Giuliano Grittini. Dal Sessantotto Agli Anni Di Piombo

Opera di Giuliano Grittini

 

Dal 30 Ottobre 2019 al 03 Novembre 2019

Bitonto | Bari

Luogo: Santi Nicolai Convivium

Indirizzo: piazza Cattedrale



Si apre mercoledì 30 ottobre alle ore 18.00 al Santi Nicolai Convivium di Bitonto (Bari), la mostra di Giuliano Grittini Dal Sessantotto Agli Anni Di Piombo”.

Fotografo, artista ma anche stampatore, editore e manager, in decenni di carriera non c’è campo nel mondo dell’arte contemporanea che Giuliano Grittini non abbia esplorato.  Noto come fotografo ufficiale di Alda Merini, è conosciuto per i suoi scatti poetici spesso raccolti in libri fotografici di case editrici note a livello internazionale.
Alle immagini ha accumunato le vite di diversi artisti tra cui ricordiamo Fiume, Sassu, Tadini, Scanavino, Warhol, Rotella, Chia, Nespolo e Guttuso, solo per citarne alcuni.

L’esposizione dei lavori dell’eclettico artista è parte del programma di Bitalk, il festival “diffuso” che torna per la sua terza edizione dal 30 ottobre al 3 novembre tra i più bei luoghi del borgo pugliese con un programma di eventi- per la maggior parte gratuiti- quest’anno dedicati al tema “dal ’68 agli anni di piombo”

Dalla contestazione studentesca allo sbarco sulla luna, dalla nascita del movimento femminista al dilagare della musica rock, dal culto di Che Guevara fino alla pop art consacrata dal genio di Andy Warhol, 
il decenniodal 1968 al 1978, rappresenta un’ondata rivoluzionaria e creativa che anche in Italia segna un cambiamento politico e sociale senza precedenti.

Su questa scia, torrenziale come un fiume in piena, si colloca il percorso artistico di Giuliano Grittinicheoffre, dopo il capitolo della Clonartdegli anni Novanta del Novecento, un’ampia apertura verso quelli che sono stati almeno fino ad oggi i chiari segnali della comunicazione.

Superando la funk artcorrente artistica che assemblava cose e oggetti, di cui Edward Kienhol è stato un precursore tra gli Anni Cinquanta e Sessanta - Grittini abbraccia una nuova procedura tecnica e stilistica che egli stesso definisce funkart / cracker art, in cui parole immagini, scritture e caratteri di stampa registrati da secoli, lettere, manoscritti, parole, volti e personaggi, sono raccolte, individuate e catalogate per trovare nuova e mirata fortuna.

Nel volgere di pochi anni il suo lavoro ha superato rapidamente le abituali destinazioni che regalano le differenze tra discipline artistiche, riuscendo a mettere insieme un corpus articolato e complesso (ma sempre di altissima e curatissima qualità estetica) fra cinema, fotografia, video, musica e teatro, mai avendo timore a ricombinarli in affreschi dal coinvolgimento ritmo visivo-narrativo.

E dunque, partendo da momenti di ricerca, riflessione, accumulo di figure storiche, di accattivanti volti intrisi di mito e sensualità, di storia e cultura, ha elaborato una vasta produzione di la
vori, dove lo smembramento dell’immagine e la sua ricomposizione, in un lacerto di forme, di ritagli, di assemblaggi nobili, si avvia poi verso una sorta di abbeveramento di intensi colori già fin dai primi piani ravvicinati, tanto che il flusso visivo assume un andamento novello dov’è esaltata una capacità di immaginazione lussureggiante. Ed è la sensibile presenza del colore, talvolta o spesso anche maculata con fondi oro che uniscono immagine e testi poetici o scritture, con molteplici giochi di luce, rendono i lavori, icone concettuali, paesaggi esplosi, anche attraverso un senso sottilmente erotico, giocoso, e bello per via di un’attenzione alle dinamiche più segrete del desiderio, colto -è vero- in una sinuosa prospettiva liberatoria. (Carlo Franza).

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