Il Classico nell'Arte. Modernità della Memoria dall'Arte Greca a Bernini, Paolini e Pistoletto
Dal 06 Febbraio 2014 al 04 Maggio 2014
Bergamo
Luogo: GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: via San Tomaso 53
Orari: da martedì a domenica 10-13/ 15-19
Curatori: Giacinto Di Pietrantonio
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 4
Telefono per informazioni: +39 035 399528
E-Mail info: info@gamec.it
Sito ufficiale: http://www.gamec.it/it
Dal 7 febbraio al 4 maggio 2013 la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è lieta di presentare Il Classico nell’Arte. Modernità della Memoria dall'arte greca a Bernini, Paolini e Pistoletto, una mostra che anticipa la riapertura della Pinacoteca dell’Accademia Carrara di Bergamo e che intende muovere una riflessione sul quesito, certo non nuovo - ma da affrontare con rinnovato interesse - se un artista contemporaneo possa trarre ispirazione dall'antico e, in questo modo, rinnovare il dialogo con esso e condividerlo con il pubblico.
L’educazione al patrimonio culturale del passato è stata quasi sempre associata all'idea di insegnamento e alla dimensione della memoria intesa come testimonianza. Secondo Esiodo, le Muse sono figlie di Zeus e di Mnemosine, ovvero dell’energia creatrice e della capacità di ricordare. Il museo nasce come dimora delle Muse, assumendo quindi una connotazione matriarcale; è giunto però il tempo di restituirgli la componente maschile, paterna.
Senza dubbio l’artista contemporaneo rappresenta il migliore attore per operare il recupero degli insegnamenti del passato artistico quale ispirazione per il presente: nella sua pratica di attualizzazione, infatti, egli svolge un’ineludibile funzione pedagogica e didattica. Ed è altrettanto naturale che un museo d’arte contemporanea divenga il luogo deputato a fare crescere questa relazione e a incoraggiare il dialogo tra le parti.
Proprio la prospettiva che parte dall'arte del passato è quella che artisti di un passato più vicino alla contemporaneità hanno percorso e percorrono nel senso di un moderno aggiornamento; la persistenza dell’antico è talmente presente da essere quasi divenuta uno slogan. E il futuro del museo è anche questo: passare - finalmente - da una “mera” mediazione dei contenuti a un’educazione che si realizza in forme creative e che rende protagonisti gli allievi.
La mostra intende indagare i modi e le forme attraverso le quali un artista contemporaneo può trarre ispirazione dall’antico, creando così un ponte tra i secoli che contribuisca ad avvicinare opere del passato, a rinegoziarne il senso e a valorizzarne la testimonianza.
Lavori di artisti contemporanei che guardano al passato e che ad esso si ispirano saranno affiancati da opere provenienti dall’Accademia Carrara di Bergamo in un percorso espositivo che pone classico e contemporaneo in stretta connessione.
In mostra, opere di Michelangelo Pistoletto a confronto con la statuaria greca ed etrusca e con un’opera di Giovanni Volpato; lavori di Vanessa Beecroft che guardano ad Antonio Canova posti in dialogo con una scultura di Pietro Bernini e con il Baccanale di Giulio Carpioni; sculture di Charles Avery e i ritratti di Valerio Carrubba in relazione a ritratti cinquecenteschi di artista lombardo di scuola leonardesca; le maschere della Tragedia Greca reinterpretate da Alfredo Pirri; Adrian Paci in dialogo con Giulio Paolini e a sua volta Paolini in relazione a Lorenzo Lotto; lavori di Gianluigi Colin che rimandano a Piero della Francesca, August Sander e Pablo Picasso posti in dialogo con un dipinto di Lorenzo Costa; Ferrario Fréres in relazione a Gustave Courbet; opere di Sam Durant che guardano ai busti celebrativi ottocenteschi e una scultura di Kiki Smith in dialogo con dipinti cinquecenteschi da opere di Michelangelo, quali Leda e il Cigno e la Pietà.
Uno stimolante confronto che intende sottolineare le influenze e le relazioni esercitate dal passato sul presente e viceversa.
L’educazione al patrimonio culturale del passato è stata quasi sempre associata all'idea di insegnamento e alla dimensione della memoria intesa come testimonianza. Secondo Esiodo, le Muse sono figlie di Zeus e di Mnemosine, ovvero dell’energia creatrice e della capacità di ricordare. Il museo nasce come dimora delle Muse, assumendo quindi una connotazione matriarcale; è giunto però il tempo di restituirgli la componente maschile, paterna.
Senza dubbio l’artista contemporaneo rappresenta il migliore attore per operare il recupero degli insegnamenti del passato artistico quale ispirazione per il presente: nella sua pratica di attualizzazione, infatti, egli svolge un’ineludibile funzione pedagogica e didattica. Ed è altrettanto naturale che un museo d’arte contemporanea divenga il luogo deputato a fare crescere questa relazione e a incoraggiare il dialogo tra le parti.
Proprio la prospettiva che parte dall'arte del passato è quella che artisti di un passato più vicino alla contemporaneità hanno percorso e percorrono nel senso di un moderno aggiornamento; la persistenza dell’antico è talmente presente da essere quasi divenuta uno slogan. E il futuro del museo è anche questo: passare - finalmente - da una “mera” mediazione dei contenuti a un’educazione che si realizza in forme creative e che rende protagonisti gli allievi.
La mostra intende indagare i modi e le forme attraverso le quali un artista contemporaneo può trarre ispirazione dall’antico, creando così un ponte tra i secoli che contribuisca ad avvicinare opere del passato, a rinegoziarne il senso e a valorizzarne la testimonianza.
Lavori di artisti contemporanei che guardano al passato e che ad esso si ispirano saranno affiancati da opere provenienti dall’Accademia Carrara di Bergamo in un percorso espositivo che pone classico e contemporaneo in stretta connessione.
In mostra, opere di Michelangelo Pistoletto a confronto con la statuaria greca ed etrusca e con un’opera di Giovanni Volpato; lavori di Vanessa Beecroft che guardano ad Antonio Canova posti in dialogo con una scultura di Pietro Bernini e con il Baccanale di Giulio Carpioni; sculture di Charles Avery e i ritratti di Valerio Carrubba in relazione a ritratti cinquecenteschi di artista lombardo di scuola leonardesca; le maschere della Tragedia Greca reinterpretate da Alfredo Pirri; Adrian Paci in dialogo con Giulio Paolini e a sua volta Paolini in relazione a Lorenzo Lotto; lavori di Gianluigi Colin che rimandano a Piero della Francesca, August Sander e Pablo Picasso posti in dialogo con un dipinto di Lorenzo Costa; Ferrario Fréres in relazione a Gustave Courbet; opere di Sam Durant che guardano ai busti celebrativi ottocenteschi e una scultura di Kiki Smith in dialogo con dipinti cinquecenteschi da opere di Michelangelo, quali Leda e il Cigno e la Pietà.
Uno stimolante confronto che intende sottolineare le influenze e le relazioni esercitate dal passato sul presente e viceversa.
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