Dietrofront. Il lato nascosto delle collezioni
Dal 17 Dicembre 2013 al 02 Febbraio 2014
Firenze
Luogo: Galleria degli Uffizi
Indirizzo: piazzale degli Uffizi 6
Orari: da martedì a domenica 10-17
Curatori: Giovanna Giusti
Enti promotori:
- Ente Cassa di Risparmio di Firenze
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 285610/ 055 2646456
E-Mail info: info@amicidegliuffizi.it
Sito ufficiale: http://www.polomuseale.firenze.it/musei
La mostra Dietrofront. Il lato nascosto delle collezioni, dal 17 dicembre 2013 al 2 febbraio 2014, rivelerà, attraverso quaranta opere, le storie contenute nel loro retro, ovvero nel lato quasi mai visibile, in cui si troveranno sorprendenti scoperte come altri dipinti, bozzetti, prove di pittura, poesie, annotazioni manoscritte, numeri di antichi inventari, cartellini di esposizioni o attestazioni di proprietà, ceralacche e molto altro ancora.
Clicca qui per vedere le foto della mostra
L’esposizione, ideata dalla Galleria degli Uffizi, organizzata dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Giovanna Giusti, col contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è parte del ciclo I MAI VISTI, che ogni anno presenta aspetti della collezione del museo fiorentino poco noti al grande pubblico.
Secondo Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, “Il retro protagonista, dunque, con opere scelte, in questa bella mostra curata con acutezza da Giovanna Giusti d’intesa con Antonio Natali, dalle sale e dei depositi degli Uffizi. Dall’alto delle Sale Rosse nel braccio di Ponente, il Nano Morgante di Agnolo Bronzino (per lungo tempo oggetto di un sapientissimo restauro da parte di Ezio Buzzegoli), ne è l’ideale capofila, grazie all’invenzione del suo autore di dipingere la veduta frontale del nano di corte in atti da cacciatore su una faccia della tela, e la veduta tergale del nano stesso, con le prede, sull’altra. Ma si arriva anche ai giorni d’oggi, dove un altro “Nano” (Silvano Campeggi, grande pittore e illustratore che ha creato nel secolo appena concluso le icone del cinema internazionale) rivolge all’osservatore la schiena dritta e la chioma bianca, per rivelare il tre quarti del volto solo sulla tela retrostante in un intrigante doppio autoritratto”.
Come commenta Antonio Natali, Direttore degli Uffizi, “I visitatori della Galleria sentono il fascino delle grandi opere esibite nelle sale del museo fiorentino, ma sovente ancor più sono attratti dall’idea che ognuna di esse nasconda un mistero. E il più delle volte è anche vero; soprattutto perché raramente gli storici dell’arte s’impegnano a ricostruire le trame iconologiche sottese ai quadri (che dunque restano appunto misteriosi). Di sicuro però è vero che nessuno dei visitatori può vedere cosa celi il retro di una tela o di una tavola, giacché la faccia che a lui si mostra è quella nobile. La parte posteriore resta un mistero. In questo senso l’esposizione odierna sarà anche un bel divertimento intellettuale”.
“Credo che sia uno straordinario modo per concludere un anno storico per gli Amici degli Uffizi - sottolinea il presidente Maria Vittoria Rimbotti. Per i nostri venti anni di vita offriamo alla città il capolavoro di Bill Viola, uno dei maggiori artisti a livello globale, e il nuovo appuntamento con I mai visti che valorizza e fa conoscere quei tesori che la Galleria degli Uffizi conserva”.
“Con questa scelta di opere - afferma Giovanna Giusti, curatrice dell’esposizione - il visitatore curioso sarà coinvolto, con ‘visibilità bifronte’, anche nel mondo riservato agli ‘addetti ai lavori’; cosicché insieme a dipinti, mobili o sculture di altissimo pregio, anche misteriosi numeri barrati, una volta decifrati, riveleranno il loro contributo importante nel chiarire il percorso collezionistico delle opere”.
Il percorso espositivo di Dietrofront, composto da dipinti, marmi antichi, maioliche, uno stipo e un altare, offrirà una doppia visibilità delle opere, presentandone il recto e il verso.
I segni che spesso questi capolavori celano nella parte non visibile al pubblico sono in grado di raccontare la loro vita e il loro cammino collezionistico.
Ad esempio, tra le opere del Quattrocento, la scena dell’Annunciazione è dipinta nel retro delle tavole dei nobili ritratti dei Baroncelli, mentre nel Trittico di Froment, che nella severità della cultura d'Oltralpe scandisce episodi della vita di Cristo, culminanti al centro nella resurrezione di Lazzaro, le ante chiuse presentano, insieme alla Madonna col Bambino, i committenti dell’opera.
Esempi di raffinata e rarissima combinazione sono costituiti dalla Deposizione di Gerard David, che conserva nel retro una matrice d'incisione, dove sono raffigurati i progenitori, e da una preziosa ‘custodia’ di Jan Brueghel il vecchio, che proteggeva, riproponendolo in copia, l’originale di Dürer raffigurante Il Grande Calvario, opera che a sua volta ha nel retro un Paesaggio dipinto dal medesimo Brueghel; mentre il doppio Palma il Vecchio riunisce un ritratto di donna e l’autoritratto del pittore veneto.
Anche un Altare da viaggio, racchiuso in un prezioso baule, in uso alla Corte medicea e uno stipo ottocentesco riservano altre sorprese.
Liriche trascritte sul retro di ritratti ampliano la sfera intima dell'autore con dediche d'amore (Alfieri e la contessa d'Albany dipinti dal Fabre) o accompagnano l’autoritratto che viene offerto in dono (Pier Leone Ghezzi e Giovanni Camillo Ciabilli).
Talvolta gli autoritratti degli artisti, come nel caso di Mosè Bianchi, Luigi Russolo, Gregorio Sciltian e altri, conservano nel verso la scelta di un riuso del supporto, testimoniato da un’altra pittura. Il visitatore sarà idealmente condotto all’interno dell’atelier al momento della creazione, dove torneranno in superficie curiosità come una scena d’ambiente con un gatto e un topo o ritratti capovolti.
In alcuni casi, l'opera nasce in doppio, come nell'autoritratto del brasiliano Camara che pare sprofondare nella tavola per ricomparire sul retro, o come nella doppia effigie di Nano Campeggi, di recente acquisizione, che si mostra di spalle nel recto, mentre fa affiorare sul verso un bozzetto del suo volto giovane e sorridente .
Oltre a quelle provenienti dalle collezioni degli Uffizi, la mostra ne ospiterà altre, concesse in prestito dalla Galleria Palatina, dal Museo del Bargello, dalla Galleria d’arte moderna di palazzo Pitti, dalla Villa Medicea della Petraia e dall’Opificio delle Pietre Dure.
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L’esposizione, ideata dalla Galleria degli Uffizi, organizzata dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Giovanna Giusti, col contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è parte del ciclo I MAI VISTI, che ogni anno presenta aspetti della collezione del museo fiorentino poco noti al grande pubblico.
Secondo Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, “Il retro protagonista, dunque, con opere scelte, in questa bella mostra curata con acutezza da Giovanna Giusti d’intesa con Antonio Natali, dalle sale e dei depositi degli Uffizi. Dall’alto delle Sale Rosse nel braccio di Ponente, il Nano Morgante di Agnolo Bronzino (per lungo tempo oggetto di un sapientissimo restauro da parte di Ezio Buzzegoli), ne è l’ideale capofila, grazie all’invenzione del suo autore di dipingere la veduta frontale del nano di corte in atti da cacciatore su una faccia della tela, e la veduta tergale del nano stesso, con le prede, sull’altra. Ma si arriva anche ai giorni d’oggi, dove un altro “Nano” (Silvano Campeggi, grande pittore e illustratore che ha creato nel secolo appena concluso le icone del cinema internazionale) rivolge all’osservatore la schiena dritta e la chioma bianca, per rivelare il tre quarti del volto solo sulla tela retrostante in un intrigante doppio autoritratto”.
Come commenta Antonio Natali, Direttore degli Uffizi, “I visitatori della Galleria sentono il fascino delle grandi opere esibite nelle sale del museo fiorentino, ma sovente ancor più sono attratti dall’idea che ognuna di esse nasconda un mistero. E il più delle volte è anche vero; soprattutto perché raramente gli storici dell’arte s’impegnano a ricostruire le trame iconologiche sottese ai quadri (che dunque restano appunto misteriosi). Di sicuro però è vero che nessuno dei visitatori può vedere cosa celi il retro di una tela o di una tavola, giacché la faccia che a lui si mostra è quella nobile. La parte posteriore resta un mistero. In questo senso l’esposizione odierna sarà anche un bel divertimento intellettuale”.
“Credo che sia uno straordinario modo per concludere un anno storico per gli Amici degli Uffizi - sottolinea il presidente Maria Vittoria Rimbotti. Per i nostri venti anni di vita offriamo alla città il capolavoro di Bill Viola, uno dei maggiori artisti a livello globale, e il nuovo appuntamento con I mai visti che valorizza e fa conoscere quei tesori che la Galleria degli Uffizi conserva”.
“Con questa scelta di opere - afferma Giovanna Giusti, curatrice dell’esposizione - il visitatore curioso sarà coinvolto, con ‘visibilità bifronte’, anche nel mondo riservato agli ‘addetti ai lavori’; cosicché insieme a dipinti, mobili o sculture di altissimo pregio, anche misteriosi numeri barrati, una volta decifrati, riveleranno il loro contributo importante nel chiarire il percorso collezionistico delle opere”.
Il percorso espositivo di Dietrofront, composto da dipinti, marmi antichi, maioliche, uno stipo e un altare, offrirà una doppia visibilità delle opere, presentandone il recto e il verso.
I segni che spesso questi capolavori celano nella parte non visibile al pubblico sono in grado di raccontare la loro vita e il loro cammino collezionistico.
Ad esempio, tra le opere del Quattrocento, la scena dell’Annunciazione è dipinta nel retro delle tavole dei nobili ritratti dei Baroncelli, mentre nel Trittico di Froment, che nella severità della cultura d'Oltralpe scandisce episodi della vita di Cristo, culminanti al centro nella resurrezione di Lazzaro, le ante chiuse presentano, insieme alla Madonna col Bambino, i committenti dell’opera.
Esempi di raffinata e rarissima combinazione sono costituiti dalla Deposizione di Gerard David, che conserva nel retro una matrice d'incisione, dove sono raffigurati i progenitori, e da una preziosa ‘custodia’ di Jan Brueghel il vecchio, che proteggeva, riproponendolo in copia, l’originale di Dürer raffigurante Il Grande Calvario, opera che a sua volta ha nel retro un Paesaggio dipinto dal medesimo Brueghel; mentre il doppio Palma il Vecchio riunisce un ritratto di donna e l’autoritratto del pittore veneto.
Anche un Altare da viaggio, racchiuso in un prezioso baule, in uso alla Corte medicea e uno stipo ottocentesco riservano altre sorprese.
Liriche trascritte sul retro di ritratti ampliano la sfera intima dell'autore con dediche d'amore (Alfieri e la contessa d'Albany dipinti dal Fabre) o accompagnano l’autoritratto che viene offerto in dono (Pier Leone Ghezzi e Giovanni Camillo Ciabilli).
Talvolta gli autoritratti degli artisti, come nel caso di Mosè Bianchi, Luigi Russolo, Gregorio Sciltian e altri, conservano nel verso la scelta di un riuso del supporto, testimoniato da un’altra pittura. Il visitatore sarà idealmente condotto all’interno dell’atelier al momento della creazione, dove torneranno in superficie curiosità come una scena d’ambiente con un gatto e un topo o ritratti capovolti.
In alcuni casi, l'opera nasce in doppio, come nell'autoritratto del brasiliano Camara che pare sprofondare nella tavola per ricomparire sul retro, o come nella doppia effigie di Nano Campeggi, di recente acquisizione, che si mostra di spalle nel recto, mentre fa affiorare sul verso un bozzetto del suo volto giovane e sorridente .
Oltre a quelle provenienti dalle collezioni degli Uffizi, la mostra ne ospiterà altre, concesse in prestito dalla Galleria Palatina, dal Museo del Bargello, dalla Galleria d’arte moderna di palazzo Pitti, dalla Villa Medicea della Petraia e dall’Opificio delle Pietre Dure.
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