Paolo Buggiani. Il Pianeta su Tela

Paolo Buggiani, Dopo il viaggio, 1987 100x70 cm.
Dal 07 Novembre 2021 al 05 Dicembre 2021
Cremona
Luogo: Galleria Il Triangolo
Indirizzo: Vicolo della Stella 14
Orari: da giovedì a domenica dalle 16.30 alle 19.30
Curatori: Gianluca Marziani e Stefano Antonelli
E-Mail info: info@iltriangoloartgallery.com
Sito ufficiale: http://www.iltriangoloartgallery.com
Il Pianeta su Tela è la mostra di Paolo Buggiani in programma alla Galleria Il Triangolo di Cremona da domenica 7 novembre a domenica 5 dicembre. L’esposizione, curata da Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, presenta una selezione di opere pittoriche che ripercorrono i principali cicli su tela dell’artista toscano, protagonista della Street Art a New York ma, prima di tutto, esponente di spicco della pittura italiana dagli anni Cinquanta ad oggi.
La mostra mette in luce gli aspetti innovativi del percorso di Buggiani sul quadro, le molteplici intuizioni che lo hanno visto attraversare linguaggi e codici visivi, passando dalla cultura informale alle ispirazioni di natura Pop, fino alle riflessioni ecologiste sullo stato di salute del Pianeta. Un artista di spessore morale e linguaggio narrativo, da sempre sintonizzato su una pittura sensoriale, fuori dai generi canonici ma dentro la potenza di un segno arcaico che contiene la forma del futuro.
Buggiani ci catapulta sullo sfondo della New York primi anni Ottanta, dove prende forma la fase generativa della Street Art, il momento seminale che produrrà una genia di artisti rivoluzionari, da Keith Haring a Jean-Michel Basquiat, impegnati a inventare un nuovo legame con la città e i suoi spazi da conquistare. Al contempo, seguendo le opere in galleria, ci ritroviamo sullo sfondo più ampio del nostro pianeta, tra materie e colori che riguardano le origini, le stratificazioni, il progresso umanistico, lo sviluppo meccanico e idraulico, un’avventura fulminante tra mitologie urbane, animali preistorici, frammenti geologici e visioni omeriche. Un percorso espositivo che rivela la complessità di Paolo Buggiani, la persistenza figurativa dei temi leggibili nelle performance urbane, lo sguardo etico sulla natura da salvaguardare, l’attitudine ai motivi ecologisti in un continuo dialogo con le materie e le energie del mondo reale.
Il Pianeta su Tela si collega alla mostra MADE IN NEW YORK. KEITH HARING + PAOLO BUGGIANI (& FRIENDS) La vera origine della Street Art, a cura degli stessi Marziani e Antonelli, che il 6 novembre inaugura negli spazi del Museo del Violino a Cremona dove avranno luogo, sino a dicembre 2022, tre grandi mostre dedicate ad alcuni tra i più rilevanti fenomeni artistici del nostro tempo. La galleria Il Triangolo sarà lo spin-off territoriale che le accompagnerà, presentando ogni volta un progetto speciale attraverso il quale approfondire un artista o un aspetto tematico.
Paolo Buggiani, nato a Castelfiorentino il 9 maggio 1933, negli Anni Cinquanta partecipa alle ricerche d’avanguardia a Roma con Turcato, Burri, Dorazio, Accardi e Novelli. Appartengono a questo periodo le tele caratterizzate da gesti violenti che si “aprono” davanti allo spettatore, trasportandolo emotivamente dentro le passioni dell’artista. La sua ricerca si è poi rivolta ad un coinvolgimento diretto con la realtà. Nel 1962 Buggiani si trasferisce a New York e si confronta con la Pop Art, il Living Theatre, la fotografia di ricerca. Incontra artisti quali Andy Warhol, Richard Avedon e Robert Frank, partecipando al clima di fermento del periodo con tele dagli elementi luminosi, in grado di evidenziare il valore cromoluminare in continuo dialogo con la pittura. Nel 1968 riceve una borsa di studio dalla fondazione Guggenheim - assieme, fra gli altri, a Donald Judd e Philip Guston - per la ricerca sulla scultura in America. Dal 1968 al 1979 Buggiani lavora tra Roma e Milano: sono di questo periodo le “Sculture Umane Sottovuoto”, i “Dipinti sulla Realtà”, “l’Arte Indossabile” e il “Fuoco come Arte”. Buggiani torna a New York nel 1979 dove, con le sculture di fuoco in movimento e le installazioni dei Rettili Meccanici da inserire nel tessuto urbano, compare tra i maggiori protagonisti del movimento della Street Art, in compagnia di amici come Keith Haring, Les Levine, David Finn, Richard Hambleton e Ken Hiratsuka. Nelle opere recenti l’artista torna a lavorare sul gesto e sul segno manuale come riti che rincorrono la memoria di un trascorso mai del tutto accantonato: si tratta di istanti fotografici registrati in ogni minimo dettaglio, poi interpretati con cromie accese e zone di contrasto luminoso, secondo l’istinto pittorico che si fa al contempo performance e happening. Dal 1979 l’artista divide la sua vita tra New York e il borgo medievale di Isola Farnese (Roma).
Inaugurazione domenica 7 novembre, ore 11
La mostra mette in luce gli aspetti innovativi del percorso di Buggiani sul quadro, le molteplici intuizioni che lo hanno visto attraversare linguaggi e codici visivi, passando dalla cultura informale alle ispirazioni di natura Pop, fino alle riflessioni ecologiste sullo stato di salute del Pianeta. Un artista di spessore morale e linguaggio narrativo, da sempre sintonizzato su una pittura sensoriale, fuori dai generi canonici ma dentro la potenza di un segno arcaico che contiene la forma del futuro.
Buggiani ci catapulta sullo sfondo della New York primi anni Ottanta, dove prende forma la fase generativa della Street Art, il momento seminale che produrrà una genia di artisti rivoluzionari, da Keith Haring a Jean-Michel Basquiat, impegnati a inventare un nuovo legame con la città e i suoi spazi da conquistare. Al contempo, seguendo le opere in galleria, ci ritroviamo sullo sfondo più ampio del nostro pianeta, tra materie e colori che riguardano le origini, le stratificazioni, il progresso umanistico, lo sviluppo meccanico e idraulico, un’avventura fulminante tra mitologie urbane, animali preistorici, frammenti geologici e visioni omeriche. Un percorso espositivo che rivela la complessità di Paolo Buggiani, la persistenza figurativa dei temi leggibili nelle performance urbane, lo sguardo etico sulla natura da salvaguardare, l’attitudine ai motivi ecologisti in un continuo dialogo con le materie e le energie del mondo reale.
Il Pianeta su Tela si collega alla mostra MADE IN NEW YORK. KEITH HARING + PAOLO BUGGIANI (& FRIENDS) La vera origine della Street Art, a cura degli stessi Marziani e Antonelli, che il 6 novembre inaugura negli spazi del Museo del Violino a Cremona dove avranno luogo, sino a dicembre 2022, tre grandi mostre dedicate ad alcuni tra i più rilevanti fenomeni artistici del nostro tempo. La galleria Il Triangolo sarà lo spin-off territoriale che le accompagnerà, presentando ogni volta un progetto speciale attraverso il quale approfondire un artista o un aspetto tematico.
Paolo Buggiani, nato a Castelfiorentino il 9 maggio 1933, negli Anni Cinquanta partecipa alle ricerche d’avanguardia a Roma con Turcato, Burri, Dorazio, Accardi e Novelli. Appartengono a questo periodo le tele caratterizzate da gesti violenti che si “aprono” davanti allo spettatore, trasportandolo emotivamente dentro le passioni dell’artista. La sua ricerca si è poi rivolta ad un coinvolgimento diretto con la realtà. Nel 1962 Buggiani si trasferisce a New York e si confronta con la Pop Art, il Living Theatre, la fotografia di ricerca. Incontra artisti quali Andy Warhol, Richard Avedon e Robert Frank, partecipando al clima di fermento del periodo con tele dagli elementi luminosi, in grado di evidenziare il valore cromoluminare in continuo dialogo con la pittura. Nel 1968 riceve una borsa di studio dalla fondazione Guggenheim - assieme, fra gli altri, a Donald Judd e Philip Guston - per la ricerca sulla scultura in America. Dal 1968 al 1979 Buggiani lavora tra Roma e Milano: sono di questo periodo le “Sculture Umane Sottovuoto”, i “Dipinti sulla Realtà”, “l’Arte Indossabile” e il “Fuoco come Arte”. Buggiani torna a New York nel 1979 dove, con le sculture di fuoco in movimento e le installazioni dei Rettili Meccanici da inserire nel tessuto urbano, compare tra i maggiori protagonisti del movimento della Street Art, in compagnia di amici come Keith Haring, Les Levine, David Finn, Richard Hambleton e Ken Hiratsuka. Nelle opere recenti l’artista torna a lavorare sul gesto e sul segno manuale come riti che rincorrono la memoria di un trascorso mai del tutto accantonato: si tratta di istanti fotografici registrati in ogni minimo dettaglio, poi interpretati con cromie accese e zone di contrasto luminoso, secondo l’istinto pittorico che si fa al contempo performance e happening. Dal 1979 l’artista divide la sua vita tra New York e il borgo medievale di Isola Farnese (Roma).
Inaugurazione domenica 7 novembre, ore 11
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