Fotoprogetti 2012
Dal 11 Novembre 2012 al 10 Dicembre 2012
Firenze
Luogo: Ex Chiesa di San Carlo dei Barnabiti
Indirizzo: via Sant'Agostino 23
Orari: 10.30-12.30/ 17-22
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 0517721
E-Mail info: deaphoto@tin.it
Si inaugura Sabato 10 Novembre dalle ore 18 alle ore 23 presso l’Ex Chiesa di San Carlo ai Barnabiti a Firenze, FOTOPROGETTI 2011. L’esposizione – a cura di Deaphoto Expo in collaborazione con il Quartiere 1 del Comune di Firenze – presenta in Mostra le opere dei partecipanti al Corso di Progettazione Fotografica organizzato da Deaphoto nella stagione 2011-2012.
L’esito espositivo finalizza quello didattico incentrato sullo sviluppo delle capacità progettuali degli studenti, attraverso un progressivo affinamento di elaborazione visiva e lettura critica della realtà e delle immagini, la riflessione teorica sul medium e la stimolante conoscenza delle tendenze e degli autori della fotografia contemporanea. I percorsi progettuali, partiti dalla definizione personale dei temi della ricerca, sono proseguiti con la realizzazione e l’editing delle immagini, fino alla definizione delle procedure di installazione e valorizzazione espositiva e alla redazione dei testi di presentazione delle opere. I lavori presentati sono indicativi, così, di alcune delle tendenze principali della fotografia contemporanea.
Ben quattro fotografi si sono approcciati in differenti modi al tema del Ritratto. Claudia Querci (Stop Frame) attraverso la costruzione di finti fermi immagine (liberamente ispirati ai film di Jean Luc Godard) costruisce grazie al rapporto fra testo e immagine “un processo di significazione aperta” con il quale si interroga sulle ambiguità del messaggio verbale e iconico nel loro rapporto reciproco e su quello fra fotografia e cinema.
Lorenzo Tomberli per raccontare il Mercato di San Lorenzo di Firenze utilizza il ritratto in posa secondo lo stile documentario della fotografia sociale. Niccolò Vonci (Mio fratello è figlio unico) con un approccio più narrativo “ritrova” e racconta per immagini la vita quotidiana del fratello minore fotografandolo nella casa in cui, ancora studente, vive con i genitori. Michela Del Forno (Sguardi d’artista), ritrae alcuni artisti immersi nel loro mondo e le loro cose, attraverso uno stile visivo che cerca di adeguarsi alle differenti personalità.
Per il Paesaggio Sabrina Boni con le sue Città (in)visibili da corpo e immagine (attraverso un meticoloso e approfondito lavoro sul proprio archivio) ad undici delle Città immaginate da Italo Calvino nel celebre libro, rintracciandole alla luce del testo testo. Anche i “notturni” di Valentina Gori (Produzioni seriali di cieli stellati) nascono da suggestioni letterarie, ispirandosi ai testi e alle musiche di Vasco Brondi (“Luci della centrale elettrica”) e alle loro atmosfere urbane, desolanti e degradate.
I paesaggi di Alberto Ianiro (352 km), sono invece soprattutto un viaggio nella memoria personale, mentre di una forte carica affettiva e nostalgica si connotano anche le “geografie private” di Giovanni de Leo (Da quando sono al mondo). Sempre per il paesaggio e il reportage territoriale, lo sguardo archeologico di Michelangelo Chiaramida (Monte Calamita) si sofferma, non senza motivazioni economico-sociali, nei desolanti e suggestivi spazi di una miniera abbandonata. Se le visioni architettonico-metafisiche di Sonia Farsetti (Bookshop Souvenir) nascono da uno studiato gioco citazionistico che immagina all’opera come fotografi a confronto con il medesimo spazio, tre grandi autori rappresentanti di altrettanti stili dell’arte contemporanea, i paesaggi scozzesi di Sandro Bini (Scotlandscapes), meta del turismo internazionale, costituiscono vedute in cu in cui il senso romantico dell’estasi contemplativa pare essere in pericolo, in bilico e prossimo allo spezzarsi.
Una dimensione ambientale, più evocativa che narrativa, assume il lavoro di Paolo Bruttiini (Just Play) in cui più che nella descrizione del luogo (uno studio musicale) ci immergiamo, complice la notte, la luce artificiale, gli spazi vuoti e lo stile visivo adottato, in un’atmosfera poetica fatta di sospensione e di attesa.
Sul versante staged photography mentre i “Soldatini” di Simone Vannucci stigmatizzano nella toy fiction la conflittualità del nostro vivere sociale, i due tableau di Valeria Mariani (Gabbie) sono visioni melanconiche e fiabesche, sospese nel tempo, in cui due figure romantiche isolate nel paesaggio (un uomo e una donna) sono imprigionate e costrette come per incantesimo a non poter realizzare i propri sogni e forse anche il loro amore.
L’esito espositivo finalizza quello didattico incentrato sullo sviluppo delle capacità progettuali degli studenti, attraverso un progressivo affinamento di elaborazione visiva e lettura critica della realtà e delle immagini, la riflessione teorica sul medium e la stimolante conoscenza delle tendenze e degli autori della fotografia contemporanea. I percorsi progettuali, partiti dalla definizione personale dei temi della ricerca, sono proseguiti con la realizzazione e l’editing delle immagini, fino alla definizione delle procedure di installazione e valorizzazione espositiva e alla redazione dei testi di presentazione delle opere. I lavori presentati sono indicativi, così, di alcune delle tendenze principali della fotografia contemporanea.
Ben quattro fotografi si sono approcciati in differenti modi al tema del Ritratto. Claudia Querci (Stop Frame) attraverso la costruzione di finti fermi immagine (liberamente ispirati ai film di Jean Luc Godard) costruisce grazie al rapporto fra testo e immagine “un processo di significazione aperta” con il quale si interroga sulle ambiguità del messaggio verbale e iconico nel loro rapporto reciproco e su quello fra fotografia e cinema.
Lorenzo Tomberli per raccontare il Mercato di San Lorenzo di Firenze utilizza il ritratto in posa secondo lo stile documentario della fotografia sociale. Niccolò Vonci (Mio fratello è figlio unico) con un approccio più narrativo “ritrova” e racconta per immagini la vita quotidiana del fratello minore fotografandolo nella casa in cui, ancora studente, vive con i genitori. Michela Del Forno (Sguardi d’artista), ritrae alcuni artisti immersi nel loro mondo e le loro cose, attraverso uno stile visivo che cerca di adeguarsi alle differenti personalità.
Per il Paesaggio Sabrina Boni con le sue Città (in)visibili da corpo e immagine (attraverso un meticoloso e approfondito lavoro sul proprio archivio) ad undici delle Città immaginate da Italo Calvino nel celebre libro, rintracciandole alla luce del testo testo. Anche i “notturni” di Valentina Gori (Produzioni seriali di cieli stellati) nascono da suggestioni letterarie, ispirandosi ai testi e alle musiche di Vasco Brondi (“Luci della centrale elettrica”) e alle loro atmosfere urbane, desolanti e degradate.
I paesaggi di Alberto Ianiro (352 km), sono invece soprattutto un viaggio nella memoria personale, mentre di una forte carica affettiva e nostalgica si connotano anche le “geografie private” di Giovanni de Leo (Da quando sono al mondo). Sempre per il paesaggio e il reportage territoriale, lo sguardo archeologico di Michelangelo Chiaramida (Monte Calamita) si sofferma, non senza motivazioni economico-sociali, nei desolanti e suggestivi spazi di una miniera abbandonata. Se le visioni architettonico-metafisiche di Sonia Farsetti (Bookshop Souvenir) nascono da uno studiato gioco citazionistico che immagina all’opera come fotografi a confronto con il medesimo spazio, tre grandi autori rappresentanti di altrettanti stili dell’arte contemporanea, i paesaggi scozzesi di Sandro Bini (Scotlandscapes), meta del turismo internazionale, costituiscono vedute in cu in cui il senso romantico dell’estasi contemplativa pare essere in pericolo, in bilico e prossimo allo spezzarsi.
Una dimensione ambientale, più evocativa che narrativa, assume il lavoro di Paolo Bruttiini (Just Play) in cui più che nella descrizione del luogo (uno studio musicale) ci immergiamo, complice la notte, la luce artificiale, gli spazi vuoti e lo stile visivo adottato, in un’atmosfera poetica fatta di sospensione e di attesa.
Sul versante staged photography mentre i “Soldatini” di Simone Vannucci stigmatizzano nella toy fiction la conflittualità del nostro vivere sociale, i due tableau di Valeria Mariani (Gabbie) sono visioni melanconiche e fiabesche, sospese nel tempo, in cui due figure romantiche isolate nel paesaggio (un uomo e una donna) sono imprigionate e costrette come per incantesimo a non poter realizzare i propri sogni e forse anche il loro amore.
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