Giovanni Bonardi. Immagini Mistiche. Pitture, Carte e Sculture
Dal 01 Maggio 2013 al 26 Maggio 2013
Alba | Cuneo
Luogo: Chiesa San Giuseppe
Indirizzo: piazzetta Vernazza 7
Orari: da giovedì a domenica 15-19 e nelle serate di eventi e concerti
Curatori: Fabio Carisio
Telefono per informazioni: +39 366 1565872
E-Mail info: direzione@art-wine.eu
Sito ufficiale: http://www.centroculturalesangiuseppe.it
Un importante ed originale maestro contemporaneo del Monferrato per una grande esposizione già protagonista lo scorso anno all’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona. Il ciclo primaverile di Arte nella Grotta nel percorso archeologico sotterraneo della Chiesa San Giuseppe di Alba (Cn) ospita nel mese di maggio un eccellente esponente della figurazione piemontese ed italiana Giovanni Bonardi di Villanova Monferrato (Al) per la mostra dal titolo già di per sé suggestivo Immagini Mistiche. Pitture, Carte e Sculture.
Organizzata dal Centro Culturale San Giuseppe onlus, presieduto da Roberto Cerrato, sotto la direzione artistica e curatela del critico d’arte Fabio Carisio, l’esposizione proporrà ai visitatori 20 dipinti (su tela e carta) e una decina di sculture che in parte hanno costituito il nucleo centrale della grande mostra tenuta da Bonardi lo scorso anno a Barcellona. «Opere che partendo da emozioni naturalistiche tra cielo e terra, vivificate nell’espressività intensa dei volti che le colgono, sviluppano un itinerario del divino che comincia appunto da suggestioni panteistiche sino a dipanarsi nel misticismo di reminescenze del paganesimo ellenistico per poi approdare a quello fervente ed angelico della tradizione cristiana – spiega il curatore Carisio – Sulle tele, nelle terracotte e nei bronzi ecco il circuito enciclopedico del soprannaturale e delle sue interazioni con la religione umana. Dal Crepuscolo alla Notte Stellata i dipinti narrano il prodigio dell’universo che si riverbera in sguardi così potenti e profondi da saperlo imprigionare. Le Muse si stagliano a tecniche miste su carte intelate, le allegorie delle virtù epiche, della forza e della vittorie, s’incarnano in sculture anch’esse pietre miliari degli archetipi del divino. Infine gli angeli, uno stendardo dipinto con l’Annunciazione e una grande tela sull’Incredulità di San Tommaso svelano quel momento in cui la rivelazione di Dio si fa umana e concreta».
Giovanni Bonardi, conosciuto in tutta Italia come restauratore di affreschi oltrechè come pittore, giunge ad Alba dopo 33 anni di esposizioni personali in Italia (anche al Museo Arca di Napoli) ed opere di arte sacra collocate in spazi pubblici quali un’effigie del beato Piergiorgio Frassati al Santuario di Oropa (Biella), tre dipinti alla cattedrale di Vercelli per la beatificazione del sacerdote Secondo Pollo, un angelo e capitello in bronzo dorato per la cappella della Madonna di Crea nella parrocchiale di Santo Stefano a Casale (Al), e terminato da poco il ciclo pittorico ( presbiterio e cupola) nella parrocchia di san Giuseppe a Genova.
«Bonardi, attento studioso della storia dell’arte, in scultura parte da ispirazioni e matrici ellenistiche per svelare nuovi simbolismi mistici affiorati come per incanto nelle vibrazioni di una plastificazione flessuosa che prende forma in essenziali rilievi antropomorfi – aggiunge Carisio – Pittore di tecnica magistrale e di grande intensità gestuale attraverso sapienti contrasti di velature coloristiche e pennellate o graffiature a volte marcate e veementi fa affiorare da umbratili fondali di sottili tramature policromatiche, rievocatori di maestri dell’Ottocento come Honorè Daumier nel suo Barabba o nella sua Maddalena, figure dalle anatomie sfumate e solo a tratti corporee che ricordano l’etereo Filosofo di Max Klinger, e sfuggono a penombre a volte tenebrose, abbagliate da lampi chiaroscurali dal profumo caravaggesco, come alcune occhiate vacue e penetranti care al Merisi».
Organizzata dal Centro Culturale San Giuseppe onlus, presieduto da Roberto Cerrato, sotto la direzione artistica e curatela del critico d’arte Fabio Carisio, l’esposizione proporrà ai visitatori 20 dipinti (su tela e carta) e una decina di sculture che in parte hanno costituito il nucleo centrale della grande mostra tenuta da Bonardi lo scorso anno a Barcellona. «Opere che partendo da emozioni naturalistiche tra cielo e terra, vivificate nell’espressività intensa dei volti che le colgono, sviluppano un itinerario del divino che comincia appunto da suggestioni panteistiche sino a dipanarsi nel misticismo di reminescenze del paganesimo ellenistico per poi approdare a quello fervente ed angelico della tradizione cristiana – spiega il curatore Carisio – Sulle tele, nelle terracotte e nei bronzi ecco il circuito enciclopedico del soprannaturale e delle sue interazioni con la religione umana. Dal Crepuscolo alla Notte Stellata i dipinti narrano il prodigio dell’universo che si riverbera in sguardi così potenti e profondi da saperlo imprigionare. Le Muse si stagliano a tecniche miste su carte intelate, le allegorie delle virtù epiche, della forza e della vittorie, s’incarnano in sculture anch’esse pietre miliari degli archetipi del divino. Infine gli angeli, uno stendardo dipinto con l’Annunciazione e una grande tela sull’Incredulità di San Tommaso svelano quel momento in cui la rivelazione di Dio si fa umana e concreta».
Giovanni Bonardi, conosciuto in tutta Italia come restauratore di affreschi oltrechè come pittore, giunge ad Alba dopo 33 anni di esposizioni personali in Italia (anche al Museo Arca di Napoli) ed opere di arte sacra collocate in spazi pubblici quali un’effigie del beato Piergiorgio Frassati al Santuario di Oropa (Biella), tre dipinti alla cattedrale di Vercelli per la beatificazione del sacerdote Secondo Pollo, un angelo e capitello in bronzo dorato per la cappella della Madonna di Crea nella parrocchiale di Santo Stefano a Casale (Al), e terminato da poco il ciclo pittorico ( presbiterio e cupola) nella parrocchia di san Giuseppe a Genova.
«Bonardi, attento studioso della storia dell’arte, in scultura parte da ispirazioni e matrici ellenistiche per svelare nuovi simbolismi mistici affiorati come per incanto nelle vibrazioni di una plastificazione flessuosa che prende forma in essenziali rilievi antropomorfi – aggiunge Carisio – Pittore di tecnica magistrale e di grande intensità gestuale attraverso sapienti contrasti di velature coloristiche e pennellate o graffiature a volte marcate e veementi fa affiorare da umbratili fondali di sottili tramature policromatiche, rievocatori di maestri dell’Ottocento come Honorè Daumier nel suo Barabba o nella sua Maddalena, figure dalle anatomie sfumate e solo a tratti corporee che ricordano l’etereo Filosofo di Max Klinger, e sfuggono a penombre a volte tenebrose, abbagliate da lampi chiaroscurali dal profumo caravaggesco, come alcune occhiate vacue e penetranti care al Merisi».
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