Pino Trademark. Opere grafiche di Pino Pascali

Pino Pascali, 1963, New York, timbri, matite e china su carta, cm. 25x35,4

 

Dal 20 Dicembre 2018 al 09 Febbraio 2019

Firenze

Luogo: Frittelli Arte Contemporanea

Indirizzo: via Val di Marina 15

Orari: da lunedì a venerdì 10:00 - 13 / 15:30 - 19:30 (sabato, domenica e festivi su appuntamento)

Curatori: Roberto Lacarbonara

Telefono per informazioni: +39 055 410153

E-Mail info: info@frittelliarte.it

Sito ufficiale: http://www.frittelliarte.it/it/



Frittelli Arte Contemporanea è lieta di presentare la mostra “Pino Trademark. Opere grafiche di Pino Pascali” a cura di Roberto Lacarbonara, un evento che ricorre a cinquant’anni dalla scomparsa (l’11 settembre 1968) di uno dei massimi artisti italiani del secondo dopoguerra.
“Pino Trademark” è la firma che Pascali appone in calce ad una lettera inviata al gallerista Gian Enzo Sperone nel 1966, per ringraziarlo della mostra da poco inaugurata a Torino, dove per la prima volta l’artista mostra in pubblico la serie delle Armi.
 
Una scelta singolare, piuttosto ironica – quasi un marchio di garanzia sulla recente produzione – che rimanda immediatamente alla citazione di quei “modelli” americani con cui Pascali amava confrontarsi, specie nell’ambito della ricerca pubblicitaria, svolta in quegli stessi anni, per la Lodolofilm e per la Rai. Nei tanti disegni-omaggio a Jasper Johns, nelle scenografie per i caroselli di aziende come Algida o Steel USA, così come nella scelta dei personaggi e delle storie, Pascali inventa uno stile ed un linguaggio originalissimi, spesso con uno sguardo – talvolta critico e insidioso – rivolto all’America e alla sua egemonia nel commercio e nella comunicazione. Il bozzetto “Super” del 1965 – cui è dedicato il recente volume “Super. Pino Pascali e il sogno americano” (Skira, 2018) – incarna la sua visione sarcastica verso la superpotenza a stelle e strisce di cui l’artista sembra conoscere a fondo gli strumenti della retorica e della cultura visuale.
 
In mostra molti dei lavori prodotti da Pascali nell’ambito della ricerca sull’immagine in movimento, realizzati tramite disegno, collage, emulsioni, tempere e tecniche miste, su carta o su acetato, e destinati alla produzione televisiva. Saranno visibili anche due tra i caroselli più significativi: “I Killers”, cortometraggio d'animazione proposto inizialmente all'Algida e in seguito, dopo il rifiuto del committente, sviluppato da Pascali in un video autonomo; e “Cirio”, filmato realizzato a partire da un reportage fotografico eseguito da Pascali tra Roma e Napoli nel quale l’artista interpreta le maschere partenopee di Pulcinella e Pazzariello.
Il contrassegno grafico che Pascali inventa per Sperone si rivela così indissolubilmente legato a quei soggetti da tempo indagati – le armi, i killers, i cowboys, il dollaro, il paesaggio metropolitano e le insegne alfanumeriche – che testimoniano il confronto assiduo con il New Dada e la Pop Art americana, ma anche all’invenzione di una via tutta italiana e mediterranea della comunicazione pubblicitaria, manifestando ad un tempo il tentativo di acquisizione e di superamento dei codici e delle formule linguistiche d’oltreoceano.

Pino Pascali nasce a Bari nel 1935; in seguito la famiglia si trasferisce a Polignano a Mare. Diplomatosi a Napoli presso il Liceo artistico, nel 1956 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Roma dove segue il corso di scenografia di Toti Scialoja. In questi anni comincia a frequentare gli artisti del cosiddetto Gruppo di Piazza del Popolo e inizia a lavorare come aiuto scenografo in alcune produzioni Rai collaborando con lo Studio Saraceni e la Lodolofilm come scenografo e grafico per la pubblicità televisiva. Con quest'ultima, grazie al legame di amicizia con Sandro Lodolo, lavorerà fino all'anno della sua morte, avvenuta nel 1968. Nel gennaio del 1965 espone presso la Galleria la Tartaruga di Plinio de Martiis. In estate realizza per la Galleria La Salita l’installazione-performance Requiescat. L'anno dopo presenta il ciclo delle armi presso la Galleria Sperone di Torino e comincia a lavorare alle prime opere in tela bianca su centine. In autunno tiene una mostra da Fabio Sargentini presentando le serie degli animali e dei trofei e i lavori Il mare, Barca che affonda, Balene. La sua prima personale all'estero è ospitata nel 1967 dalla Thelen Galerie di Essen in Germania. In giugno presenta un ciclo di nuove opere ispirate agli elementi della natura. Alla mostra Exhibition of Italian contemporary art a Tokyo e Kyoto, presenta Ricostruzione della balena. In ottobre espone alla galleria Jolas di Milano, presentato da Cesare Brandi. In dicembre alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, insieme a Eliseo Mattiacci presenta Campi arati e Canali di irrigazione. Sempre nel 1967: Premio Modigliani a Livorno; Realtà dell'immagine e strutture della visione al Cerchio di Roma; Oltre la scultura a Pescara, Expo 67 a Montreal; Salone internazionale dei giovani, a Palazzo Ancarani a Spoleto; Proposte Uno ad Avezzano; Mostra di arte contemporanea a Tokyo; V Biennale dei Giovani a Parigi; III Rassegna arte del Mezzogiorno a Napoli; IX Biennale di San Paolo; Art Objectif a Parigi. A marzo del 1968 Giulio Carlo Argan presenta per la prima volta alla Jolas Galerie di Parigi i suoi Bachi da setola. Lo stesso anno partecipa con una sala personale alla XXXIV Biennale di Venezia; a seguito di un incidente motociclistico muore in settembre a mostra ancora aperta, a conclusione della quale gli viene assegnato il Premio internazionale per la Scultura. 

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