia al di fuori di miti e idealizzazioni.
Due pregevoli realizzazioni del Rinascimento italiano, che vanno a inserirsi a pieno titolo nell’esposizione La Tutela Tricolore. I custodi dell’identità culturale, storia avventurosa di importanti opere d’arte che dal secondo conflitto mondiale ai nostri giorni sono state coinvolte in vicende di guerra, attacchi mafiosi o terroristici, incidenti, furti ed esportazioni illecite.
All’Adorazione dei pastori di Dono Doni, restaurata immediatamente dopo i danni del terremoto dell’ottobre scorso, e al ricco patrimonio di reperti archeologici, dipinti e oggetti preziosi restituiti in extremis alle comunità, si aggiungono dunque l’intensa tela della maturità del Mantegna, che al potente effetto scultoreo accompagna una vena di assorta malinconia, e l’olio su tavola del cinquecentesco maestro della luce Caroto, un unicum nella storia dell’arte, che per la prima volta rappresenta la quotidianità dell’infanzia al di fuori di miti e idealizzazioni.
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