Raccolta differenziata di Arte Contemporanea
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Raccolta differenziata di Arte Contemporanea
Dal 19 Dicembre 2015 al 20 Marzo 2016
Acri | Cosenza
Luogo: MACA Museo Arte Contemporanea Acri
Indirizzo: piazza Falcone 1
Orari: dal martedì al sabato 9-13 / 15,30-19,30; domenica 10-13 / 15,30-19,30
Curatori: Silvio Vigliaturo
Telefono per informazioni: +39 011 9422568
E-Mail info: info@museomaca.it
Sito ufficiale: http://www.museomaca.it
A partire da sabato 19 dicembre 2015, la Sala Estemporanea del MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) ospiterà l’installazione ambientale Raccolta differenziata di Arte Contemporanea.
Il progetto dell’opera, a cura di Silvio Vigliaturo, prende ispirazione da due articoli recentemente pubblicati sull’inserto La Lettura del Corriere della Sera, a firma di Stefano Bucci e Vincenzo Trione.
Partendo dalla notizia di una “svista” di un’addetta delle pulizie del Museion di Bolzano, che ha inavvertitamente buttato nella spazzatura l’installazione, composta da «i postumi di un party ben riuscito», Dove andiamo a ballare questa sera?, delle artiste Sara Goldschmied ed Eleonara Chiari, i due autori sottolineano quella deformazione artistica tipicamente contemporanea che essi stessi definiscono come concettualismo debole: «una perversa tendenza allo stupore effimero».
L’episodio è solo l’ultimo di una serie di simili disavventure, in cui delle opere d’arte non vengono interpretate come tali, o viceversa, semplici oggetti sono ammirati come capolavori dell’Arte Povera o minimalista.
L’installazione prende la forma di un labirinto composto da undici teli di grandi dimensioni che riportano interamente i due articoli succitati e una collezione di immagini di opere che hanno subito un trattamento simile a quella di Goldshmied e Chiari, chiamando in causa nomi di assoluto primo piano del mondo dell’arte, tra cui i numi tutelari dell’odierna arte concettuale: Marcel Duchamp e Joseph Beuys.
L’intento ultimo dell’opera è ironico e satirico e viene palesato dalla presenza di un video, che chiude il percorso, in cui vengono ripresi spezzoni di film e programmi televisivi che ironizzano sul mondo dell’arte e i suoi vizi spesso assurdi e di maniera: da Alberto Sordi ad Aldo, Giovanni e Giacomo, passando per Corrado Guzzanti.
Come ogni approccio satirico alla realtà, però, anche quest’opera trasfigura con il riso una chiamata d’allarme e una presa di posizione: «si guarda con sufficienza il momento del saper fare e della consapevolezza tecnica; si celebra il fortuito, il casuale; e si difende la convinzione secondo cui l’arte contemporanea sarebbe una setta chiusa. […] Basta con queste cialtronerie, l’arte è una cosa seria».
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