MASTERPIECES. Italian Art at Relais Santa Croce - Mauro Staccioli
Dal 22 Febbraio 2017 al 18 Aprile 2017
Firenze
Luogo: Relais Santa Croce
Indirizzo: via Ghibellina 87
Telefono per informazioni: +39 055.240617
E-Mail info: info@galleriailponte.com
Sito ufficiale: http://www.galleriailponte.com
Masterpieces è un ideale viaggio nella storia dell’arte italiana del Novecento e contemporanea, attraverso i capolavori conservati dalle migliori gallerie toscane affiliate ad A.N.G.A.M.C. che, a turno, esporranno una delle loro opere.
Dal 22 febbraio al 18 aprile, il Relais Santa Croce by Baglioni Hotels nel cuore di Firenze (via Ghibellina 87), gioiello della Collection 100% italiana Baglioni Hotels, ospita il secondo appuntamento di questa iniziativa artistica nata dalla collaborazione con l’A.N.G.A.M.C.(Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea).
Insieme alla Galleria Il Ponte di Firenze viene presentata l'opera di Mauro Staccioli (Volterra 1937) Anello 1996, di 150 cm di diametro, realizzata in acciaio corten. L'anello è sicuramente uno dei segni più emblematici all'interno delle forme scultoree dell'artista. La prima volta in cui Staccioli lo utilizza è nel 1991 ad Andorra sui Pirenei (Andorra ’91) e in un'intervista con Luca Massimo Barbero, racconta: “[…] In un certo momento del mio percorso di artista ho cominciato a sentire la barriera come una forma eccessiva, quasi pregiudicante la possibilità di vedere e sentire il mondo dietro essa. Ho cominciato a considerare che il piacere del vedere, del toccare e del pensare, non deve essere, almeno in questa fase del mio lavoro, limitato. […] L’intervento a Ordino d’Arcalis, in Andorra, nasce per superare l’immagine dei tondi che ancora ostruiscono il paesaggio. L’intervento è stato motivato dalla bellezza trasudante acqua, ferro, vita, di questo spazio […]”.
L'opera Anello 1996 che presentiamo in questa sede è parte integrante di questa sua ricerca che indaga la sezione di un triangolo isoscele che definisce al centro un'area circolare, che Staccioli modifica continuamente, giocando sui rapporti fra la fascia (altezza e spessore) e lo spazio che l'anello lascia libero al vagare dello sguardo. Roma 2011, il grande anello poi installato nel parterre di fronte alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, rappresenta in qualche modo la consacrazione di questa sua ricerca volta all'attraversare, una scultura che si lascia attraversare ma anche che inquadra...
Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e qui si diploma all'Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna -dove intraprende l’attività di insegnamento- e nel 1963 si sposta a Lodi e poi a Milano. Dalla fine degli anni Sessanta si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società e sviluppando l’idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo - inteso nella sua concezione sia fisica che sociale - nel quale e per il quale è stata realizzata. Elabora “sculture-intervento”, “sculture-segno” che si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate, adottando un linguaggio caratterizzato da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro. Nel 1972 nella città di Volterra la mostra Sculture in città segna così una svolta aprendo agli spazi urbani quel che fino ad allora era relegato solo negli ambienti chiusi di gallerie e musei, e dopo una serie di mostre in gallerie e spazi milanesi (Studio Sant’Andrea, Studio Marconi, Galleria Bocchi) arriva l’invito alle Biennali di Venezia del 1976 e del 1978, anno del celebre Muro, una parete di cemento di 8 metri che ostruisce la visuale del viale d’accesso al Padiglione Italia, ponendosi quale segno critico e provocatorio. Del 1981 è l’intenso intervento allo Studio Mercato del Sale di Milano, dove uno squarcio lungo il pavimento provoca il visitatore spingendolo a riflettere e a partecipare attivamente attraversando l’opera stessa. Nel 1982 realizza una grande opera nel parco di Villa Gori a Celle di Santomato (PT), il primo parco italiano di sculture ambientali. Da questo momento Staccioli riscuote una crescente attenzione all'estero e viene chiamato in Germania (Stadtische Galerie, Regensburg; Fridericianum Museum, Kassel), in Gran Bretagna (Hayward Gallery, Londra), in Israele (Tel Hai College) e in Francia (ELAC, Lione); in questi anni il suo linguaggio perde la durezza e l’aggressività che lo caratterizzavano, e che rifletteva l’aspro e violento clima politico degli “anni di piombo”, per sfidare apertamente lo spazio sovvertendone gli equilibri statici e dimensionali, generando effetti di straniamento nell’osservatore, come la forma in equilibrio sulla scalinata della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma del 1981, o il grande plinto sospeso sulla scalinata della University Gallery di Amherst in Massachussetts nel 1984, realizzato in occasione della sua prima personale negli Stati Uniti. Il confronto con l’architettura e l’ambiente urbano trova nuove soluzioni nella genesi dei grandi archi rovesciati realizzati all’interno della Rotonda della Besana a Milano (1987), davanti al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (1988) su invito di Amnon Barzel e nel piazzale principale del Parco Olimpico di Seul (1988) su invito di Pierre Restany. Nel frattempo prosegue la sua attività negli Stati Uniti con una mostra al Museum of Contemporary Art di San Diego e con la serie di installazioni realizzate nel parco della Djerassi Foundation di Woodside in California (1987-1991), seguite negli anni Novanta da nuovi interventi e da importanti mostre tra cui quella tenutasi alla Shoshana Wayne Gallery nel 1993. In questi anni l’artista continua a sperimentare nuove forme: anelli che mettono in risalto il paesaggio, come a Ordino d’Arcalis nel Principato di Andorra (1991) e a Monaco di Baviera (1996); tondi “costretti” negli spazi della Fondazione Mudima di Milano (1992) o in precario equilibrio nel Parco della Fara a Bergamo (1992); sfere che appaiono quasi metafisicamente nella piana di Ozieri in Sardegna (1995). Profondo e proficuo è il legame dell’artista con il Belgio, dove realizza un intervento al Parc Tournay Solvay di Bruxelles per la Fondation Européenne pour la Sculpture (1996) e dove eseguirà molti interventi in spazi pubblici e privati, tra cui Equilibrio sospeso al Rond Point de l’Europe a Bruxelles (1998). Nello stesso decennio la Corea si fa promotrice di diversi interventi pubblici tra cui l’opera per il Contemporary Art Museum di Kwacheon (1990). Negli anni a seguire la costante ricerca di Staccioli si materializza in installazioni in Italia e all’estero: La Jolla (San Diego 2003), Taiwan (2003), Porto Rico (2004), Bodio Center a Milano (2004), Carrazeda de Ansiães (Portogallo 2008), Parco della Cupa a Perugia (2009). Nel 2009 a Volterra si apre la mostra Mauro Staccioli. Volterra 1972-2009 - Luoghi d'esperienza che vede la realizzazione di 19 imponenti sculture ambientali. Nel 2010 a Motta D'Affermo in Sicilia Staccioli realizza l’opera 38º Parallelo, una piramide in acciaio corten alta ben 30 metri all’interno del parco della Fiumara d’Arte. Nel 2011 al Parco archeologico di Scolacium e al MARCA di Catanzaro si tiene la mostra Mauro Staccioli. Cerchio Imperfetto cura di Alberto Fiz e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma acquisisce e installa una nuova opera di Staccioli - un anello di 10 metri di diametro – a lato della scalinata d’ingresso. L'anno successivo l’opera Cerchio imperfetto viene collocata nel giardino dell’Università Bocconi di Milano e la Galleria Il Ponte di Firenze e la Galleria Niccoli di Parma inaugurano due mostre che rileggono i primi quindici anni di lavoro dell’artista, pubblicando il volume Mauro Staccioli. Gli anni di cemento 1968-1982. Negli ultimi anni si citano, tra le tante altre, le installazioni per Seogwipo (nell'isola di Jeju in Corea) Seogwipo 2014, per Firenze Aruch 2014 e per Villa Pisani Bonetti a Bagnolo di Lonigo (2016). Staccioli è membro dell’Académie Royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique e Accademico Nazionale dell'Accademia di San Luca. Vive e lavora a Milano e Volterra.
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