Giardini di seta. Tessuti, abiti e botanica del territorio lariano

Foulard Sir Peter, 1983. Disegno di Ken Scott

 

Dal 23 Settembre 2015 al 11 Ottobre 2015

Como

Luogo: Villa Sucota, Como / Villa Bernasconi, Cernobbio

Indirizzo: via per Cernobbio 19, Como / via Regina 7, Cernobbio

Orari: Da martedì a venerdì 14-18; Sabato, domenica 10-19

Enti promotori:

  • Regione Lombardia
  • Expo Milano 2015 - Padiglione Italia
  • SistemaComo2015
  • Como Cultural Capital
  • Unindustria Como
  • Fondazione Cariplo
  • Fondazione Gruppo Credito Valtellinese
  • Provincia di Como
  • Comune di Como
  • Camera Nazionale della Moda Italiana

Costo del biglietto: Intero € 7, Ridotto € 5 (fino a 25 anni, oltre i 65 e per i convenzionati), Gratuito fino a 12 anni

Telefono per informazioni: +39 031 3384976

E-Mail info: info@fondazioneratti.org

Sito ufficiale: http://www.fondazioneratti.org


Tra moda e natura, prosegue fino all'11 ottobre "Giardini di seta. Tessuti, abiti e botanica del territorio lariano”.
La mostra - organizzata dalla Fondazione Antonio Ratti (FAR) e dal Comune di Cernobbio e visitabile nelle due sedi di Villa Sucota/Fondazione Antonio Ratti a Como e Villa Bernasconi a Cernobbio - è un viaggio nell’eleganza, tra sete barocche, taffetas, tessuti per l’arredamento, abiti da ballo settecenteschi e ottocenteschi, fino alle creazioni dei più importanti stilisti del Novecento, come Dior, Yves Saint, Laurent, Valentino, Biki, Capucci, Ferré, Ken Scott e Leonard.
Le bellezze naturali del territorio lariano, i parchi e i giardini affacciati sul lago da sempre ispirano creativi e artisti, che nei secoli vi hanno attinto suggestioni continue per le loro creazioni, come quelle esposte in mostra, e l’industria serica che si è sviluppata a Como dalla fine dell’Ottocento non si è sottratta a questa fascinazione.
Oltre ad ammirare la natura e la botanica stampate su tessuti, foulard e abiti, i visitatori della mostra possono immergersi nel verde passeggiando nei giardini di Villa Sucota e Villa Bernasconi da poco recuperati e aperti per la prima volta.
E, per trascorrere momenti di piacevole bellezza, è possibile percorrere a piedi il tratto che unisce le due ville sedi della mostra:  un percorso di grande fascino in riva al Lago da Como.
 

La mostra
I tessuti floreali provenienti dalle collezioni della Fondazione Antonio Ratti, da importanti collezioni private e dagli archivi storici delle industrie seriche lariane sono esposti lungo un percorso suddiviso in “stanze” tematiche; nella prima parte di mostra vi sono sete barocche lionesi in cui si intrecciano fiori e elementi architettonici, aerei taffetas decorati con tralci di rose o di bacche, cotoni per arredamento con realistici trionfi floreali della seconda metà dell’Ottocento.
La seconda parte della mostra è invece dedicata ai tessuti del Novecento, secolo che segna lo sviluppo delle seterie comasche, fornitrici dell’Alta Moda e del prêt à porter italiano e francese. Nelle sezioni sono in mostra stoffe con temi legati ai prodotti dell’orto o decorate con erbe officinali, mentre un intero salone presenta abiti e tessuti ispirati alle rose, uno dei più amati dalla decorazione tessile di ogni epoca. Ai tessuti sono accostati abiti collegati al tema, che per la parte novecentesca sono stati scelti per rappresentare l’Alta Moda italiana, da Biki a Capucci, Ferré, Valentino, l’Haute Couture parigina con Dior e Yves Saint Laurent, e il prêt à porter internazionale con Ken Scott e Leonard.
Per la prima volta è presentata al pubblico una selezione di tavole dall’erbario Fabani, prestato dalla Fondazione Centro Studi Nicolò Rusca di Como: una straordinaria collezione di circa 3000 tavole di erbe e piante raccolte a cavallo tra Otto e Novecento da Giuseppe Fabani, medico condotto di Cernobbio.
In mostra anche l’opera Humulus Lupulus (2015, stampa serigrafica su cotone, 120x150, ed.3) di Serena Porrati, realizzata in occasione della mostra con la collaborazione dell’I.S.I.S. “Paolo Carcano” di Como, che si trova esposta all’ingresso di Villa Sucota. Serena Porrati ha partecipato nel 2012 allo CSAV - Artists Research Laboratory della Fondazione Antonio Ratti: il lavoro esposto rappresenta un ulteriore modo di raccontare come il tema botanico possa essere fonte di ispirazione per la creazione artistica.

Eventi collaterali
Affianca la mostra un nutrito programma di iniziative collaterali legate al verde, all’arte e ai tessuti, che vede il coinvolgimento di altre istituzioni e associazioni del territorio: dai laboratori didattici sulla botanica, con raccolta di erbe e indicazioni per il loro utilizzo in cucina (a cura di Società Ortofloricola Comense), alla conferenza su Giardini di agrumi e fantasie di seta, a visite guidate ad alcuni dei più bei parchi storici della riviera lariana (oltre a Villa Sucota, anche Villa del Grumello e Villa Erba).

Le sedi della mostra
La scelta delle sedi della mostra non è casuale: Villa Sucota e Villa Bernasconi, situate a poca distanza l’una dall’altra sul primo bacino della sponda occidentale del lago di Como, sono entrambe esempio di come, spesso, gli imprenditori tessili comaschi abbiano scelto di svolgere la loro attività in edifici immersi nel verde, per alimentare la creatività dei designer e per offrire ai clienti la possibilità di godere delle bellezze del lago.
Villa Sucota, dove sono esposti tessuti e abiti del Settecento e Ottocento provenienti dalle collezioni del Museo della FAR e da raccolte private, è stata sede degli uffici creativi della Ratti s.p.a. dalla fine degli anni Cinquanta al 1998; dal 2010 ospita la Fondazione Antonio Ratti e il suo museo di tessuti antichi e moderni, frutto della passione collezionistica di Antonio Ratti che, nel secondo dopoguerra, ha continuato e onorato la tradizione tessile inaugurata alla fine dall’Ottocento.
Nell’estate 2015 è prevista l’apertura al pubblico del parco di Villa Sucota, già parte insieme a Villa Olmo e Villa del Grumello del chilometro della conoscenza, un corridoio verde che unisce i parchi delle tre ville lariane. A Villa Sucota sarà quindi possibile percorrere i sentieri e visitare alcuni luoghi ora nascosti della proprietà, come il belvedere o la piccola cappella adiacente alla villa, la limonaia e le serre. Sono inoltre predisposti itinerari tematici che guideranno il visitatore alla scoperta del parco e che descriveranno il paesaggio e la storia del luogo, oltre a un percorso tra installazioni e opere d’arte temporanee e permanenti.
Villa Bernasconi, che ospita tessuti di produzione comasca dal Novecento ai giorni nostri accostati a capi di Haute Couture realizzati con sete lariane, costituisce uno dei più preziosi esempi di architettura Liberty in Italia, tanto da essere inserita nel circuito "Route européenne de l’Art Nouveau".
La villa, oggi di proprietà del Comune di Cernobbio, fu edificata nel 1905 su progetto dell’architetto Alfredo Campanini per conto dell’imprenditore Davide Bernasconi, tra gli iniziatori autorevoli della tradizione industriale serica di Como.
La decorazione esterna e interna della villa si ispira a temi botanici legati alla creazione tessile, tra cui altorilievi raffiguranti il ciclo del baco da seta e piastrelle a fiori di gelso.

Le “stanze” della mostra: un percorso tematico
Giardini barocchi: sontuose sete broccate lionesi del Settecento a motivi floreali mescolati con scorci architettonici. A corredo/contrasto tessuti contemporanei a tema di ortensie e un vestito-ortensia della maison francese Leonard.
Giardini sinuosi: la leggerezza della seconda metà del Settecento esemplificata da sete a meandro dai colori brillanti, accompagnate da abiti maschili e femminili, tra cui una sontuosa robe à la française, i cui fiori subiscono l’influsso dell’Oriente.
Giardini romantici: rose, glicini, lillà decorano le sete di metà
Ottocento che ispirano la creazione di abiti dalle gonne a corolla e preziose legature di libri destinati a un raffinato pubblico femminile.
Giardini alle pareti: tipica del gusto vittoriano la “casa serra”, che ospita sulle pareti lussureggianti decorazioni floreali di grande realismo, qui esemplificate da cotoni stampati inglesi e francesi.
Giardini ruggenti: fiori pennellati, astratti, in movimento caratterizzano la produzione di sete stampate degli anni Trenta, l’età del jazz, presenti in mostra attraverso gli archivi storici delle seterie comasche.
Giardini di frutta e verdura: gli anni Cinquanta e l’esplosione di tessuti stampati ispirati da orti e frutteti, decori molto amati in particolare dal couturier francese Hubert de Givenchy.
Giardini di erbe aromatiche: le erbe odorose e gli erbari ottocenteschi hanno ispirato nella seconda metà del Novecento i pattern di collezioni tessili di abbigliamento e arredo, in mostra accanto a un prezioso erbario, raccolto con passione da Giuseppe Fabani, medico condotto di Cernobbio.
Giardini pop: autore di brillanti disegni a tema vegetale, Ken Scott, prima per il marchio Falconetto e poi a suo nome, ha dato vita a collezioni memorabili che gli hanno valso l’appellativo di “giardiniere della moda”, collezioni qui rappresentate attraverso abiti e foulards.
Giardini di rose: tema amatissimo dai creatori tessili, la rosa è stata rappresentata in molti modi nel corso del Novecento. Accanto ai tessuti, in questa sezione saranno in mostra abiti di Capucci, Yves Saint Laurent, Valentino, Versace e di sartorie milanesi, realizzati con sete comasche.
Giardini tropicali: stampe a disegno giungla dall’archivio dello Studio Tucano di Como fanno da sfondo a un mini dress di Donatella Versace, completamente ricamato, sullo stesso soggetto.
Giardini incantati: il gran finale della mostra, con spettacolari abiti da gran sera di Dior e Ferré Haute Couture, vere sculture da indossare.

Le altre sedi
Giardini di seta è una “mostra diffusa”: oltre a Villa Sucota e Villa Bernasconi, alcuni tessuti e abiti sono esposti anche al Museo didattico della Seta di Como, a Villa Carlotta di Tremezzo (CO) e al MVSA - Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio.
Il Museo didattico della Seta presta a Villa Bernasconi un estratto della sua ricca collezione di moda, con abiti stampati a tema floreale in crêpe de chine che ben evidenziano il valore della stampa e dello stile di un’epoca e riassumono il lavoro del disegnatore, del lucidista e del fotoincisore; mentre, a sua volta, ospita un abito da giorno “Pancaldi&B” della stilista Titta Porta in crêpe di seta stampata a grandi fiori, proveniente da una collezione privata.
A Villa Carlotta, nella stanza da letto della principessa, è possibile ammirare un abito da ballo databile tra il 1850 e il 1855, contemporaneo al matrimonio di Carlotta. L’abito è realizzato con un aereo taffetas di seta stampato su ordito e si caratterizza per una decorazione a tralci floreali policromi, secondo i canoni del disegno tessile “a giardino” in voga nel periodo. Il pezzo appartiene alla collezione di abiti antichi di Camilla Colombo.
Il MVSA dedica quattro sale alla mostra Giardini di seta. Le prime due sale presentano un apparato didattico di notevole suggestione: grandi pannelli e slideshow sui giardini che si affacciano sul lago di Como, sulle tavole dell’Erbario Fabani, sui sontuosi abiti e tessuti in mostra nelle altre sedi. Nelle altre due sale sono esposti un paramento liturgico della Parrocchia di Ponchiera, che bene illustra, con il suo ricamo a tralci e racemi fioriti, il tema dei tessuti a ricamo naturalistico, e sette preziosi frammenti tessili concessi in prestito per l’occasione dalla FAR, con decori floreali stilizzati eseguiti a telaio. Tutti i pezzi esposti al MVSA risalgono al XVII secolo.



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