Carlo Vitale. Opere 1927 | 1949

Carlo Vitale, Autoritratto, 1940

 

Dal 10 Marzo 2016 al 20 Maggio 2016

Bologna

Luogo: MEB - Museo Ebraico di Bologna

Indirizzo: via Valdonica 1/5

Orari: da domenica a giovedì 10-18; venerdì 10-16; sabato e festività ebraiche chiuso

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 051.2911280

E-Mail info: info@museoebraicobo.it

Sito ufficiale: http://www.museoebraicobo.it



Realizzata in collaborazione con lo Studiolo di Milano, la mostra, a vent'anni dalla scomparsa dell’artista, vuole rendere omaggio al momento più intenso della sua produzione artistica con un percorso di dipinti ad olio – anche inediti – incisioni e gouaches, che trattano una varietà di temi che vanno dal paesaggio, al ritratto, alla natura morta, a momenti della vita e della tradizione ebraica.
Un focus sul momento certamente più intenso della sua pittura, che pure conobbe periodi di ancora maggior vigore cromatico, ma mai più fu così sublime, equilibrata, ispirata e contestuale al suo tempo, intrisa di un elegante lirismo.
La mostra è corredata da catalogo.                                                                                                                   

Carlo Vitale (1902-1996) fu pittore nella Milano degli anni Trenta, di respiro europeo, amante di Parigi e votato all’impressione, ma tecnicamente capace di affrontare qualunque stile e soggetto. La sua lunga attività ha attraversato tutto il Novecento: la sua formazione classica, nutrita e consolidata dallo studio intelligente dei maestri del Cinquecento e del Seicento, si arricchì poi di tutte quelle emozioni e passioni che seppe cogliere a Parigi. Vitale ha seguito con coerenza la sua vena naturale, quella dell’eleganza e della libertà; come un leggero e onirico personaggio chagalliano, seppe fluttuare tra le avanguardie artistiche, senza abbracciarne totalmente nessuna, ma da ciascuna distillando visioni e informazioni.
E forse proprio in questo processo di epurazione, di ricerca di un valore “assoluto” e di libertà che sta la cifra della sua ebraicità, come ricerca di essenzialità e di sintesi espressiva.
Gratificato da una carriera artistica sempre luminosa, a causa delle leggi razziali dovette modificare il cognome e conobbe la fuga in Svizzera e un temporaneo ma doloroso esilio.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI