Tina Modotti. La Genesi di uno Sguardo Moderno
Dal 11 Novembre 2022 al 12 Marzo 2023
Aosta
Luogo: Centro Saint Bénin
Indirizzo: Via B. Festaz 27
Orari: martedì – domenica 10-13 / 14-18. Lunedì chiuso
Curatori: Dominique Lora
Enti promotori:
- Assessorato Beni culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta
Costo del biglietto: Intero 6 euro, Ridotto 4 euro. Ingresso gratuito da 0 a 25
Telefono per informazioni: +39 0165.275937
E-Mail info: u-mostre@regione.vda.it
Dal 12 novembre 2022 al 12 marzo 2023 il Centro Saint Bénin di Aosta rende omaggio a una tra le più importanti fotografe dell’inizio del XX secolo con la mostra “Tina Modotti: La Genesi di uno Sguardo Moderno”.
La mostra promossa dall’Assessorato Beni culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta, è a cura di Dominique Lora, in collaborazione con Daria Jorioz, dirigente della Struttura Attività espositive e promozione identità culturale della Valle d’Aosta.
Attraverso oltre 100 scatti originali della fotografa provenienti dalla collezione dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia e dalla Fototeca Nazionale di Città del Messico, la mostra vuole analizzare il contributo che la Modotti ha dato nello sviluppo della fotografia in Messico.
Avventurosa, nomade e a tratti misteriosa, la vita di Tina Modotti è stata galvanizzata da passioni turbolente che hanno influenzato la sua esistenza e la sua creatività - forte e sensibile – dando vita al suo sofisticato talento e alla sua pionieristica tecnica fotografica. Donna moderna e artista visionaria ante tempore, durante la prima metà del secolo scorso la Modotti fa parte integrante degli esperimenti artistici e poetici che caratterizzarono le prime avanguardie del novecento.
Sebbene negli ultimi anni la sua opera abbia attirato l'attenzione di scrittori, registi, artisti e curatori, il tema e l'oggetto della maggior parte delle mostre, approfondimenti e varie pubblicazioni ad essa dedicate, si sono generalmente concentrati sulle sue avventure romantiche o sui rapporti con altre famose personalità della scena politica o artistica della prima metà del ventesimo secolo, inclusi Julio Antonio Mella, Edward Weston, Frida Kahlo o Diego Rivera.
Quindi la questione della sua influenza tangibile, decisiva e duratura sullo sviluppo dell'arte fotografica in Messico e all'estero, rimane oggi trascurata dall'opinione pubblica internazionale.
Il talento riconosciuto della Modotti consiste nell’osservare e immortalare le condizioni e le emozioni delle classi lavoratrici e della rivoluzione socialista, raccontando uomini, donne e territori. Ma soprattutto traccia e sviluppa una nuova sensibilità artistica, basata sulla moderna tecnica fotografica, generalmente riservata ad un universo prettamente maschile. Insieme a Imogene Cunnigham, Lola Alvarez Bravo, Margaret Bourke White, Frida Kahlo e Giorgia O'Keefe, per citarne alcune, la Modotti si distingue come una donna appassionata e indipendente, un’artista d'avanguardia, coraggiosa ed esemplare per il suo tempo e le generazioni a venire.
L'opera originale di Tina (rivalutata solo a partire degli anni '70) si trova principalmente negli Stati Uniti, dove per troppi anni è rimasta dimenticata negli archivi di vari istituti sparsi per il paese, soprattutto in seguito alla censura imposta dal movimento maccartista. Oggi, sebbene il talento dell'artista sia stato riconosciuto a livello internazionale, la sua audace biografia continua a influenzare, se non ad oscurare, la percezione del suo lavoro straordinario, creando un filtro per una comprensione puramente artistica. E se la sua complessa avventura umana continua ad ispirare romanzi, fumetti, documentari e mostre basati sul mito, o almeno sul romanzo che fu la sua esistenza, pochi finora si sono concentrati sui suoi esperimenti e sulla sua eredità artistica
che dimostrano l'influenza fondamentale che le sue fotografie hanno (e continuano a) esercitato sulla formazione di diverse generazioni di fotografi - soprattutto donne - in Messico e nel mondo.
La sua libertà di rappresentare il reale, sensuale, ruvida, chiara e vivida, che prende le distanze dall'universo astratto di altri maestri suoi contemporanei quali Weston, Stieglitz, Adams o Steichen, l'ha infatti portata verso una forma istintiva e originale di umanità e di comprensione nei confronti del mondo che la circondava e che, di fronte al suo obiettivo, si rivelava nella sua essenza, libera da metafore anche quando rappresentava un semplice fiore.
Inaugurazione: Venerdì 11 novembre ore 18
La mostra promossa dall’Assessorato Beni culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta, è a cura di Dominique Lora, in collaborazione con Daria Jorioz, dirigente della Struttura Attività espositive e promozione identità culturale della Valle d’Aosta.
Attraverso oltre 100 scatti originali della fotografa provenienti dalla collezione dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia e dalla Fototeca Nazionale di Città del Messico, la mostra vuole analizzare il contributo che la Modotti ha dato nello sviluppo della fotografia in Messico.
Avventurosa, nomade e a tratti misteriosa, la vita di Tina Modotti è stata galvanizzata da passioni turbolente che hanno influenzato la sua esistenza e la sua creatività - forte e sensibile – dando vita al suo sofisticato talento e alla sua pionieristica tecnica fotografica. Donna moderna e artista visionaria ante tempore, durante la prima metà del secolo scorso la Modotti fa parte integrante degli esperimenti artistici e poetici che caratterizzarono le prime avanguardie del novecento.
Sebbene negli ultimi anni la sua opera abbia attirato l'attenzione di scrittori, registi, artisti e curatori, il tema e l'oggetto della maggior parte delle mostre, approfondimenti e varie pubblicazioni ad essa dedicate, si sono generalmente concentrati sulle sue avventure romantiche o sui rapporti con altre famose personalità della scena politica o artistica della prima metà del ventesimo secolo, inclusi Julio Antonio Mella, Edward Weston, Frida Kahlo o Diego Rivera.
Quindi la questione della sua influenza tangibile, decisiva e duratura sullo sviluppo dell'arte fotografica in Messico e all'estero, rimane oggi trascurata dall'opinione pubblica internazionale.
Il talento riconosciuto della Modotti consiste nell’osservare e immortalare le condizioni e le emozioni delle classi lavoratrici e della rivoluzione socialista, raccontando uomini, donne e territori. Ma soprattutto traccia e sviluppa una nuova sensibilità artistica, basata sulla moderna tecnica fotografica, generalmente riservata ad un universo prettamente maschile. Insieme a Imogene Cunnigham, Lola Alvarez Bravo, Margaret Bourke White, Frida Kahlo e Giorgia O'Keefe, per citarne alcune, la Modotti si distingue come una donna appassionata e indipendente, un’artista d'avanguardia, coraggiosa ed esemplare per il suo tempo e le generazioni a venire.
L'opera originale di Tina (rivalutata solo a partire degli anni '70) si trova principalmente negli Stati Uniti, dove per troppi anni è rimasta dimenticata negli archivi di vari istituti sparsi per il paese, soprattutto in seguito alla censura imposta dal movimento maccartista. Oggi, sebbene il talento dell'artista sia stato riconosciuto a livello internazionale, la sua audace biografia continua a influenzare, se non ad oscurare, la percezione del suo lavoro straordinario, creando un filtro per una comprensione puramente artistica. E se la sua complessa avventura umana continua ad ispirare romanzi, fumetti, documentari e mostre basati sul mito, o almeno sul romanzo che fu la sua esistenza, pochi finora si sono concentrati sui suoi esperimenti e sulla sua eredità artistica
che dimostrano l'influenza fondamentale che le sue fotografie hanno (e continuano a) esercitato sulla formazione di diverse generazioni di fotografi - soprattutto donne - in Messico e nel mondo.
La sua libertà di rappresentare il reale, sensuale, ruvida, chiara e vivida, che prende le distanze dall'universo astratto di altri maestri suoi contemporanei quali Weston, Stieglitz, Adams o Steichen, l'ha infatti portata verso una forma istintiva e originale di umanità e di comprensione nei confronti del mondo che la circondava e che, di fronte al suo obiettivo, si rivelava nella sua essenza, libera da metafore anche quando rappresentava un semplice fiore.
Inaugurazione: Venerdì 11 novembre ore 18
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