World Press Photo 2020

© Yasuyoshi Chiba / Agence France-Presse | Yasuyoshi Chiba, Straight Voice

 

Dal 10 Marzo 2021 al 15 Aprile 2021

Bard | Aosta

Luogo: Forte di Bard

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II, 85

Orari: dal martedì alla domenica 10.00 / 18.00

Costo del biglietto: Intero: 8,00 euro Ridotto(6-18 anni, over 65): 7,00 euro Scuole: 5,00 euro Gratuità: abbonati Piemonte Musei, Lombardia Musei, possessori Membership Card Forte di Bard

Telefono per informazioni: +39 0125 833811

E-Mail info: prenotazioni@fortedibard.it

Sito ufficiale: http://www.fortedibard.it


I grandi eventi legati alla fotografia sono di casa al Forte di Bard. Il Forte di Bard, in Valle d’Aosta, ospita la nuova edizione di World Press Photo, il più prestigioso premio al mondo di fotogiornalismo. World Press Photo 2020 si conferma l’appuntamento che restituisce al mondo intero la enorme capacità documentale e narrativa delle immagini, rivelandone il fondamentale ruolo di testimonianza storica del nostro tempo. Il premio, giunto alla 63esima edizione, è stato ideato nel 1955 dalla World Press Photo Foundation, organizzazione indipendente senza scopo di lucro con sede ad Amsterdam.

In esposizione le 140 immagini vincitrici e più rappresentative del 2019, divise in otto diverse categorie: Contemporary issues, Environment, General news, Long Term Projects, Spot news, Nature, Portraits, Sport e Spot news
Le fotografie sono state scelte da una giuria di esperti internazionali che ha esaminato i lavori di 4.282 fotografi, provenienti da 125 paesi per un totale di 73.996 immagini. Sono arrivati in finale 44 fotografi, provenienti da 24 paesi, tra cui sei italiani.

Yasuyoshi Chiba è risultato il vincitore della foto dell’anno con Straight Voice. Lo scatto ritrae un giovane che, illuminato dai telefoni cellulari dei suoi compagni, recita poesie nel corso di una manifestazione di protesta che reclama un governo democratico per il Sudan, durante un blackout a Khartum, il 19 giugno 2019.

Ad aggiudicarsi il premio World Press Photo Story of the Year è stato invece Romain Laurendeau con Kho, The Genesis of Revolt. Kho, nel colloquiale arabo nordafricano, significa fratello. Il reportage racconta il profondo disagio della gioventù algerina che, sfidando le autorità, ha spinto il resto della popolazione a unirsi alla loro azione, dando vita al più grande movimento di protesta dell’Algeria degli ultimi decenni.

Sei gli italiani sul podio: Fabio Bucciarelli, secondo premio nella sezione “General news, storie”, Lorenzo Tugnoliprimo nella sezione “Contemporary issues, storie”, Nicolò Filippo Rosso terzo nella sezione “Contemporary issues, storie”, Luca Locatelli, primo nella sezione “Ambiente, storie”, Alessio Mamo “General news” e Daniele Volpe, primo per la categoria “Progetti a lungo termine”.


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