Presenze Contemporanee
Dal 14 Aprile 2019 al 14 Giugno 2019
Caserta
Luogo: PAM - Parete Art Museum
Indirizzo: Palazzo Ducale di Parete, Via Umberto I 40
Orari: Mar - Ven 10 - 13 / 16 - 19 | Sab - Dom 10 - 13 / 16 - 19.30 | Lun chiuso
Curatori: Barbara Vincenzi
Costo del biglietto: Ingresso libero
E-Mail info: presenzecontemporanee@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.exclusive.org
Inaugurazione 14 Aprile h 17 presso il PAM Parete Art Museum - Palazzo Ducale di Parete (Caserta) Via Umberto I n° 40) - concept di Paolo Feroce
L'arte contemporanea non deve essere più banalizzata concettualmente o ridotta ancora a provocazioni passatiste, ma ha bisogno di trovare un pensiero, un'estetica nuova e oggettiva, di cercare la sezione aurea anche in volumi non figurativi, protendendo verso un'eleganza suggerita dal ritmo delle forme, dal giusto abbinamento dei colori e sperimentando, magari, materiali innovativi.
Non a caso nelle collezioni più importanti si ricerca la definizione assoluta di ogni dettaglio dell'opera d’arte e la sua fruibilità per farla dialogare con ambienti diversificati, siano essi architetture di stampo contemporaneo o edifici di valenza storico-monumentale. Il percorso espositivo seguirà queste indicazioni anche perché avvicinano, in maniera concreta, gli artisti al collezionismo.
Da questi concetti cardine nasce Presenze Contemporanee, un'esposizione aperta a chi ricerca la perfezione in ogni elemento artistico, sia figurativo che informale. L’esposizione Presenze Contemporanee si svilupperà all’interno delle sale del piano nobile del Palazzo Ducale di Parete (Caserta), che diverrà luogo e spazio dove presentare uno spaccato degli ultimi vent’anni di ricerca artistica italiana. Gli artisti selezionati si cimentano con progetti che si misurano con le tematiche odierne: ‘Uomo e Natura’, e ancora, l’individuo e la vita, la ricerca dell’equilibrio e della luce, sono alcune riflessioni affrontate dagli artisti presenti, Riccardo Furini e Vittorio Colamussi (progetto TURN), Giuliana Silvestrini, Francesco Nicolato, Stefano Accorsi, Andrea Boldrini, Fabrizio Mazzardo, Raffaele Boemio.
Non manca la pura riflessione e ricerca estetica di carattere maggiormente figurativo e di sapore pop con Chiara Anaclio, Vittoria Rutigliano, Erica Appiani e Diego Valentinuzzi, Veronica Francione.
Riccardo Furini e Vittorio Colamussi. Il progetto Turn nasce da un’idea di due artisti, rispettivamente pittore e fotografo, d’indagare il legame esistente tra le proprie opere. Oltre a uno scambio reciproco, si confrontano sulla tematica dell’Uomo e della Natura, in un bisogno reciproco di riconciliarsi con l’ambiente: cambiare visione per riavvicinarsi all’essenza del rapporto Uomo/Natura, rapporto sempre più logorato da una vita che artificiosamente ce ne allontana, per ritrovare un equilibrio fuori e dentro di sé.
Andrea Boldrini presenta opere che sono ‘Luoghi’, dove possiamo trovare un paesaggio di polveri dissolte e spazi di colori bui e risalite cromatiche. Anche per lui il paesaggio o ‘spazio’ della natura si ritrova tra vibranti luci e terre, tra istanti e sensazioni, in un infinito prosieguo che lascia solo una bozza, a volte, di figurazione, privilegiando l’istante emozionale del colore.
Per Giuliana Silvestrini l’uso delle immagini per frammenti e del processo di sedimentazione delle materie/colore rappresenta il cardine della sua ricerca, che si articola tra pittura, fotografia, video e installazioni. L’immediatezza del segno è il carattere fondante del suo processo artistico: energia, movimento, colore e forza del gesto pittorico tendono a un equilibrio ideale. Una visione insieme cosmica e terrena, un lasciarsi andare dentro: un caos e disordine interiore, per consegnare a se stessi l’opportunità di una crescita interiore, entrando in relazione con il dolore, la separazione, la caduta.
Stefano Accorsi. La luce è l’essenza e la materia di cui si compongono le opere di Stefano Accorsi. Luce allo stato puro. Luce che si irradia dal colore. Una luce vibrante, che si sprigiona dal centro del quadro, e che si espande su tutta la superficie pittorica. Pennellate fitte e sapientemente modulate, che vibrano, si sfaldano, si addensano per poi allargarsi in una pace ritrovata, tra attimi sospesi, concentrazione e meditazione, fino al totale rilascio catartico.
Francesco Nicolato presenta una selezione di opere tratte dalla poetica sui ‘Margini’. Margini è inteso dall’artista, come percezione del limite delle cose, come fine di una cosa ed inizio di un’altra. Limite come distacco ma anche come cerniera di collegamento dove, a dispetto delle apparenze, tutto è legato. Tutto è una comunione tra terra e cielo, tra natura e individuo. Gli elaborati in bianco e nero sono una metafora della notte e del giorno, come lo Yin e Yang, come immagini diverse di uno stesso corpo, come poli opposti che si attraggono. Alberi in nero si stagliano sul cielo senza colore, oppure costruzioni nere affrontano il bianco assordante. La sua ricerca si orienta a cercare l ‘interazione tra diverse forze, spesso contrapposte: un’eterna lotta senza fine tra il buio e la luce, tesa a cercare il senso più intimo dell’esistenza.
Fabrizio Mazzardo, ci presenta le fotografie tratte dal reportage del tour teatrale Shakespeariano. Ispirato dal Maestro Carlo Rovelli; tour che gli offre il modo di riflettere e di leggere la rappresentazione teatrale come mezzo introspettivo. Le opere divengono rielaborazioni di un inconsapevole e inaspettato dialogo con se stesso. Ne nascono fotografie spesso in bianco e nero, che rimandano a uno stato emotivo, e un movimento lento e incessante dato dalla sovraesposizione protratta.
Raffaele Boemio. Nel 1978 ha fondato con Haebel e Domenico Natale il “Gruppo X/Arte”, aderendo al Movimento degli operatori estetici nel sociale. La pittura è stata ed è il linguaggio prevalente nel quale si manifesta la sua creatività, senza tuttavia chiudersi altre capacità semantiche ed espressive, ad altre tecniche artistiche, allargando la sua ricerca al ferro, al legno e alla elaborazione digitale della fotografia.
Chiara Anaclio ci presenta il progetto Détails. Il progetto nasce nel 2015 come riflessione estetica. Attraverso dettagli ricavati da opere con protagoniste femminili della pittura fiamminga e rinascimentale, nasce una produzione artistica d’indagine sul particolare. Sottolineando con gettate di colore nuovi significati, imprecisioni, nuove ipotesi di contenuto, aprendosi ad un meta-racconto artistico. La ricerca è composta da opere in cui gli interventi pittorici su stampa rimescolano regole e colori dei capolavori dell'arte classica. Il risultato è un gioco di specchi fra rimandi evocativi, patine del passato e suggestioni dal futuro.
Vittoria Rutigliano, dopo scenografia all’Accademia, approfondisce la grafica incisoria e si laurea nel 2009 con una tesi che studia le influenze artistiche del Futurismo, soprattutto nella moda e negli abiti.
Tutte queste esperienze e sperimentazioni la portano ad acquisire grande maturità nell’uso del collage e di altri elementi e supporti. L’equilibrio delle composizioni deriva dai tratti originali e distintivi dei suoi collage. In aggiunta interviene a rafforzare il tratto spesso “graffiato” delle sue opere su tela con l’innata abilità dell’artista a costruire immagini con immagini. L’esperienza tecnica e la maturità artistica le hanno permesso di confrontarsi, con disinvoltura, anche in ambiti solitamente distanti dal collage come la tematica sacra o la ritrattistica su commissione.
Diego Valentinuzzi. Tutta la produzione pittorica di Valentinuzzi rappresenta un riflesso visionario nel procedere per simboli e allusioni, dove i suoi lavori si possono definire un palcoscenico di meditazione: sono momenti che sorgono dall’esperienza del vissuto o dell’immaginario, dunque una ritrovata serena commedia dell’inconscio. La fusione tra la realtà e il sogno si esplica anche nel libero accostamento di materiali diversi, che riproducono contenuti onirici e visioni inconsce. Figure simboliche, abbinate alle suggestioni pop e optical, completano le fonti di ispirazione facendo crescere l’effetto allusivo, l’idea del passato che si unisce al presente in un’unica dimensione temporale, dove tutto diventa soprattutto una chiave di indagine.
Erica Appiani. La sua ricerca artistica nasce dalla necessità di nobilitare soggetti ed elementi quotidiani spesso dimenticati e trascurati, in un’arte impostata al realismo innocente, romantico, che spesso decontestualizza per giungere a un rinnovato linguaggio estetico.
Veronica Francione. Il suo interesse è rivolto all’essere: ne osserva gli sguardi, le espressioni, la mimica facciale che spesso sottende ad emozioni non espresse e latenti. Analizza la gioia o il dolore. I segni rossi sono da considerare come la sua’ firma’ che si manifesta alla ricerca di interpretare l’anima del soggetto. Sono Ritratti “interiori” caratterizzati da segni come tagli, a manifestare ciò che è intangibile, quasi a spezzare l’equilibrio estetico.
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