Francesco Di Tillo. Monumento ai Caduti
Dal 20 Dicembre 2014 al 08 Gennaio 2015
Bologna
Luogo: Museo Civico Medievale
Indirizzo: via Manzoni 4
Orari: da martedì a venerdì 9-15; sabato, domenica e festivi 10-18.30
Curatori: Carmen Lorenzetti
Telefono per informazioni: +39 051 2193930 / 051 2193916
E-Mail info: museiarteantica@comune.bologna.it
Sito ufficiale: http://www.museibologna.it
Francesco Di Tillo ritorna temporaneamente a Bologna da San Paolo, dove vive da qualche anno e dove dirige insieme a due compagni di strada brasiliani la Galleria d'arte Aurora. È un artista che ama viaggiare e fare esperienze diverse, ha studiato e lavorato prima a Berlino e poi a New York. Lo potremmo definire una figura alla ricerca continua di stimoli, che ama confrontarsi in prima persona con le sfide che il continuo sradicamento comporta.
Per il Musée de l'Ohm l'artista ha operato seguendo un pensiero su cui sta lavorando da qualche tempo: il concetto di suicidio, e in particolare delle persone che si sono tolte la vita a causa di problemi di lavoro. In particolare ha lavorato seguendo una messa in scena (una cassetta-reliquario contenente articoli di giornali ambientata con mazzi di fiori) coniugata con il reportage (un video-collage di notiziari con la colonna sonora composta dalla nota canzone evocante il suicidio “Bloody Sunday” e reinterpreta a cappella per la mostra) per aprire una fessura in profondità creata dal ricordo attivato attraverso una collezione di immagini disperse nel tempo e disgregate dalla rapida obsolescenza della nostra contemporaneità.
Per il Musée de l'Ohm l'artista ha operato seguendo un pensiero su cui sta lavorando da qualche tempo: il concetto di suicidio, e in particolare delle persone che si sono tolte la vita a causa di problemi di lavoro. In particolare ha lavorato seguendo una messa in scena (una cassetta-reliquario contenente articoli di giornali ambientata con mazzi di fiori) coniugata con il reportage (un video-collage di notiziari con la colonna sonora composta dalla nota canzone evocante il suicidio “Bloody Sunday” e reinterpreta a cappella per la mostra) per aprire una fessura in profondità creata dal ricordo attivato attraverso una collezione di immagini disperse nel tempo e disgregate dalla rapida obsolescenza della nostra contemporaneità.
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