Francesco Pignatelli. Alchimie contemporanee
Dal 05 Giugno 2014 al 30 Settembre 2014
Bologna
Luogo: Galleria Arte Maggiore
Indirizzo: via Massimo D'Azeglio 15
Orari: lunedì 16-19.30; da martedì a sabato 9-12.30 / 16-19.30
Telefono per informazioni: +39 051 235843 / 051 23584
E-Mail info: info@maggioregam.com
Sito ufficiale: http://www.maggioregam.com
Francesco Pignatelli, artista che intende rinnovare l'atto stesso del vedere attraverso le sue serie fotografiche in costante tensione con supporti pittorici e scultorei, espone per la prima volta a Bologna. Intervenendo sulla riproduzione fotografica con l'ausilio di diverse manipolazioni, l'artista spinge l'osservatore a rivedere e riconsiderare elementi ormai assimilati nella sua memoria, che siano familiari vedute urbane, dipinti rinascimentali o arcadiche foreste. In una costante rivisitazione e trasformazione di linguaggi figurativi noti, l'artista cerca quindi di rivelare la loro profondità liberandoli di significati ormai logori e suscitando sucessivamente nell'osservatore la necessità di un nuovo confronto.
La forza del lavoro di Francesco Pignatelli sta nella capacità di rompere le abitudini visive creando nuovi spazi che costringono ad uscire da una contemplazione passiva del mondo e delle opere d'arte, giungendo ad una nuova visione estetica. E' soprattutto attraverso il rovesciamento cromatico dell'immagine che l'artista ci fornisce nuove prospettive, come nelle serie Reversed City (dal 2002) e Reversed Reinassance (dal 2004). Ciò che l'artista ci mostra è il negativo di queste immagini che improvvisamente perdono così la loro familiarità entrando in quel gioco che è lo straniamento. La fotografia non è più quindi dispositivo di memoria ma vera e propria nuova forza creatrice. Con questa tecnica anonimi ma familiari scorci urbani vengono sospesi in una dimensione metafisica, dove cognizioni di tempo e memoria vanno a perdersi; tracce del passato spingono a cercare una nuova spontaneità in quei capolavori rinascimentali ormai circondati di preconcetti aprendosi a nuove interpretazioni; infine, nella serie Fragile, idilliache foreste accentuano il loro mitologico archetipo di incontro con l'ignoto grazie ai luminosi percorsi che si vengono a creare là dove di solito l'occhio percepisce ombre.
A partire da Fragile, l'utilizzo del mezzo artistico si fa più complesso come si scopre nelle Handle with care (dal 2007), Homeless (dal 2008), Translations (dal 2008) e Osservatorio (dal 2011). In molte di queste la carta fotografica non è più solo mero supporto dell'opera ma ne diventa parte integrante. Pignatelli infatti la aggredisce, accartocciandola ed imprimendogli una nuova plasticità e vitalità, racchiudendola poi in una struttura di plexiglass. Handle with care presenta giganteschi fiori domestici con colori accesi su sfondo nero quasi intendendo immortalarne la bellezza prima dell'inevitabile memento mori. Dai residui di questa serie nasce poi Homeless in cui i fiori, accartocciati su se stessi, si accumulano sul pavimento come corpi esanimi. Accanto a Fragile si pone invece la serie Osservatorio, contrapponendo alla terra dei boschi cieli animati e fortemente contrastati. Qui il drammatico concetto dell'aldilà esplode impetuosamente con gli spari che trafiggono l'opera generando piccoli fori che ricordando stelle. La trasformazione è fondamentale nella poetica dell'artista ed in modo diverso è presente anche nella serie Translations, nuova espolarazione del mondo digitale. Come spiega lo stesso artista: "Ho utilizzato una serie di fotografie prese da internet e poi ho usato un programma che mi ha permesso di decodificarle in un codice alfanumerico [...]. Dopodiché ho cominciato a lavorare su queste fasce di numeri\lettere nel tentativo di meglio rappresentare ogni singolo tema di cui si compone Translations".
Francesco Pignatelli vive e lavora a Milano. Nasce nel 1971 in quella che si può senza dubbio definire una vera e propria famiglia di artisti: il padre Ercole si dedica alla pittura, con uno stile prettamente figurativo, e i due fratelli, Luca e Daniele, sono focalizzati rispettivamente sulla sperimentazione dei materiali – come le tele di canapa cucite tra loro, pannelli industriali e le coperture di cargo ferroviari – e il video. Dal 1999 realizza installazioni in spazi pubblici in diverse città come Torino, Roma, Milano, Venezia, Colonia, Strasburgo, Bonn, Parigi e Toronto. Nel 2014 ha partecipato assieme ad altri quattro artisti internazionali alla mostra “A Season of Triumphs” tenutasi nel Moscow Manege in occasione dell'inaugurazione dei XXII Giochi Olimpici Invernali di Sochi.
La forza del lavoro di Francesco Pignatelli sta nella capacità di rompere le abitudini visive creando nuovi spazi che costringono ad uscire da una contemplazione passiva del mondo e delle opere d'arte, giungendo ad una nuova visione estetica. E' soprattutto attraverso il rovesciamento cromatico dell'immagine che l'artista ci fornisce nuove prospettive, come nelle serie Reversed City (dal 2002) e Reversed Reinassance (dal 2004). Ciò che l'artista ci mostra è il negativo di queste immagini che improvvisamente perdono così la loro familiarità entrando in quel gioco che è lo straniamento. La fotografia non è più quindi dispositivo di memoria ma vera e propria nuova forza creatrice. Con questa tecnica anonimi ma familiari scorci urbani vengono sospesi in una dimensione metafisica, dove cognizioni di tempo e memoria vanno a perdersi; tracce del passato spingono a cercare una nuova spontaneità in quei capolavori rinascimentali ormai circondati di preconcetti aprendosi a nuove interpretazioni; infine, nella serie Fragile, idilliache foreste accentuano il loro mitologico archetipo di incontro con l'ignoto grazie ai luminosi percorsi che si vengono a creare là dove di solito l'occhio percepisce ombre.
A partire da Fragile, l'utilizzo del mezzo artistico si fa più complesso come si scopre nelle Handle with care (dal 2007), Homeless (dal 2008), Translations (dal 2008) e Osservatorio (dal 2011). In molte di queste la carta fotografica non è più solo mero supporto dell'opera ma ne diventa parte integrante. Pignatelli infatti la aggredisce, accartocciandola ed imprimendogli una nuova plasticità e vitalità, racchiudendola poi in una struttura di plexiglass. Handle with care presenta giganteschi fiori domestici con colori accesi su sfondo nero quasi intendendo immortalarne la bellezza prima dell'inevitabile memento mori. Dai residui di questa serie nasce poi Homeless in cui i fiori, accartocciati su se stessi, si accumulano sul pavimento come corpi esanimi. Accanto a Fragile si pone invece la serie Osservatorio, contrapponendo alla terra dei boschi cieli animati e fortemente contrastati. Qui il drammatico concetto dell'aldilà esplode impetuosamente con gli spari che trafiggono l'opera generando piccoli fori che ricordando stelle. La trasformazione è fondamentale nella poetica dell'artista ed in modo diverso è presente anche nella serie Translations, nuova espolarazione del mondo digitale. Come spiega lo stesso artista: "Ho utilizzato una serie di fotografie prese da internet e poi ho usato un programma che mi ha permesso di decodificarle in un codice alfanumerico [...]. Dopodiché ho cominciato a lavorare su queste fasce di numeri\lettere nel tentativo di meglio rappresentare ogni singolo tema di cui si compone Translations".
Francesco Pignatelli vive e lavora a Milano. Nasce nel 1971 in quella che si può senza dubbio definire una vera e propria famiglia di artisti: il padre Ercole si dedica alla pittura, con uno stile prettamente figurativo, e i due fratelli, Luca e Daniele, sono focalizzati rispettivamente sulla sperimentazione dei materiali – come le tele di canapa cucite tra loro, pannelli industriali e le coperture di cargo ferroviari – e il video. Dal 1999 realizza installazioni in spazi pubblici in diverse città come Torino, Roma, Milano, Venezia, Colonia, Strasburgo, Bonn, Parigi e Toronto. Nel 2014 ha partecipato assieme ad altri quattro artisti internazionali alla mostra “A Season of Triumphs” tenutasi nel Moscow Manege in occasione dell'inaugurazione dei XXII Giochi Olimpici Invernali di Sochi.
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