I Pittori della realtà. Verità e illusione tra Seicento e Novecento
Dal 09 Dicembre 2022 al 01 Maggio 2023
Fermo | Ascoli Piceno
Luogo: Palazzo dei Priori
Indirizzo: Piazza del Popolo 5
Orari: dal martedì alla domenica 10.30-13/15.30-18 (aperto anche 12, 19, 24, 26 dicembre, 25 dicembre apertura straordinaria dalle 17 alle 20, aperto 1 gennaio 2023)
Curatori: Vittorio Sgarbi
Costo del biglietto: : intero € 8,00; ridotto € 6,00 (ragazzi dai 14 ai 25 anni, gruppi composti da più di 15 persone, soci FAI, soci Touring Club Italia, soci Italia Nostra); gratuito under 13, disabili, soci Icom, giornalisti con tesserino. Il biglietto include anche l'ingresso al circuito museale della città
Telefono per informazioni: +39 0734 217140
E-Mail info: museidifermo@comune.fermo.it
Sito ufficiale: http://www.fermomusei.it
Ben 80 opere permettono di rileggere e scoprire una particolare stagione dell’arte italiana del dopoguerra: l’avventura entusiasmante dei “Pittori moderni della realtà”. Questo gruppo di artisti controcorrenti, dalle provenienze e storie più diverse, esordì nel 1947 scagliandosi contro gli esiti del modernismo, per difendere e recuperare la grande tradizione pittorica rifacendosi, in particolar modo, all’arte seicentesca, da Caravaggio alla pittura spagnola e fiamminga.
L’esposizione a Fermo si inserisce tra i principali eventi culturali del progetto regionale “Il Seicento nelle Marche”. Co curatrici insieme con Vittorio Sgarbi sono Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari. La mostra è promossadalla Regione Marche e dal Comune di Fermo, con la preziosa collaborazione del Mart di Rovereto e il contributo di Carifermo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo. Partner dell’evento è Mus-e del Fermano, gli sponsor sono Eurobuilding, Giano, CFL-Servizi Globali in Edilizia e Violoni Srl. L’organizzazione è affidata a Maggioli Cultura in collaborazione con Sinopia.
Spiega il curatore Vittorio Sgarbi: “I Pittori moderni della realtà, con un bellicoso manifesto programmatico, affrontarono la questione stabilendo un fronte di ‘resistenza’. Estetica ed etica, prima che politica. Aderirono con convinzione, partecipando alle cinque mostre in cui si consumò la loro esperienza comunitaria, tra 1947 e 1949. La loro ispirazione era Caravaggio, il valore della composizione e quel ‘ritorno al mestiere’ teorizzato da Giorgio de Chirico”.
Il gruppo dei “Pittori moderni della realtà”è integralmente rappresentato in mostra: Gregorio Sciltian, Pietro Annigoni, Xavier e Antonio Bueno. Sono inoltre presenti Alfredo Serri, Giovanni Acci e Carlo Guarnieri, che si aggiunsero successivamente al gruppo. Completano l’esposizione due capolavori di Giorgio de Chirico, il padre della Metafisica che consolidò rapporti di stima con tutti e quattro i “Pittori moderni della realtà”, ispirandoli nelle loro opere. Tutti i componenti del gruppo, inoltre, si accostarono all’enigmatico tema dechirichiano del manichino.
Vengono inoltre presentate, a confronto con i moderni, opere di artisti antichi, prevalentemente del Seicento e del Settecento, alimentati dalla temperie caravaggesca prima e barocca poi, assunti a fonte di ispirazione e modello dei quattro firmatari del manifesto. Tra questi artisti citiamo Alessandro Magnasco, il cosiddetto Maestro di Hartford,Giuseppe Recco e Carlo Magini.
Ulteriori confronti saranno possibili con le opere della collezione permanente della Pinacoteca Civica di Fermo, ricca di opere del Seicento (citiamo tra le altre “L’adorazione dei pastori” di Rubens e la “Pentecoste” del Lanfranco) e del Gabinetto Stampe e Disegni della Biblioteca Civica “Romolo Spezioli”.
Il biglietto della mostra “I Pittori della realtà” include l'ingresso al circuito museale della città, composto da più spazi culturali che spaziano dall’arte all’archeologia alle scienze naturali: Palazzo dei Priori, Cisterne Romane, Musei Scientifici di Palazzo Paccaroni, Museo Diocesano, Teatro dell’Aquila, Terminal Mario Dondero e Museo Archeologico di Torre di Palme.
LA MOSTRA
La mostradi Fermo offre l’occasione di scoprire la storia e l’arte di questo gruppo considerato anacronistico e non sufficientemente apprezzato dalla critica di allora. Nel manifesto che accompagna la loro prima mostra si legge: “Noi ricreiamo l’arte dell’illusione della realtà, eterno e antichissimo seme delle arti figurative. Noi non ci prestiamo ad alcun ritorno, noi continuiamo semplicemente a svolgere la missione della vera pittura. [...] Ben prima di incontrarci, ognuno di noi aveva sentito profondamente il bisogno di ricercare nella natura il filo conduttore che ci permettesse di ritrovare noi stessi nel labirinto delle scuole che si sono moltiplicate nell’ultimo mezzo secolo”.
Ciò che li accomuna è il desiderio di una rinascita della pittura che corrisponde a una parallela rinascita dell’umanità dopo la distruzione, le privazioni e la sofferenza del recente conflitto mondiale. La mostra consente di approfondire le ricerche sulle carriere dei singoli artisti, già note agli studiosi per ricchezza e complessità, e di ricostruirne la significativa parabola all’interno della storia dell’arte italiana del XX secolo.
Seppur apprezzati dal pubblico (si parla di ventimila visitatori in quindici giorni per la prima tappa milanese delle loro mostre), dai collezionisti e da diversi artisti, i“Pittori moderni della realtà” furono disapprovati dai critici che fraintesero le loro intenzioni. Li accusarono di “passatismo, oleografia fotografica e di un vuoto virtuosismo seicentista lontano dalla poetica del realismo”. I quattro rivendicarono una “pittura morale nella sua intima essenza”, un orizzonte ideologico che non ritenevano appartenesse alle ricerche artistiche che negavano il dato reale.
I “Pittori moderni della realtà” si scagliarono duramente contro le decadenti espressioni artistiche di molti contemporanei, manifestazioni della regressione e della rovina imperanti. A questi linguaggi contrapposero una rievocazione di antichi e più alti modelli stilistici, provenienti dal passato. Tuttavia, nonostante dichiarassero intenti di fratellanza, universalità e neutralità, al di là delle asserzioni relative a un’arte alla portata di tutti, i Pittori tradirono un atteggiamento polemico che sembrava disapprovare almeno mezzo secolo di pittura, e che faticava a trovare corrispondenza teorica nel contesto socio-culturale dell’epoca. Il mondo dell’arte marginalizzò e respinse duramente le loro istanze, non totalmente comprese e considerate radicali.
Subissato dalle critiche, il gruppo di disgregò principalmente per via dell’insita e notevole eterogeneità: le distanze ideologiche, le incompatibilità culturali e le differenze anagrafiche portarono in breve alla fine di una notevole e originale esperienza artistica.
La mostra a Palazzo dei Priori di Fermo ne riporta in luce la forza e l’eredità artistica.
LE SEZIONI DI MOSTRA
La rassegna a Palazzo dei Priori si divide in cinque sezioni e presenta il gruppo dei “Pittori moderni della realtà”attraverso ottanta opere.
Gregorio Sciltian, artista di origine russa, giunge in Italia all’inizio degli anni Venti ed esordisce con una personale alla Casa d’Arte Bragaglia di Roma (1925). La sua pittura mostra evidenti echi caravaggeschi e una minuziosa resa dei dettagli che ricorda quella delle nature morte fiamminghe e spagnole. Le sue nature morte si fanno, nel corso del tempo, sempre più affollate di oggetti, con un effetto trompe-l’oeil che realizza “l’illusione di realtà” perseguita dall’artista.
Pietro Annigoni orienta la propria ricerca sul primato del disegno secondo il modello della scuola toscana, ingaggiando una personale sfida con gli artisti del passato.
I fratelli Xavier e Antonio Bueno arrivano a Firenze nel gennaio del 1940 per un viaggio di studio e vi rimangono a causa dell’entrata in guerra dell’Italia. Il talento e la straordinaria padronanza delle tecniche pittoriche dei due fratelli spagnoli non passa inosservata e presto il loro lavoro viene apprezzato da Gregorio Sciltian e da Giorgio de Chirico.
In mostra sono inoltre presenti Giovanni Acci, Carlo Guarnierie Alfredo Serri, che si unirono successivamente al gruppo condividendo il pensiero del loro Manifesto.
Giorgio de Chirico è rappresentato da due capolavori, provenienti dal Mart di Rovereto: "Piazza d'Italia con torre rosa" e “Interno metafisico”.
All’interno delle sezioni vengono presentate, a confronto con i moderni, opere di artisti antichi, prevalentemente del Seicento e del Settecento. Tra questi Alessandro Magnasco, con una preziosa tela proveniente dai Musei di Strada Nuova di Genova, il cosiddetto Maestro di Hartford e Pensionante del Saraceni, Giuseppe Recco e Carlo Maginicon cinque opere dalla collezione della Fondazione della Cassa di Risparmio di Fano. Ulteriori confronti saranno possibili con le opere della collezione permanente della Pinacoteca Civica, ricca di opere del Seicento, e del Gabinetto Stampe e Disegni della Biblioteca Civica “Romolo Spezioli”.
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