Figlio di un calzolaio, verosimilmente dovette il soprannome alla bassa statura. Si formò a Bologna nella bottega di Denijs Calvaert, al fianco di Guido Reni e Francesco Albani per poi passare all’Accademia degli incamminati con Agostino e Ludovico Carracci. Divenne uno dei massimi rappresentanti del classicismo seicentesco. Nel 1601 giunse a Roma, dove studiò le opere di Raffaello ma anche le novità di Annibale Carracci. Le prime committenze romane lo videro impegnato nella chiesa di Sant’Onofrio e soprattutto nella Galleria di Palazzo Farnese, dove realizzò la Fanciulla con l’unicorno sopra la porta d’ingresso (1604-05). Seguirono la Flagellazione di sant’Andrea per l’oratorio di San Gregorio al Celio dedicato al santo e gli affreschi per Palazzo Mattei e per l’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata. I suoi massimi capolavori risalgono al secondo decennio del secolo con le Storie di Santa Cecilia per la cappella Polet in San Luigi dei Francesi, la Sibilla (Musei Capitolini) e, soprattutto, la splendida Caccia di Diana (Galleria Borghese), commissionata da Pietro Aldobrandini, ma che Scipione Borghese ottenne con la forza imprigionando il pittore.
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