Italo Zuffi. Fronte e retro

Italo Zuffi, A Master's Span (Walter De Maria Nicola), 2007. Ceramica, vernice spray, laccetto, cm. 10 x 50 x 10 circa

 

Dal 20 Gennaio 2022 al 15 Maggio 2022

Bologna

Luogo: MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna

Indirizzo: Via Don Giovanni Minzoni 14

Orari: martedì, mercoledì, giovedì 15-20; venerdì 15-21; sabato, domenica e festivi 10-21. Chiuso: lunedì non festivi

Curatori: Lorenzo Balbi e Davide Ferri

Enti promotori:

  • Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
  • Banca di Bologna
  • ART CITY Bologna 2022

Prolungata: fino al 15 maggio 2022

Costo del biglietto: Intero 6 euro, ridotto 4 euro. Green Pass e dispositivi di protezione individuale obbligatori. L’accesso sarà consentito nel rispetto delle capienze previste e delle norme anti Covid-19

Telefono per informazioni: +39 051 6496611

Sito ufficiale: http://www.mambo-bologna.org


Fronte e retro è il titolo della mostra personale di Italo Zuffi (Imola, 1969) presso il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna.
Il progetto, che aprirà al pubblico il 20 gennaio permette di presentare per la prima volta in modo esteso il lavoro di uno degli artisti italiani più importanti tra quelli nati alla fine degli anni Sessanta. 
Per il MAMbo la mostra prosegue il lavoro di indagine sull’arte italiana che il museo porta avanti da anni, a conferma della linea di ricerca che discende storicamente dalla GAM, presentando un artista legato al territorio in cui sorge il museo stesso.
Un percorso che permette di rileggere il lavoro dell’artista prendendo in considerazione uno spettro di opere che va dagli esordi, alla metà degli anni Novanta, fino al 2020. 

La mostra ruota attorno ad alcuni nuclei tematici che da sempre sostengono il lavoro di Zuffi e si traducono in contrasti e opposizioni che possono agire sul corpo (talvolta quello dell’artista stesso) come sulla forma scultorea: tra le idee di costruzione e al contempo di distruzione/cadutadi lavoro e, insieme, di dispersione dienergia; di mollezza e di rigidità; di fragilità e di competizione (soprattutto rispetto al sistema dell’arte). 
I lavori presentati al MAMbo – opere di scultura, fotografia, video e performance, linguaggi attorno a cui si è sviluppata nel tempo la poetica di Zuffi – ricostruiscono il percorso dell’artista attraverso accostamenti inediti e senza necessariamente seguire una progressione cronologica. 
Le opere esposte, oltre cinquanta, sono le più note ed emblematiche dell’artista ma anche alcune di quelle meno viste e generano nuove ipotesi di dialogo tra loro. Tra queste, ad esempio, due video degli inizi: The Reminder, l’immagine di un corpo che si tende e irrigidisce fino al limite delle sue possibilità, e Perimetro, all’interno del quale un corpo cerca di stabilire la sua relazione con lo spazio generando un senso di attesa e perpetua irrisoluzione. 

La Sala delle Ciminiere, invece, fa emergere alcuni degli aspetti più importanti della pratica scultorea dell’artista, attraverso una selezione di Scomposizioni e di Osservatorit rasportabili, realizzati a cavallo tra anni Novanta e Duemila attorno all’idea di architettura, in diretto dialogo con gli spazi recuperati su progetto di Aldo Rossi, fino a una serie di cavalletti, oggetto emblematico della sua pratica, richiamo a un’idea di lavoro e di scultura che può mostrarsi nel suo svolgersi, senza necessariamente trovare una forma definitiva e The Mystery Boy, una serie di immagini in cui  si vede un ragazzo, disteso sul pavimento, che sembra investire tutta l’energia e la concentrazione di cui è capace attorno a un’azione apparentemente inutile. 
Un’attenzione particolare è dedicata ai lavori che l’artista riunisce sotto il tema della competizione: Italo Zuffi esplora “dall’interno” i meccanismi del potere – soprattutto del sistema dell’arte contemporanea – così come si riflettono sia nelle istituzioni che li rappresentano e li sostengono, sia nella società in generale e li sovverte, li ridicolizza, li interpreta con azioni, performance e happening capaci di coinvolgere il pubblico e diventare opere/tracce in mostra. 

All’interno del percorso, inoltre, alcuni elementi (non del tutto configurabili come sculture) si completeranno attraverso le performance: si tratta, più che di oggetti di scena, di oggetti in attesa, o attorno ai quali si è già consumata l’energia di un’azione. Le performance attiveranno lo spazio in più punti e si svilupperanno a comporre un calendario che toccherà giornate diverse durante tutta la durata della mostra. 

Italo Zuffi 
Nasce a Imola nel 1969. Vive a Milano. 
Artista visivo, lavora con performance, scultura e scrittura. 
Studia all’Accademia di Belle Arti di Bologna e al Central Saint Martins College of Art & Design di Londra. Nel 2001 gli viene assegnata la Wheatley Bequest Fellowship in Fine Art (Sculpture) all’Institute of Art & Design, School of Art di Birmingham (UK). 
Insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, e alla Libera Università di Bolzano, Facoltà di Design & Arti. Dal 2011 al 2019 è stato Visiting Lecturer in Performance alla Royal Academy of Art di L’Aja (NL). 
Nel 2013 fonda con Margherita Morgantin il collettivo Pawel und Pavel. 



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