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Aurelio Amendola. Il potere dello sguardo

Dal 08 Gennaio 2014 al 15 Marzo 2014
Firenze
Luogo: Museo delle Cappelle Medicee
Indirizzo: piazza Madonna degli Aldobrandini 6
Orari: da lunedì a domenica 8.15-13.50; chiusonseconda e quarta domenica del mese, primo, terzo, quinto lunedì del mese
Costo del biglietto: 6 euro, ridotto 3 euro
Telefono per informazioni: +39 055 2388721
E-Mail info: marcoferri.press@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.polomuseale.firenze.it
Dall’8 gennaio al 15 marzo 2014, per quello che rappresenta il primo momento espositivo dell’anno in onore del maestro del Rinascimento, l’artista pistoiese espone 23 fotografie in bianco e nero - tutte stampate in grandi dimensioni - raffiguranti le sculture della Sagrestia Nuova di San Lorenzo, il David e i Prigioni. Si tratta di una selezione degli scatti realizzati per il volume di pregio Michelangelo. La dotta mano pubblicato da FMR che, per l’occasione, presenta un’anteprima dell’opera in forma digitale, in vista della sua diffusione al pubblico in programma a febbraio, nell’esatta concomitanza dell’anniversario.
Il percorso espositivo de “Il potere dello sguardo” presenta un primo gruppo di 15 immagini nella parte centrale della Cripta delle Cappelle Medicee, un secondo gruppo (quattro bellissime immagini del David) è collocato nella tribunetta di destra dove si trovano le sepolture di Cosimo I de’ Medici e di alcuni suoi familiari, mentre una terza sezione, con due fotografie dei Prigioni, è nella tribunetta opposta, dove riposano Ferdinando I, la moglie e due figli.
Oltre alle fotografie visibili nella Cripta, Amendola ne espone altre due - oggetto di una donazione al museo stesso da parte di Utet Grandi Opere FMR - che raffigurano alcuni particolari dei disegni murali presenti nella “stanza segreta” dove si crede Michelangelo si nascondesse per qualche tempo durante l’assedio di Firenze, nel 1530. Queste due grandi immagini sono esposte nella Cappellina di destra della Sagrestia Nuova, insieme al Coronamento metallico (disegnato dallo stesso Michelangelo) che una volta si trovava nella parte superiore della lanterna, sopra la stessa Sagrestia.
Sempre all’editore Utet Grandi Opere FMR si deve inoltre il catalogo della mostra, che offre ai visitatori una lettura non solo estetica del lavoro di Amendola. Come scrive il Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, nel testo introduttivo alla mostra “Alle prese con le sculture di Michelangelo, la risposta creativa di Amendola apre nuovi varchi alla comprensione e spalanca nuove porte al godimento intellettuale ed estetico di opere d'arte che - pur notissime - sono tuttavia miracolosamente rivelatrici di sé, sotto le luci e dinanzi agli obiettivi di un così grande maestro della fotografia del XX e del XXI secolo. Toccare con gli occhi, ecco una prima seppur confusamente espressa sensazione che le fotografie di Amendola mi suggeriscono, nel guardarle e riguardarle ogni volta come se fosse la prima”.
Aggiunge il Direttore del Museo delle Cappelle Medicee, Monica Bietti: “Grazie all’arte di Aurelio Amendola capace di restituire con “occhio indiscreto” la penetrazione nei più segreti incanti della materia e restituirle quel “contatto epidermico” che solo Michelangelo può avere avuto con il marmo da cui sono uscite le figure. La forza emotiva degli scatti michelangioleschi di Amendola, che già avevo voluto porre nel corridoio d’accesso alla Sagrestia Nuova, può guidare - grazie a questa iniziativa che apre le celebrazioni michelangiolesche - il pubblico verso una lettura più approfondita dell’insieme”.
Questo affascinante viaggio per immagini nell’arte michelangiolesca trova poi la sua naturale prosecuzione nelle pagine del volume di pregio a tiratura limitata e numerata Michelangelo. La dotta mano con cui la casa editrice FMR ha voluto inaugurare la propria produzione del 2014.
“Una scelta editoriale naturale - sottolinea il presidente del gruppo Utet Grandi Opere FMR, Fabio Lazzari - per chi, come noi, interpreta la propria funzione in un'ottica di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Michelangelo, che può essere considerato il simbolo dell’italianità nel mondo, è senz’altro un riferimento cui ispirarsi per ripartire, per quella rinascita etica ed estetica oltre che economica di cui oggi avvertiamo più che mai il bisogno”.
Dalla stretta collaborazione fra il gruppo editoriale e il Museo delle Cappelle Medicee, è nato un volume di grande formato, confezionato con materiali pregiati, di notevole impatto visivo e insieme di alto valore culturale, che propone una ricca e dettagliata rassegna iconografica.
In particolare l’opera scultorea dell’artista rivive attraverso 83 scatti del fotografo d’arte Aurelio Amendola, a cui si affianca una selezione di 46 dei più significativi disegni conservati da Casa Buonarroti, commentati da Pina Ragionieri, direttrice dell’istituzione culturale fiorentina.
Ma altre immagini di grande valore e significato corredano queste pagine: quelle degli straordinari affreschi della Cappella Sistina in San Pietro, riprodotti in ampio formato - a piena o doppia pagina - e stampate con tecniche che ne garantiscono la fedeltà cromatica esaltandone la luminosità. Inoltre il volume propone anche un’esclusiva: una sezione iconografica dedicata al Tondo Doni, dipinto conservato nella Galleria degli Uffizi, caratterizzata da splendidi ingrandimenti di dettagli che conservano intatta la loro nitidezza in alta definizione.
La stampa si avvale infatti di un’immagine in HD frutto dei sofisticati sistemi di acquisizione ed elaborazione digitale della società novarese Haltadefinizione® che prevede la ricomposizione di decine - talvolta centinaia - di singoli scatti in una unica immagine. Un procedimento che si avvale di tecnologie esclusive, collaudate dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma e i cui accorgimenti preservano l’opera in ogni fase della lavorazione, già adottate dall’equipe di Haltadefinizione® con diversi altri capolavori, quali il Cenacolo di Leonardo, gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni, nonché, agli stessi Uffizi, le opere della Sala Botticelli.
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