Andature II - Elisabetta di Maggio / Sophie Ko
Dal 24 Settembre 2022 al 24 Ottobre 2022
Firenze
Luogo: Museo Marino Marini
Indirizzo: Piazza di San Pancrazio
Orari: da sabato a lunedì 10-19 (ultimo ingresso ore 18.30)
Curatori: Marcella Cangioli e Antonella Nicola
Telefono per informazioni: +39 055 219432
E-Mail info: info@museomarinomarini.it
Sito ufficiale: http://museomarinomarini.it
Al Museo Marino Marini inaugura sabato 24 settembre 2022, in occasione della settimana dell’Arte Florence Art Week, la mostra Andature II con opere di Elisabetta di Maggio e Sophie Ko. Andature è un progetto interdisciplinare che nasce nel 2020, a cura di Marcella Cangioli e Antonella Nicola, in collaborazione con l’Associazione Culturale Città Nascosta e il Museo Marino Marini, realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze.
La prima edizione aveva presentato Chiara Bettazzi e Daniela De Lorenzo. Partendo dall’inaspettato periodo di sospensione e frattura del ritmo della vita nel quotidiano, dovuto alla pandemia, le due artiste avevano innescato una riflessione su temi come: tempo, ciclicità, caos, entropia, ordine e disordine. Da questa inedita collaborazione sono nati due video, realizzati a quattro mani, Leitmotiv e Effetti a Distanza, esposti al Museo Marino Marini insieme a una selezione di opere, sia della Bettazzi che della De Lorenzo, prodotte nel 2021.
Il concetto di tempo e il suo indelebile flusso sono al centro, tra confronti e similitudini, anche della poeticadi Elisabetta di Maggio e Sophie Ko, protagoniste di Andature 2022.
Elisabetta di Maggio, nei suoi lavori, attraversa con linee rette e curve una cartografia errante tra materiali diversi: dal sapone inciso, come in Fez 2013, a elementi vegetali, foglie, rami, fiori “ricamati” come nei Vuoto d’aria # 1, #2 #3 (2021), dove l’artista immagina nuovi paesaggi dal fragile equilibrio ma dalla forte tensione interna; agli spilli che disegnano il volo incerto delle farfalle, dovuto agli spostamenti d’aria, Traiettoria di Volo di Farfalla #08, 2017. E ancoraai francobolli, metafore di storie vissute e attese,che compongono, in unacomplessa e articolata ricostruzione, un meraviglioso e prezioso mosaico, Senza Titolo 2019.
Sophie Ko costruisce, invece, mappe cromatiche informi usando pigmenti puri, ceneri ottenute bruciando immagini di opere d’arte che raccolte in teche di vetro, poste verticalmente, si modificano con lo scorrere del tempo come in Geografie Temporali. Atti di Resistenza o Geografie temporali. Le Ceneri della Storia 2020. La posizione verticale fa sì che la gravità spinga la materia verso terra, la fa precipitare e, in questo senso, ogni Geografia temporale è un segnatempo, un orologio a polvere. La cornice delimita lo spazio dell’immagine di cenere, come le ampolle della clessidra definiscono lo spazio del tempo misurabile. Il disegno nel quadro cambia, le immagini vivono nel tempo, ne sono testimoni, scompaiono e ritornano. A volte Sophie Ko inserisce elementi come fiori o farfalle, Geografie Temporali. Vanitas della Terra, 2020, richiamando l’aspirazione metafisica, attraverso cangiantismi e sfavillii dorati, degli antichi maestri.
“In continuità con l’edizione precedente - dichiarano le curatrici Marcella Cangioli e Antonella Nicola - Andature prosegue la riflessione sul nostro essere e stare nel mondo, esseri complessi in continua trasformazione, in una realtà multidimensionale che non può non tenere conto del legame inscindibile che unisce l’Uomo alla Natura, ma anche alle leggi e ai processi evolutivi dell’Universo. Scienza, cosmologia, macro e microcosmo, ecologia, natura e ritmi biologici, dinamiche di confronto e di relazione, sono questi i temi che scandiscono il cammino dell’uomo lungo la strada della sua evoluzione e che caratterizzano questo progetto definito proprio dal passo, dall’ANDATURA dell’artista, singolarmente o congiuntamente.”
L’esposizione è corredata da un catalogo con un saggio critico di Francesco Guzzetti; fotografie di Serge Domingie.
La mostra sarà visitabile fino al 24 ottobre, dal sabato al lunedì, dalle 10 alle 19, ultimo ingresso ore 18,30. Per l’occasione, alcune opere delle due artiste saranno esposte anche al piano terra dell’Hotel Savoy, a Firenze, Piazza della Repubblica.
Andature II è realizzata con il sostegno e la collaborazione delle gallerie di riferimento delle artiste: Building Milano, Galleria De Foscherari, Bologna, Renata Fabbri Arte Contemporanea Milano, Christian Stein, Milano.
Si ringrazia Catani Gagliani Assicurazioni.
Elisabetta di Maggio. Nata a Milano nel 1964, vive e lavora a Venezia.
Il suo lavoro pone al centro la tematica del tempo inteso come tempo della vita e tempo del fare che spesso coincidono perché parte di un medesimo progetto esistenziale. Il tempo è declinato in tutte le sue forme tanto da farlo diventare la vera materia del suo lavoro.
Da molti anni porta avanti una ricerca che cerca di mettere in luce quelli che per lei sono i due elementi salienti della vita: le reti di comunicazioni necessarie a trasmettere informazioni e il tempo necessario perché questo passaggio abbia luogo. Mette in evidenza le strette connessioni esistenti tra le trame, i circuiti, le griglie, le strutture e i reticoli che appartengono a differenti mondi ma che fanno parte della nostra esistenza, in cui spendiamo il nostro tempo e la nostra quotidianità. Prende i suoi soggetti dal mondo reale, partendo da illustrazioni antropologiche, botaniche, urbanistiche; ma anche da ricami e disegni di tappezzerie e arazzi che appartengono ad un quotidiano domestico. Per quest’artista, il gesto manuale è fondativo dell’opera, capace di coniugare insieme la tradizione artigiana che ci è stata tramandata e che ha contribuito a rendere unici molti luoghi, con il tempo lungo di realizzazione che per lei diventa una condizione imprescindibile e concettuale.
Il metodo di lavoro è sempre lo stesso da anni, taglia differenti materiali usando affilati bisturi da chirurgo, da grandi fogli di carta velina, passa a foglie di vegetali piccoli o enormi, saponi, porcellana e altre superfici, incluso l’intonaco dei muri. Trascorre ore a sezionare questi materiali e il risultato sono lavori che ci restituiscono il senso del tempo e possono essere accomunati da un tema unitario: quali forme assume la natura nel suo dilatarsi e organizzarsi. E’ attiva dai primi anni 90’ e molte sono le sue mostre collettive e personali in istituzioni pubbliche e private nazionali e internazionali tra cui ASTRATTE donne e astrazione in Italia 1930-2000, Villa Giulia, Como (2022); Paper Routes, NMWA Washington DC (2020) ; Della Materia Spirituale dell’Arte, Museo MAXXI, Roma (2019); Words are Very Unnecessary, Arter Museum, Istambul (2019) Seconda soluzione di eternità, Building Gallery, Milano (2019); Equilibrium, an idea for the Italian sculpture, Mazzoleni arte Torino/Londra (2018/2019) ; Women in Italian Design, Triennale di Milano (2016) Terre Vulnerabili, a growing exhibition, Hangar Bicocca, Milano (2010) XLV BIENNALE d’ARTE in Venezia (1993)
Sophie Ko. Nata a Tbilisi, Georgia, nel 1981, vive e lavora a Milano. L’artista pone al centro dei suoi lavori la questione del tempo istituendo una forte relazione simbolica tra i materiali utilizzati, per lo più ceneri di immagini bruciate e pigmenti puri, e le immagini create. Il mutamento e l’instabilità dei materiali in relazione allo scorrere del tempo sono alcune delle costanti della sua ricerca artistica. Un’altra componente essenziale delle sue “geografie temporali” è la forza di gravità che opera sulla e con la materia del quadro, la cenere. Con il passar del tempo la composizione del quadro cambia, la cenere cade, il tempo grazie alla forza di gravità segna il suo passaggio. Le “geografie temporali” possono così essere concepite come disegni del tempo che si insediano in un luogo, immagini spaziali. Sophie Ko ha esposto sia in Italia che all’estero. Tra le mostre personali ricordiamo: Il resto della terra, testi di Federico Ferrari e Domenico Brancale, Galleria de’ Foscherari, Bologna, 2021/2022; The Shape of Gold. 9/12 Sophie Ko, Metaxu, curata da Melania Rossi, BUILDINGBOX, Milano 2021; Atti di resistenza, in Materie, spazi, visioni, testo di Andrea Pinotti, BUILDING, Milano, 2020; Sporgersi nella notte, testi di Marina Dacci e Maurizio Guerri, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano, 2018; Sporgersi nella notte. Atto primo, San Martino, testo di Gaspare Luigi Marcone, The Open Box, Milano, 2018; Terra. Geografie Temporali, curata da Federico Ferrari, Gallera de’ Foscherari, Bologna, 2016; Silva Imaginum, curata da Federico Ferrari, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano, 2015; Sophie Ko. Solo Show, A+B Contemporary Art, Brescia, 2014.
Inaugurazione sabato 24 settembre ore 15-19
La prima edizione aveva presentato Chiara Bettazzi e Daniela De Lorenzo. Partendo dall’inaspettato periodo di sospensione e frattura del ritmo della vita nel quotidiano, dovuto alla pandemia, le due artiste avevano innescato una riflessione su temi come: tempo, ciclicità, caos, entropia, ordine e disordine. Da questa inedita collaborazione sono nati due video, realizzati a quattro mani, Leitmotiv e Effetti a Distanza, esposti al Museo Marino Marini insieme a una selezione di opere, sia della Bettazzi che della De Lorenzo, prodotte nel 2021.
Il concetto di tempo e il suo indelebile flusso sono al centro, tra confronti e similitudini, anche della poeticadi Elisabetta di Maggio e Sophie Ko, protagoniste di Andature 2022.
Elisabetta di Maggio, nei suoi lavori, attraversa con linee rette e curve una cartografia errante tra materiali diversi: dal sapone inciso, come in Fez 2013, a elementi vegetali, foglie, rami, fiori “ricamati” come nei Vuoto d’aria # 1, #2 #3 (2021), dove l’artista immagina nuovi paesaggi dal fragile equilibrio ma dalla forte tensione interna; agli spilli che disegnano il volo incerto delle farfalle, dovuto agli spostamenti d’aria, Traiettoria di Volo di Farfalla #08, 2017. E ancoraai francobolli, metafore di storie vissute e attese,che compongono, in unacomplessa e articolata ricostruzione, un meraviglioso e prezioso mosaico, Senza Titolo 2019.
Sophie Ko costruisce, invece, mappe cromatiche informi usando pigmenti puri, ceneri ottenute bruciando immagini di opere d’arte che raccolte in teche di vetro, poste verticalmente, si modificano con lo scorrere del tempo come in Geografie Temporali. Atti di Resistenza o Geografie temporali. Le Ceneri della Storia 2020. La posizione verticale fa sì che la gravità spinga la materia verso terra, la fa precipitare e, in questo senso, ogni Geografia temporale è un segnatempo, un orologio a polvere. La cornice delimita lo spazio dell’immagine di cenere, come le ampolle della clessidra definiscono lo spazio del tempo misurabile. Il disegno nel quadro cambia, le immagini vivono nel tempo, ne sono testimoni, scompaiono e ritornano. A volte Sophie Ko inserisce elementi come fiori o farfalle, Geografie Temporali. Vanitas della Terra, 2020, richiamando l’aspirazione metafisica, attraverso cangiantismi e sfavillii dorati, degli antichi maestri.
“In continuità con l’edizione precedente - dichiarano le curatrici Marcella Cangioli e Antonella Nicola - Andature prosegue la riflessione sul nostro essere e stare nel mondo, esseri complessi in continua trasformazione, in una realtà multidimensionale che non può non tenere conto del legame inscindibile che unisce l’Uomo alla Natura, ma anche alle leggi e ai processi evolutivi dell’Universo. Scienza, cosmologia, macro e microcosmo, ecologia, natura e ritmi biologici, dinamiche di confronto e di relazione, sono questi i temi che scandiscono il cammino dell’uomo lungo la strada della sua evoluzione e che caratterizzano questo progetto definito proprio dal passo, dall’ANDATURA dell’artista, singolarmente o congiuntamente.”
L’esposizione è corredata da un catalogo con un saggio critico di Francesco Guzzetti; fotografie di Serge Domingie.
La mostra sarà visitabile fino al 24 ottobre, dal sabato al lunedì, dalle 10 alle 19, ultimo ingresso ore 18,30. Per l’occasione, alcune opere delle due artiste saranno esposte anche al piano terra dell’Hotel Savoy, a Firenze, Piazza della Repubblica.
Andature II è realizzata con il sostegno e la collaborazione delle gallerie di riferimento delle artiste: Building Milano, Galleria De Foscherari, Bologna, Renata Fabbri Arte Contemporanea Milano, Christian Stein, Milano.
Si ringrazia Catani Gagliani Assicurazioni.
Elisabetta di Maggio. Nata a Milano nel 1964, vive e lavora a Venezia.
Il suo lavoro pone al centro la tematica del tempo inteso come tempo della vita e tempo del fare che spesso coincidono perché parte di un medesimo progetto esistenziale. Il tempo è declinato in tutte le sue forme tanto da farlo diventare la vera materia del suo lavoro.
Da molti anni porta avanti una ricerca che cerca di mettere in luce quelli che per lei sono i due elementi salienti della vita: le reti di comunicazioni necessarie a trasmettere informazioni e il tempo necessario perché questo passaggio abbia luogo. Mette in evidenza le strette connessioni esistenti tra le trame, i circuiti, le griglie, le strutture e i reticoli che appartengono a differenti mondi ma che fanno parte della nostra esistenza, in cui spendiamo il nostro tempo e la nostra quotidianità. Prende i suoi soggetti dal mondo reale, partendo da illustrazioni antropologiche, botaniche, urbanistiche; ma anche da ricami e disegni di tappezzerie e arazzi che appartengono ad un quotidiano domestico. Per quest’artista, il gesto manuale è fondativo dell’opera, capace di coniugare insieme la tradizione artigiana che ci è stata tramandata e che ha contribuito a rendere unici molti luoghi, con il tempo lungo di realizzazione che per lei diventa una condizione imprescindibile e concettuale.
Il metodo di lavoro è sempre lo stesso da anni, taglia differenti materiali usando affilati bisturi da chirurgo, da grandi fogli di carta velina, passa a foglie di vegetali piccoli o enormi, saponi, porcellana e altre superfici, incluso l’intonaco dei muri. Trascorre ore a sezionare questi materiali e il risultato sono lavori che ci restituiscono il senso del tempo e possono essere accomunati da un tema unitario: quali forme assume la natura nel suo dilatarsi e organizzarsi. E’ attiva dai primi anni 90’ e molte sono le sue mostre collettive e personali in istituzioni pubbliche e private nazionali e internazionali tra cui ASTRATTE donne e astrazione in Italia 1930-2000, Villa Giulia, Como (2022); Paper Routes, NMWA Washington DC (2020) ; Della Materia Spirituale dell’Arte, Museo MAXXI, Roma (2019); Words are Very Unnecessary, Arter Museum, Istambul (2019) Seconda soluzione di eternità, Building Gallery, Milano (2019); Equilibrium, an idea for the Italian sculpture, Mazzoleni arte Torino/Londra (2018/2019) ; Women in Italian Design, Triennale di Milano (2016) Terre Vulnerabili, a growing exhibition, Hangar Bicocca, Milano (2010) XLV BIENNALE d’ARTE in Venezia (1993)
Sophie Ko. Nata a Tbilisi, Georgia, nel 1981, vive e lavora a Milano. L’artista pone al centro dei suoi lavori la questione del tempo istituendo una forte relazione simbolica tra i materiali utilizzati, per lo più ceneri di immagini bruciate e pigmenti puri, e le immagini create. Il mutamento e l’instabilità dei materiali in relazione allo scorrere del tempo sono alcune delle costanti della sua ricerca artistica. Un’altra componente essenziale delle sue “geografie temporali” è la forza di gravità che opera sulla e con la materia del quadro, la cenere. Con il passar del tempo la composizione del quadro cambia, la cenere cade, il tempo grazie alla forza di gravità segna il suo passaggio. Le “geografie temporali” possono così essere concepite come disegni del tempo che si insediano in un luogo, immagini spaziali. Sophie Ko ha esposto sia in Italia che all’estero. Tra le mostre personali ricordiamo: Il resto della terra, testi di Federico Ferrari e Domenico Brancale, Galleria de’ Foscherari, Bologna, 2021/2022; The Shape of Gold. 9/12 Sophie Ko, Metaxu, curata da Melania Rossi, BUILDINGBOX, Milano 2021; Atti di resistenza, in Materie, spazi, visioni, testo di Andrea Pinotti, BUILDING, Milano, 2020; Sporgersi nella notte, testi di Marina Dacci e Maurizio Guerri, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano, 2018; Sporgersi nella notte. Atto primo, San Martino, testo di Gaspare Luigi Marcone, The Open Box, Milano, 2018; Terra. Geografie Temporali, curata da Federico Ferrari, Gallera de’ Foscherari, Bologna, 2016; Silva Imaginum, curata da Federico Ferrari, Renata Fabbri Arte Contemporanea, Milano, 2015; Sophie Ko. Solo Show, A+B Contemporary Art, Brescia, 2014.
Inaugurazione sabato 24 settembre ore 15-19
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