Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell'arte italiana contemporanea
Estate al MAMbo 2011 - Bologna
Dal 13 Maggio 2013 al 01 Settembre 2013
Bologna
Luogo: MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna
Indirizzo: via Don Minzoni 14
Orari: martedì, mercoledì e venerdì 12-18; giovedì, sabato, domenica e festivi 12-20
Curatori: Uliana Zanetti
Costo del biglietto: intero intero € 6, ridotto € 4, gratuito fino a 15 anni
Telefono per informazioni: +39 051 6496653
E-Mail info: ufficiostampamambo@comune.bologna.it
Sito ufficiale: http://www.mambo-bologna.org
Inaugurerà l'11 maggio al MAMbo Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell'arte italiana contemporanea, un'ampia e articolata esposizione collettiva dedicata ai rapporti fra donne e arte in Italia negli ultimi decenni.
L'Italia, rispetto ad altri contesti (Stati Uniti e Inghilterra in particolare), presenta un'anomalia: è mancata tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta l’affermazione di un’arte esplicitamente connotata come femminista e non si è sviluppato un dibattito critico che mettesse a confronto arte e femminismo. Nonostante ciò, è possibile ritrovare anche nella produzione artistica del nostro Paese numerose tracce di un diffuso proposito di significare la differenza, che nella rassegna è documentato attraverso una molteplicità di posizioni e pratiche.
Il tema, proposto da Uliana Zanetti ed elaborato da un gruppo appartenente allo staff femminile del MAMbo con inediti sconfinamenti di ruolo, ha suscitato l'interesse di affermate artiste, critiche, studiose e direttrici di musei italiane che hanno aderito all'iniziativa, la cui collaborazione si traduce in diverse modalità di ricerca e divulgazione – mostre, seminari, video-interviste, pubblicazioni – sviluppate in un confronto continuo fra le partecipanti.
La mostra presenterà opere di artiste affermate, in gran parte realizzate per l'occasione e riferite a diversi nuclei tematici elaborati da Emanuela De Cecco, Laura Iamurri, Arabella Natalini, Francesca Pasini, Maria Antonietta Trasforini e dal gruppo di lavoro del museo. A questi si aggiungono il contributo sentimentale dedicato a Maria Lai da Cristiana Collu (direttore del MART di Rovereto) e l'intervento curatoriale di Letizia Ragaglia, direttrice del Museion di Bolzano. L'associazione a.titolo, composta da Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Lisa Parola e Luisa Perlo, cura la realizzazione di un'opera di Anna Scalfi appositamente commissionata dal MAMbo nell’ambito del progetto Nuovi committenti.
Le artiste che al momento hanno confermato la partecipazione sono: Alessandra Andrini, Paola Anziché, Marion Baruch, Valentina Berardinone, Enrica Borghi, Anna Valeria Borsari, Chiara Camoni, Annalisa Cattani, Daniela Comani, Marta Dell'Angelo, Elisabetta Di Maggio, Silvia Giambrone, Goldiechiari, Alice Guareschi, Maria Lai, Christiane Löhr, Claudia Losi, Anna Maria Maiolino, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Maria Morganti, Margherita Morgantin, Liliana Moro, Chiara Pergola, Letizia Renzini, Moira Ricci, Mili Romano, Anna Rossi, Elisa Sighicelli, Alessandra Spranzi, Grazia Toderi, Traslochi Emotivi, Marcella Vanzo, Grazia Varisco. Pur delineando una panoramica vasta e importante, l’iniziativa non intende offrire una rassegna esauriente delle artiste italiane, fortunatamente molto numerose e spesso di grande valore, ma presentare esempi significativi delle innovazioni operative, metodologiche e discorsive introdotte, sviluppate e diffuse anche grazie ad alcune di loro. Lontano da intenti celebrativi, Autoritratti vuole semmai richiamare l’attenzione sulla necessità di individuare nuovi strumenti di analisi e di narrazione per rendere compiutamente conto della ricchezza di contributi e posizioni che alimentano la vitalità dell’arte attuale, nella consapevolezza che le connotazioni di genere sono un elemento non marginale nella formazione delle dinamiche sociali e simboliche che ne caratterizzano la presenza sulla scena pubblica.
Il riferimento costante alla cultura della differenza ha improntato la metodologia del gruppo di lavoro, che ha tratto dal femminismo la disposizione a compiere una continua interrogazione auto-riflessiva, assegnando importanza al riconoscimento reciproco fra donne, all'elaborazione collettiva alimentata dal partire da sé, all'elezione delle nozioni di desiderio e di cura come orizzonti determinanti dell’attività politica. In questa chiave, la dimensione estetica diventa elemento connettivo fra teoria e pratica, cultura e politica, e il museo si propone come motore di relazioni.
Nello sviluppo del progetto, per un certo periodo rimasto senza titolo, si sono progressivamente evidenziate numerose analogie di metodo con le riflessioni di una figura di primo piano del femminismo militante italiano (nonché della critica d'arte, seppur con un volontario allontanamento): Carla Lonzi. Il suo Autoritratto, pubblicato nel 1969, ha portato all'individuazione della prima parte del titolo. A questa si è affiancata un'altra citazione, in omaggio a Griselda Pollock e al suo Differencing the Canon. Feminist Desire and the Writing of Art's Histories (1999).
Autoritratti rientra in un più vasto progetto di indagine nato nel contesto di una riflessione che, a partire dalle collezioni del MAMbo, mira a evidenziare le interconnessioni fra arte, identità e politica nel contesto italiano contemporaneo tramite diverse articolazioni, ciascuna contrassegnata da obiettivi specifici. Il primo evento, già realizzato nell'ambito del programma di ART CITY Bologna 2013, è stato la collettiva, Autoritratti 1. Nuove gen(d)erazioni, a cura di Donatella Lombardo e Giorgia Benedetta Soncin, allestita presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna (17 gennaio – 2 febbraio) e dedicata a giovani artiste che si sono formate presso la stessa Accademia. La rassegna è stata una prima occasione per sondare l’interesse che il tema suscita nelle nuove generazioni e per sperimentare le potenzialità di un autentico lavoro di gruppo, fondato sulla reciprocità degli sguardi. A questa prima iniziativa farà seguito a maggio una serie di incontri con tutte le partecipanti e con operatrici culturali, studiose e attiviste di fama internazionale. Elvira Vannini curerà, in questo ambito, un ciclo specifico di conferenze sul tema Spazio cooperativo delle artiste come luogo di cambiamento sociale. Sono in corso di organizzazione altre giornate di studio e conversazioni alle quali saranno invitate numerose personalità della cultura italiana. Nel periodo di apertura dell'esposizione al MAMbo è prevista la proiezione di alcune video-interviste a donne di cultura che hanno avuto un ruolo di rilievo nelle dinamiche di formazione del gusto a Bologna: Dede Auregli, Silvia Evangelisti, Vera Fortunati e Ginevra Grigolo.
L'Italia, rispetto ad altri contesti (Stati Uniti e Inghilterra in particolare), presenta un'anomalia: è mancata tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta l’affermazione di un’arte esplicitamente connotata come femminista e non si è sviluppato un dibattito critico che mettesse a confronto arte e femminismo. Nonostante ciò, è possibile ritrovare anche nella produzione artistica del nostro Paese numerose tracce di un diffuso proposito di significare la differenza, che nella rassegna è documentato attraverso una molteplicità di posizioni e pratiche.
Il tema, proposto da Uliana Zanetti ed elaborato da un gruppo appartenente allo staff femminile del MAMbo con inediti sconfinamenti di ruolo, ha suscitato l'interesse di affermate artiste, critiche, studiose e direttrici di musei italiane che hanno aderito all'iniziativa, la cui collaborazione si traduce in diverse modalità di ricerca e divulgazione – mostre, seminari, video-interviste, pubblicazioni – sviluppate in un confronto continuo fra le partecipanti.
La mostra presenterà opere di artiste affermate, in gran parte realizzate per l'occasione e riferite a diversi nuclei tematici elaborati da Emanuela De Cecco, Laura Iamurri, Arabella Natalini, Francesca Pasini, Maria Antonietta Trasforini e dal gruppo di lavoro del museo. A questi si aggiungono il contributo sentimentale dedicato a Maria Lai da Cristiana Collu (direttore del MART di Rovereto) e l'intervento curatoriale di Letizia Ragaglia, direttrice del Museion di Bolzano. L'associazione a.titolo, composta da Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Lisa Parola e Luisa Perlo, cura la realizzazione di un'opera di Anna Scalfi appositamente commissionata dal MAMbo nell’ambito del progetto Nuovi committenti.
Le artiste che al momento hanno confermato la partecipazione sono: Alessandra Andrini, Paola Anziché, Marion Baruch, Valentina Berardinone, Enrica Borghi, Anna Valeria Borsari, Chiara Camoni, Annalisa Cattani, Daniela Comani, Marta Dell'Angelo, Elisabetta Di Maggio, Silvia Giambrone, Goldiechiari, Alice Guareschi, Maria Lai, Christiane Löhr, Claudia Losi, Anna Maria Maiolino, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Maria Morganti, Margherita Morgantin, Liliana Moro, Chiara Pergola, Letizia Renzini, Moira Ricci, Mili Romano, Anna Rossi, Elisa Sighicelli, Alessandra Spranzi, Grazia Toderi, Traslochi Emotivi, Marcella Vanzo, Grazia Varisco. Pur delineando una panoramica vasta e importante, l’iniziativa non intende offrire una rassegna esauriente delle artiste italiane, fortunatamente molto numerose e spesso di grande valore, ma presentare esempi significativi delle innovazioni operative, metodologiche e discorsive introdotte, sviluppate e diffuse anche grazie ad alcune di loro. Lontano da intenti celebrativi, Autoritratti vuole semmai richiamare l’attenzione sulla necessità di individuare nuovi strumenti di analisi e di narrazione per rendere compiutamente conto della ricchezza di contributi e posizioni che alimentano la vitalità dell’arte attuale, nella consapevolezza che le connotazioni di genere sono un elemento non marginale nella formazione delle dinamiche sociali e simboliche che ne caratterizzano la presenza sulla scena pubblica.
Il riferimento costante alla cultura della differenza ha improntato la metodologia del gruppo di lavoro, che ha tratto dal femminismo la disposizione a compiere una continua interrogazione auto-riflessiva, assegnando importanza al riconoscimento reciproco fra donne, all'elaborazione collettiva alimentata dal partire da sé, all'elezione delle nozioni di desiderio e di cura come orizzonti determinanti dell’attività politica. In questa chiave, la dimensione estetica diventa elemento connettivo fra teoria e pratica, cultura e politica, e il museo si propone come motore di relazioni.
Nello sviluppo del progetto, per un certo periodo rimasto senza titolo, si sono progressivamente evidenziate numerose analogie di metodo con le riflessioni di una figura di primo piano del femminismo militante italiano (nonché della critica d'arte, seppur con un volontario allontanamento): Carla Lonzi. Il suo Autoritratto, pubblicato nel 1969, ha portato all'individuazione della prima parte del titolo. A questa si è affiancata un'altra citazione, in omaggio a Griselda Pollock e al suo Differencing the Canon. Feminist Desire and the Writing of Art's Histories (1999).
Autoritratti rientra in un più vasto progetto di indagine nato nel contesto di una riflessione che, a partire dalle collezioni del MAMbo, mira a evidenziare le interconnessioni fra arte, identità e politica nel contesto italiano contemporaneo tramite diverse articolazioni, ciascuna contrassegnata da obiettivi specifici. Il primo evento, già realizzato nell'ambito del programma di ART CITY Bologna 2013, è stato la collettiva, Autoritratti 1. Nuove gen(d)erazioni, a cura di Donatella Lombardo e Giorgia Benedetta Soncin, allestita presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna (17 gennaio – 2 febbraio) e dedicata a giovani artiste che si sono formate presso la stessa Accademia. La rassegna è stata una prima occasione per sondare l’interesse che il tema suscita nelle nuove generazioni e per sperimentare le potenzialità di un autentico lavoro di gruppo, fondato sulla reciprocità degli sguardi. A questa prima iniziativa farà seguito a maggio una serie di incontri con tutte le partecipanti e con operatrici culturali, studiose e attiviste di fama internazionale. Elvira Vannini curerà, in questo ambito, un ciclo specifico di conferenze sul tema Spazio cooperativo delle artiste come luogo di cambiamento sociale. Sono in corso di organizzazione altre giornate di studio e conversazioni alle quali saranno invitate numerose personalità della cultura italiana. Nel periodo di apertura dell'esposizione al MAMbo è prevista la proiezione di alcune video-interviste a donne di cultura che hanno avuto un ruolo di rilievo nelle dinamiche di formazione del gusto a Bologna: Dede Auregli, Silvia Evangelisti, Vera Fortunati e Ginevra Grigolo.
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