Claudio Cintoli. Immaginazione senza limiti. 1962 - 1972

Claudio Cintoli, Flamingos, 1966-67
Dal 26 Aprile 2021 al 25 Luglio 2021
Jesi | Ancona
Luogo: Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi
Indirizzo: Piazza Angelo Colocci 4
Orari: tutti i giorni 9:30-13:00 / 15:30-19:30. Chiuso 1 maggio
Curatori: Daniela Ferraria e Ludovico Pratesi
Costo del biglietto: ingresso gratuito. Si consiglia di prenotare
Telefono per informazioni: +39 0731 207523
E-Mail info: info@fondazionecrj.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionecrj.it
La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi presenta la mostra personale dell’artista marchigiano Claudio Cintoli (1935-1978) curata da Daniela Ferraria e Ludovico Pratesi.
La mostra analizza in maniera specifica la produzione pittorica dell’artista, ed in particolare alcuni dipinti inediti o poco noti come Speed Echipse (1966), La voce dell’erba (1966) o Flamingos (1966-67) provenienti da collezioni private.
Si tratta di opere di grandi dimensioni con soggetti tratti dalla pubblicità ed eseguiti in uno stile vicino alla Pop Art, che ritroviamo anche nei 13 collage dei primi anni Sessanta esposti in mostra a Jesi, ai quali la critica non ha ancora dato il peso che meritano.
Questa sezione si propone di mettere a fuoco le tematiche e le modalità compositive elaborate da Claudio Cintoli tra Roma e New York, dove risiede tra il 1966 e il ‘68 e reagisce agli stimoli visivi che la città gli propone. Un focus fondamentale per considerare il talento pittorico di Cintoli, perfettamente in linea con il clima italiano ed internazionale del tempo.
Il successivo periodo “poverista” dell’artista è rappresentato invece da alcune sculture che caratterizzano la sua ricerca tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, come Nodo (1969), Chiodo fisso (1969), legate ad una serie di azioni performative eseguite alla galleria L’Attico nel corso del 1969 come Annodare, Chiodo Fisso e Colare colore.
La mostra si conclude con il video Crisalide, che documenta l’azione svoltasi nella sede degli Incontri Internazionali d’Arte a Roma nel 1972: una performance drammatica e incisiva, che introduce l’ultimo periodo di attività dell’artista, scomparso sei anni dopo.
Attraverso il confronto tra i tre linguaggi espressivi propri dell’artista - pittura, scultura e performance - la mostra intende ampliare la conoscenza dell’opera di Cintoli nella sua terra d’origine (era nato ad Imola ma la famiglia era originaria di Recanati) dopo un decennio dall’antologica di Claudio Cintoli Incidenti Onirici al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro.
In questa nuova occasione espositiva, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, i curatori si concentrano sugli snodi fondamentali della ricerca di Cintoli, un artista che non ha ancora avuto il giusto riconoscimento che gli è dovuto.
La mostra è corredata da un catalogo, pubblicato da Silvana editoriale, con le riproduzioni delle opere e i saggi dei curatori.
La mostra analizza in maniera specifica la produzione pittorica dell’artista, ed in particolare alcuni dipinti inediti o poco noti come Speed Echipse (1966), La voce dell’erba (1966) o Flamingos (1966-67) provenienti da collezioni private.
Si tratta di opere di grandi dimensioni con soggetti tratti dalla pubblicità ed eseguiti in uno stile vicino alla Pop Art, che ritroviamo anche nei 13 collage dei primi anni Sessanta esposti in mostra a Jesi, ai quali la critica non ha ancora dato il peso che meritano.
Questa sezione si propone di mettere a fuoco le tematiche e le modalità compositive elaborate da Claudio Cintoli tra Roma e New York, dove risiede tra il 1966 e il ‘68 e reagisce agli stimoli visivi che la città gli propone. Un focus fondamentale per considerare il talento pittorico di Cintoli, perfettamente in linea con il clima italiano ed internazionale del tempo.
Il successivo periodo “poverista” dell’artista è rappresentato invece da alcune sculture che caratterizzano la sua ricerca tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, come Nodo (1969), Chiodo fisso (1969), legate ad una serie di azioni performative eseguite alla galleria L’Attico nel corso del 1969 come Annodare, Chiodo Fisso e Colare colore.
La mostra si conclude con il video Crisalide, che documenta l’azione svoltasi nella sede degli Incontri Internazionali d’Arte a Roma nel 1972: una performance drammatica e incisiva, che introduce l’ultimo periodo di attività dell’artista, scomparso sei anni dopo.
Attraverso il confronto tra i tre linguaggi espressivi propri dell’artista - pittura, scultura e performance - la mostra intende ampliare la conoscenza dell’opera di Cintoli nella sua terra d’origine (era nato ad Imola ma la famiglia era originaria di Recanati) dopo un decennio dall’antologica di Claudio Cintoli Incidenti Onirici al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro.
In questa nuova occasione espositiva, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, i curatori si concentrano sugli snodi fondamentali della ricerca di Cintoli, un artista che non ha ancora avuto il giusto riconoscimento che gli è dovuto.
La mostra è corredata da un catalogo, pubblicato da Silvana editoriale, con le riproduzioni delle opere e i saggi dei curatori.
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