Art Up. Robert Barry
Dal 15 Settembre 2014 al 02 Ottobre 2014
Bergamo
Luogo: Banca Popolare di Bergamo
Indirizzo: piazza Vittorio Veneto 8
Orari: da lunedì a venerdì 8.20-13.20 / 14.40-16.10
Curatori: Enrico De Pascale
E-Mail info: enrico.de.pascale@esterni.bpb.it
Sito ufficiale: http://www.bpb.it
Banca Popolare di Bergamo promuove il progetto ART UP, un’iniziativa culturale finalizzata alla conoscenza del proprio patrimonio artistico. Ogni mese, un’opera d’arte diversa facente parte della collezione della Banca, verrà esposta al pubblico nell’atrio della Sede Centrale di Piazza Vittorio Veneto 8. Non una semplice presentazione, ma un vero e proprio “invito” alla lettura e alla fruizione tramite schede storico-critiche illustrate e collezionabili, realizzate per l’occasione dallo storico dell’arte Enrico De Pascale, Curatore responsabile della collezione. Con il progetto ART UP vengono così rese visibili opere d’arte antica e contemporanea normalmente “inaccessibili” perché ubicate negli uffici, nelle filiali, nei caveaux della Banca.
La collezione d’arte della Banca, che assomma diverse centinaia di opere di età compresa tra il XIV e il XXI secolo (dipinti, sculture, disegni, fotografie, stampe, ecc.), si è formata nel corso di quasi centocinquant’anni, intrecciando le proprie vicende con quelle della Banca stessa, fondata nel lontano 1869. Una raccolta ampia e variegata capace di coniugare l’attenzione per la produzione artistica locale e nazionale - da Baschenis a Fra’ Galgario, da Piccio a Manzù, da Ghirri a Boetti - con l’interesse per le proposte più sperimentali della scena internazionale: da Kapoor a Buren, da Armleder a Gillick, da Halley a Yan Pei Ming. Una varietà di opzioni linguistiche ed espressive che è frutto di precise scelte collezionistiche orientate a rappresentare al meglio il complesso e articolato panorama della cultura artistica passata e contemporanea.
“Prende avvio lunedi 15 settembre il nono appuntamento del progetto Art Up – dichiara Osvaldo Ranica, Direttore Generale di Banca Popolare di Bergamo – che, sino al 2 ottobre, prevede l’esposizione di un lavoro di Robert Barry (New York 1936), prestigioso esponente del Concettualismo internazionale. Un nuovo ritrovo per consentire ai nostri clienti e a tutti gli appassionati d’arte di conoscere da vicino le opere, in questo caso di arte contemporanea, della collezione della nostra Banca”.
ROBERT BARRY
Almost Personal
(2005 - Ø cm 115 - specchio con parole sabbiate)
Il radicalismo delle ricerche concettuali di Barry si è spinto sino a immaginare opere che non avessero un corpo fisico ma che prendessero “forma” nella mente e nell’immaginazione dell’osservatore. Molti dei suoi progetti indagano infatti la questione di “cosa” sia e “dove” sia effettivamente l’opera d’arte. Le sue opere verbali, composte da frasi o singole parole -di cui Almost personal è una testimonianza significativa- hanno l’obiettivo di innescare in chi guarda un processo intellettivo e conoscitivo. Quanto rielaborato dalle nostre capacità riflessive sotto lo stimolo delle parole dell’artista costituisce infatti parte integrante dell’opera, che si configura così come opera “aperta”, in continuo e incessante rinnovamento. Uno degli episodi più rappresentativi della carriera di Barry risale al 1969 quando, per una mostra personale alla galleria Art Project di Amsterdam, si limitò ad affiggere sulla porta l’avviso: “L’esposizione rimarrà chiusa per tutta la durata della mostra”, con la galleria effettivamente chiusa. Nelle sue installazioni l’accento è posto sulla “spazializzazione” delle parole e sulla relazione tra parola e spazio. Ogni parola è scelta in base alle situazioni e ai luoghi per cui l’opera è concepita. Recentemente l’artista è intervenuto sui muri degli uffici della BSI di Lugano, applicando parole di grande formato e fortemente evocative composte di lettere specchianti. In tale occasione Barry ha dichiarato: “Spero che le parole possano conferire un significato nuovo e dinamico all’ambiente. Desidero che comunichino o si rivolgano all’osservatore in tutte le loro possibili accezioni”.
ROBERT BARRY (New York 1936)
Nel 1967 l’artista abbandona definitivamente la pittura e inizia a sperimentare materiali non convenzionali e quasi impercettibili, quali fili di nylon intrecciati, onde radio inudibili dall’uomo, raggi radioattivi (Radiation Pieces), gas dissolti nell’aria dello spazio espositivo (Inert Gas Series) puntando alla smaterializzazione dell’opera d’arte, della sua oggettualità. Dal 1968 realizza le prime opere il cui materiale è costituito dal linguaggio, parole, frasi, espressioni verbali, affermandosi come uno dei più originali esponenti del concettualismo internazionale accanto a Joseph Kosuth, Lawrence Weiner, Art & Language. In occasione di una collettiva alla Kunsthalle di Düsseldorf (Prospect 69) il suo intervento si è limitato all’intervista pubblicata in catalogo. Nelle sue intenzioni l’opera consisteva tanto nell’intervista quanto nei pensieri che essa avrebbe suscitato nei lettori. Ha partecipato, tra l’altro, alle mostre Documenta V a Kassel (1972), 1965-1986; Reconsidering the Object of Art, The Museum of Contemporary Art, Los Angeles (1986); The artists of the Castelli Gallery 1957-97; Forty years of explorations & innovations, Leo Castelli Gallery, New York (1998); Less Is More, Pictures, Objects, Concepts From The Collection and Archive of Herman and Nicole Daled, Haus der Kunst, Munchen, 2010.
La collezione d’arte della Banca, che assomma diverse centinaia di opere di età compresa tra il XIV e il XXI secolo (dipinti, sculture, disegni, fotografie, stampe, ecc.), si è formata nel corso di quasi centocinquant’anni, intrecciando le proprie vicende con quelle della Banca stessa, fondata nel lontano 1869. Una raccolta ampia e variegata capace di coniugare l’attenzione per la produzione artistica locale e nazionale - da Baschenis a Fra’ Galgario, da Piccio a Manzù, da Ghirri a Boetti - con l’interesse per le proposte più sperimentali della scena internazionale: da Kapoor a Buren, da Armleder a Gillick, da Halley a Yan Pei Ming. Una varietà di opzioni linguistiche ed espressive che è frutto di precise scelte collezionistiche orientate a rappresentare al meglio il complesso e articolato panorama della cultura artistica passata e contemporanea.
“Prende avvio lunedi 15 settembre il nono appuntamento del progetto Art Up – dichiara Osvaldo Ranica, Direttore Generale di Banca Popolare di Bergamo – che, sino al 2 ottobre, prevede l’esposizione di un lavoro di Robert Barry (New York 1936), prestigioso esponente del Concettualismo internazionale. Un nuovo ritrovo per consentire ai nostri clienti e a tutti gli appassionati d’arte di conoscere da vicino le opere, in questo caso di arte contemporanea, della collezione della nostra Banca”.
ROBERT BARRY
Almost Personal
(2005 - Ø cm 115 - specchio con parole sabbiate)
Il radicalismo delle ricerche concettuali di Barry si è spinto sino a immaginare opere che non avessero un corpo fisico ma che prendessero “forma” nella mente e nell’immaginazione dell’osservatore. Molti dei suoi progetti indagano infatti la questione di “cosa” sia e “dove” sia effettivamente l’opera d’arte. Le sue opere verbali, composte da frasi o singole parole -di cui Almost personal è una testimonianza significativa- hanno l’obiettivo di innescare in chi guarda un processo intellettivo e conoscitivo. Quanto rielaborato dalle nostre capacità riflessive sotto lo stimolo delle parole dell’artista costituisce infatti parte integrante dell’opera, che si configura così come opera “aperta”, in continuo e incessante rinnovamento. Uno degli episodi più rappresentativi della carriera di Barry risale al 1969 quando, per una mostra personale alla galleria Art Project di Amsterdam, si limitò ad affiggere sulla porta l’avviso: “L’esposizione rimarrà chiusa per tutta la durata della mostra”, con la galleria effettivamente chiusa. Nelle sue installazioni l’accento è posto sulla “spazializzazione” delle parole e sulla relazione tra parola e spazio. Ogni parola è scelta in base alle situazioni e ai luoghi per cui l’opera è concepita. Recentemente l’artista è intervenuto sui muri degli uffici della BSI di Lugano, applicando parole di grande formato e fortemente evocative composte di lettere specchianti. In tale occasione Barry ha dichiarato: “Spero che le parole possano conferire un significato nuovo e dinamico all’ambiente. Desidero che comunichino o si rivolgano all’osservatore in tutte le loro possibili accezioni”.
ROBERT BARRY (New York 1936)
Nel 1967 l’artista abbandona definitivamente la pittura e inizia a sperimentare materiali non convenzionali e quasi impercettibili, quali fili di nylon intrecciati, onde radio inudibili dall’uomo, raggi radioattivi (Radiation Pieces), gas dissolti nell’aria dello spazio espositivo (Inert Gas Series) puntando alla smaterializzazione dell’opera d’arte, della sua oggettualità. Dal 1968 realizza le prime opere il cui materiale è costituito dal linguaggio, parole, frasi, espressioni verbali, affermandosi come uno dei più originali esponenti del concettualismo internazionale accanto a Joseph Kosuth, Lawrence Weiner, Art & Language. In occasione di una collettiva alla Kunsthalle di Düsseldorf (Prospect 69) il suo intervento si è limitato all’intervista pubblicata in catalogo. Nelle sue intenzioni l’opera consisteva tanto nell’intervista quanto nei pensieri che essa avrebbe suscitato nei lettori. Ha partecipato, tra l’altro, alle mostre Documenta V a Kassel (1972), 1965-1986; Reconsidering the Object of Art, The Museum of Contemporary Art, Los Angeles (1986); The artists of the Castelli Gallery 1957-97; Forty years of explorations & innovations, Leo Castelli Gallery, New York (1998); Less Is More, Pictures, Objects, Concepts From The Collection and Archive of Herman and Nicole Daled, Haus der Kunst, Munchen, 2010.
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