Paolo Loschi. TARAB, quando le anime si toccano
Dal 22 Luglio 2018 al 05 Agosto 2018
Ostuni | Brindisi
Luogo: Galleria Orizzonti Arte Contemporanea
Indirizzo: piazzetta Cattedrale
Curatori: Gabriella Damiani
Telefono per informazioni: +39 0831.335373
E-Mail info: info@orizzontiarte.it
Sito ufficiale: http://www.orizzontiarte.it/
Il quinto evento previsto nel calendario delle mostre della galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni per questa estate è affidato all'artista trevigiano Paolo Loschi con la sua mostra "TARAB, quando le anime si toccano". La mostra giunge dopo un lungo percorso di crescita e consolidamento della pittura di Loschi; un gesto ormai maturo, fluido e veloce con cui l'artista imprime su tele di grandi dimensioni la proiezione quasi cinematografica di più immagini in movimento. Grazie alla pronta collaborazione del Museo Civico di Ostuni e del Museo Diocesano, che per l'occasione hanno messo a disposizione i Giardini Vescovili, alle ore 19,00 in apertura mostra, avrà luogo una performance, una frizzante ed immediata action painting eseguita sulle note stridule ma dolci, incalzanti e lente della tromba jazz di Alberto Di Leone. La sinuosa melodia guiderà il gesto di Loschi a dare forma ad immagini maschili e femminili, sospese e volanti, sorprese nell'ignoto della infinita lotta della danza d'amore.
Ecco come Cristina Principale descrive il lavoro dell'artista:
Da spettatori delle opere di Paolo Loschi, si è coinvolti oltre i confini bidimensionali delle immagini e lo spazio in cui vengono a collocarsi. Esempio di pittura, la sua, che trasuda il gesto che di volta in volta la compie e i contenuti di una potente immaginazione. Verrebbe infatti da domandarsi dove risieda quel quid nel suo linguaggio che lascia credere che da un momento all’altro le scene prendano vita, liberate da una condizione determinata e dal riferimento del tempo, e svincolate dall’influenza di un titolo o un sentimento in particolare. Ebbene, una risposta possibile la suggerisce una delle accezioni del termine tarab, che sta a indicare idealmente lo stato di estasi che viviamo quando ascoltiamo certa musica, per ciascuno diversamente speciale; l’alterazione felice in cui ci troviamo quando avviene quel coinvolgimento, appunto, che ci aiuta a riconoscere l’arte, nelle sue coniugazioni. Vi sono infatti elementi di fascinazione nella sensibilità dell’artista Loschi che accompagnano al piacere. La capacità di riscrivere la realtà, mettendo in gioco nuovi mondi visivi, e certamente il ritmo della sua pittura. L’impronta sinestetica della sua creatività, come l’ha definita Michela Giacon nel 2008, rinviene dalla formazione come musicista e da una spontanea e accentuata attenzione alle armonie. Propriamente alle relazioni tra elementi, umani o formali, rapporti dentro e fuori la superficie. Sia questa di carta, legno o tela, di piccole o grandi, grandissime dimensioni. Loschi riesce, con la medesima intesa espressività, a gestire il segno pittorico tanto concentrandolo nei pochi centimetri di una cartolina che sfidando supporti vuoti, fino a 30 metri – record di un suo ultimo progetto dell’estate 2018. E la musica risulta tutt’altro che accessoria nel determinare l’azione, che ha a che fare con la dote di quanti nell’esecuzione vanno “ad orecchio”, come lui stesso riconosce. È capace così, rivolto al suo supporto, di concerti da camera e per orchestra, con un tocco talvolta intimista e delicatissimo, altre volte plateale e gridato. A partire dal disegno asciutto nero su bianco, per completarsi con tonalità liquide e luminose che danno corpo a intensi ritratti, di protagonisti singoli o a più figure, vedute di paesaggi naturali o urbani, e collages di forme a descrivere paesaggi invece interiori, per lo più legati in serie e che scandiscono la sua ricerca negli anni. L’esperienza forbita e di lunga data di Loschi fa eco alle avanguardie storiche, rinnovando lo sguardo sull’importanza della concertazione, e garantendo pregio performativo e nella resa pittorica. Una spontanea disposizione all’ensemble ha guidato proprio ad una serie di site specific che lo vedono autore, nell’ultimo lustro, di Concerti per musica e pennello, performance collaudate nelle quali il pittore si esibisce live durante la creazione, accompagnato da musicisti che contribuiscono all’esibizione e ne scandiscono l’umore. Questa proposta è stata declinata in contesti d’eccezione sempre differenti, in spazi museali, quanto in spazi storici e industriali, dedicata a collezionisti privati o aperta al pubblico. Il tratto in comune con le sperimentazioni in studio è, puntualmente, la sensazione di immersione nelle anime dei suoi colori. Da spettatori delle opere di Paolo Loschi, si può condividere la seduzione del contatto, il suo con la musica, quello tra i soggetti delle opere nelle opere, e tra questi e noi, attraverso un’espressione umorale e incalzante, frutto di un imprevedibile incontro.
Paolo Loschi è nato a Treviso nel 1966. Personalità poliedrica, si distingue fin dagli inizi della sua attività artistica per la creatività passionale fuori dagli schemi. Dopo aver frequentato il Liceo musicale negli anni giovanili, cambia rotta per dedicarsi interamente alle arti figurative entrando in contatto con artisti veneziani e trevigiani nell’ambito pittorico e grafico. La sensibilità musicale acquisita, avrà tuttavia forti ripercussioni sulla tendenza lirica e gestuale del suo linguaggio pittorico, tanto da definirsi “un pittore dal buon orecchio”. Si impone molto presto al pubblico per il suo segno incisivo e analitico, sarcastico e introspettivo, capace di indagare e far emergere l’intimità dei suoi soggetti e di spingere agli estremi il figurativismo espressivo. Dal 1996 in poi realizza numerose mostre collettive e personali in Italia, Europa e America, collaborando maggiormente con le gallerie d’arte di Roma, Milano, New York (U.S.A.), Amsterdam (Olanda) e Berlino (Germania). Tra il 2001 e il 2002 lavora a Siviglia (Spagna) per un progetto che lo vede collaborare con importanti artisti spagnoli. Le contaminazioni espressive, la straordinaria luce del Sud della Spagna, saranno un’esperienza fondamentale per la maturazione del suo stile in senso cromatico. Dal 2014 inizia la fruttuosa collaborazione con l’artista salentino Fabrizio Fontana, una perfetta fusione di stili dalla quale nasce un simbolico terzo artista ironico e dissacratore, che darà vita alla serie di opere battezzata: Jioki Loschi. Instancabile sperimentatore, propenso alla contaminazione tra linguaggi artistici diversi, alcuni suoi cicli di opere hanno ispirato o si sono prestate alla scenografia di pièce teatrali di rilievo. Ha realizzato le copertine dei compact disc dell’autore Massimo Bassan, la copertina di un romanzo e l’illustrazione del noto libro musicale di Camille Saint-Saëns, Il Carnevale degli Animali.
Attualmente vive e lavora a Giavera del Montello (TV), dove da alcuni anni si è ritirato per assecondare il bisogno di stare a contatto con la natura.
Inaugurazione domenica 22 luglio 2018 ore 18,30
LIVE PERFORMANCE
CONCERTO PER PENNELLO E TROMBA
con Paolo Loschi, painter e Alberto Di Leone, jazz trumpet
Giardini Vescovili, Museo Diocesano ore 19,00
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