Fu scultore, pittore, architetto e poeta.
Entrò dapprima nella bottega di Domenico Ghirlandaio (1488) e poco dopo nel circolo artistico del giardino di San Marco, patrocinato da Lorenzo il Magnifico. Intorno al 1490 si stabilì nel palazzo dei Medici a Firenze in via Larga, entrando in contatto con il Poliziano e i massimi rappresentanti della cultura neoplatonica fiorentina.
A quest’epoca risalgono le prime opere, la Centauromachia e la Madonna della Scala (scolpiti tra il 1490 e il 1492, oggi si trovano a Firenze presso la Casa Buonarroti). Nel 1494 andò a Bologna e scolpì le figure di San Petronio, San Procolo e un Angelo per l’Arca di San Domenico.
Tornato a Firenze, realizzò un Cupido dormiente (oggi perduto) che, sotterrato per patinarlo come un reperto archeologico, venne venduto al cardinale Raffaele Riario come antico: l’intermediario Jacopo Galli fu incaricato di andare a Bologna per avere conferma della truffa e portare l’artista a Roma.
Qui nel 1496 Michelangelo realizzò il Bacco (Firenze, Museo del Bargello) e, ancora tramite Galli, la celebre Pietà per il cardinale francese Lagranlos, oggi in San Pietro.
Tornò a Firenze dove, dal 1501 al 1504 scolpì il David per Piazza della Signoria (oggi a Firenze presso la Galleria dell’Accademia) e la Madonna con il Bambino per la chiesa di Notre-Dame a Bruges, dipinse la Sacra Famiglia (Tondo Doni, oggi agli Uffizi), il Tondo Pitti (Firenze, Museo del Bargello), il Tondo Taddei (Londra, Royal Academy), e realizzò inoltre il cartone per la Battaglia di Cascina in sfida con la Battaglia di Anghiari di Leonardo in Palazzo Vecchio.
Di nuovo a Roma dal 1505 iniziò il lungo progetto per la Tomba di Giulio II, che negli anni ridurrà più volte fino alla conclusione nel 1545 (oggi in San Pietro in Vincoli). Dopo un passaggio a Firenze e poi a Bologna, nel maggio del 1508 sottoscrisse il contratto per la decorazione della Cappella Sistina: il lavoro durò quattro anni fino al 1512.
Dal 1516 a Firenze si occupò della mai realizzata Facciata di San Lorenzo, e dal 1520 al 1534, scolpì le Tombe medicee della Sagrestia Nuova e la Biblioteca Medicea-Laurenziana.
Nel 1527, dopo il Sacco di Roma e la cacciata dei Medici da Firenze, Michelangelo ebbe parte attiva nel governo repubblicano della città. Il suo incarico era di “governatore e procuratore generale sopra alla fabbrica e fortificazione delle mura”. Produsse in quell’epoca una grande quantità di studi e disegni di opere che non furono mai compiute. Prese parte attiva alla difesa della città assediata dalle truppe papali. In seguito alla caduta della Repubblica nel 1530, fu solo grazie all’appoggio di Papa Clemente VII che l’artista potè salvarsi dalle vendette dei sostenitori dei Medici.
Nel 1534 si trasferì a Roma dove eseguì altri capolavori: il Giudizio Universale per la Cappella Sistina (1536-41), la sistemazione della Piazza del Campidoglio, gli affreschi per la Cappella Paolina in Vaticano, la conclusione di Palazzo Farnese e i progetti di San Pietro, tra cui la Cupola che sarà realizzata da Giacomo della Porta.
Nell’ultimo periodo realizzò sculture ispirate al sacrificio di Cristo: la Pietà da Palestrina (Firenze, Galleria dell’Accademia), la Pietà del Duomo di Firenze (ora nel Museo dell’Opera del Duomo) e la Pietà Rondanini (Milano, Castello Sforzesco).
Michelangelo lasciò un ricco epistolario e oltre 300 poesie, espressione di una lirica fortemente ispirata ai canoni cinquecenteschi.
Biografia
COMMENTI:
Tiziano Vecellio