Roberto Pupi. Naturalia/Mirabilia
![Roberto Pupi. Naturalia/Mirabilia, La Corte Arte Contemporanea - Associazione Culturale, Firenze Roberto Pupi. Naturalia/Mirabilia, La Corte Arte Contemporanea - Associazione Culturale, Firenze](http://www.arte.it/foto/600x450/ae/21151-fi.jpg)
Roberto Pupi. Naturalia/Mirabilia, La Corte Arte Contemporanea - Associazione Culturale, Firenze
Dal 25 Marzo 2014 al 10 Aprile 2014
Firenze
Luogo: La Corte Arte Contemporanea - Associazione Culturale
Indirizzo: via de Coverelli 27/r
Orari: mar-sab 16-19 e su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 284435
E-Mail info: info@lacorteartecontemporanea.it
Sito ufficiale: http://www.lacorteartecontemporanea.it
La Wunderkammer di questo millennio potrebbe ancora essere il luogo in cui lo stupito osservatore del mondo raccoglie mirabilia, separati in naturalia e artificialia, in base alla meraviglia che producono per la loro origine naturale o in quanto prodotti dall’uomo?
La domanda non è retorica e allude alla capacità effettiva, nell’epoca della moltiplicazione delle immagini (che coincide con la rarefazione dell’immaginazione) di sorprendersi e avvertire il desiderio di raccogliere le meraviglie - invece di consumarle, o diffonderne l’effige senza uno scopo preciso, ma con l’inevitabile ricaduta della dispersione di significato. È facile, a questo punto, il ricorso alla perdita di aura dell’opera d’arte, alle conseguenze della sua riproducibilità tecnica e al dibattito innescato negli anni Trenta, e anche prima, e oggi di esasperata attualità. Ma c’è qualcosa di più: abituato a tutto, anche a ciò con cui non ha familiarità, l’osservatore contemporaneo ha perso anche la predisposizione alla contemplazione. E lungo queste due linee si muove la ricerca artistica che Roberto Pupi da anni conduce sulla fotografia e sulla sua possibilità di estendersi oltre la sua convenzionale, "necessaria", bidimensionalità: da un lato c’è una constatazione riguardante la fotografia stessa, come linguaggio non esausto e ancora in grado di sottrarre l’eccezionale alla sconsolata distesa del banale, del seriale, del mondo supinamente decodificato; dall’altro c’è la ricerca di una meraviglia restituita alla natura dell’immagine, al suo svolgersi in un dialogo inedito con chi la osserva, alla possibilità di sollecitare una visione non frugale.
Così, la "camera delle meraviglie" di Roberto Pupi si riferisce tanto al processo quanto al suo esito. C’è in primo luogo la creazione attraverso nuovi strumenti, e con dispositivi che sono ancora sperimentali, e di conseguenza soggetti alla possibilità di fallimento o di risultati non aderenti a quanto previsto nel progetto dell’autore. Ogni volta Pupi "prova" una forzatura, un passaggio ulteriore nell’indagine sull’articolazione della creazione e dello sguardo, un tentativo deviante rispetto alla visione già consegnata e consunta della realtà visibile; e ogni volta potrebbe anche non riuscire, o divergere rispetto all’intenzione iniziale. E qui risiede il primo fattore di sorpresa, in questa scoperta dell’artista al cospetto della sua stessa opera. Gli esiti di questo lavoro portano all’apparizione di una forma che proietta nello spazio, invadendolo, una visione non scontata della natura (ecco il secondo punto di scaturigine della "meraviglia"). L’elemento critico sta nel fatto che questa spigolosa poliedricità dell’opera di Pupi tende alla verosimiglianza dello sguardo, e alle dinamiche di percezione degli oggetti, in un modo molto più naturale di quanto non faccia la fotografia tradizionale.
E tutto questo sollecita una riflessione che riguarda non solo il soggetto rappresentato ma la sua conoscibilità. I due alberi presentati in occasione di questa mostra costituiscono tentativi diversi di percezione complessa della realtà registrata con la fotografia. Sono più produttori di immaginario che immagini essi stessi: l’osservatore deve attraversare lo spazio che li contiene, e più di una volta, per poterli comprendere, contribuendo in tal modo alla loro definizione, al loro affermarsi come opere, come nuovi mirabilia che sono a un tempo naturalia e artificialia. E qui si trova una delle possibile risposte al quesito iniziale: la Wunderkammer contemporanea dovrebbe contenere oggetti che innescano registrano, testimoniano e documentano processi. Mirabilia disposti lungo il tempo.
Pietro Gaglianò
La domanda non è retorica e allude alla capacità effettiva, nell’epoca della moltiplicazione delle immagini (che coincide con la rarefazione dell’immaginazione) di sorprendersi e avvertire il desiderio di raccogliere le meraviglie - invece di consumarle, o diffonderne l’effige senza uno scopo preciso, ma con l’inevitabile ricaduta della dispersione di significato. È facile, a questo punto, il ricorso alla perdita di aura dell’opera d’arte, alle conseguenze della sua riproducibilità tecnica e al dibattito innescato negli anni Trenta, e anche prima, e oggi di esasperata attualità. Ma c’è qualcosa di più: abituato a tutto, anche a ciò con cui non ha familiarità, l’osservatore contemporaneo ha perso anche la predisposizione alla contemplazione. E lungo queste due linee si muove la ricerca artistica che Roberto Pupi da anni conduce sulla fotografia e sulla sua possibilità di estendersi oltre la sua convenzionale, "necessaria", bidimensionalità: da un lato c’è una constatazione riguardante la fotografia stessa, come linguaggio non esausto e ancora in grado di sottrarre l’eccezionale alla sconsolata distesa del banale, del seriale, del mondo supinamente decodificato; dall’altro c’è la ricerca di una meraviglia restituita alla natura dell’immagine, al suo svolgersi in un dialogo inedito con chi la osserva, alla possibilità di sollecitare una visione non frugale.
Così, la "camera delle meraviglie" di Roberto Pupi si riferisce tanto al processo quanto al suo esito. C’è in primo luogo la creazione attraverso nuovi strumenti, e con dispositivi che sono ancora sperimentali, e di conseguenza soggetti alla possibilità di fallimento o di risultati non aderenti a quanto previsto nel progetto dell’autore. Ogni volta Pupi "prova" una forzatura, un passaggio ulteriore nell’indagine sull’articolazione della creazione e dello sguardo, un tentativo deviante rispetto alla visione già consegnata e consunta della realtà visibile; e ogni volta potrebbe anche non riuscire, o divergere rispetto all’intenzione iniziale. E qui risiede il primo fattore di sorpresa, in questa scoperta dell’artista al cospetto della sua stessa opera. Gli esiti di questo lavoro portano all’apparizione di una forma che proietta nello spazio, invadendolo, una visione non scontata della natura (ecco il secondo punto di scaturigine della "meraviglia"). L’elemento critico sta nel fatto che questa spigolosa poliedricità dell’opera di Pupi tende alla verosimiglianza dello sguardo, e alle dinamiche di percezione degli oggetti, in un modo molto più naturale di quanto non faccia la fotografia tradizionale.
E tutto questo sollecita una riflessione che riguarda non solo il soggetto rappresentato ma la sua conoscibilità. I due alberi presentati in occasione di questa mostra costituiscono tentativi diversi di percezione complessa della realtà registrata con la fotografia. Sono più produttori di immaginario che immagini essi stessi: l’osservatore deve attraversare lo spazio che li contiene, e più di una volta, per poterli comprendere, contribuendo in tal modo alla loro definizione, al loro affermarsi come opere, come nuovi mirabilia che sono a un tempo naturalia e artificialia. E qui si trova una delle possibile risposte al quesito iniziale: la Wunderkammer contemporanea dovrebbe contenere oggetti che innescano registrano, testimoniano e documentano processi. Mirabilia disposti lungo il tempo.
Pietro Gaglianò
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
![](/public/img/mostre_su.png)
-
Dal 27 giugno 2024 al 06 giugno 2025 Torino | Gallerie d’Italia – Torino
Antonio Biasiucci. Arca
-
Dal 28 giugno 2024 al 13 ottobre 2024 Venezia | Palazzo Cini
Eleonora Duse mito contemporaneo
-
Dal 26 giugno 2024 al 22 settembre 2024 Siena | Santa Maria della Scala
Nino Migliori. LUMEN. Fonte Gaia
-
Dal 25 giugno 2024 al 01 settembre 2024 Roma | Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
Luigi Bartolini incisore
-
Dal 25 giugno 2024 al 08 settembre 2024 Genova | Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
Presenze dell’arte svizzera nella collezione del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
-
Dal 22 giugno 2024 al 20 ottobre 2024 Firenze | Museo Novecento e Museo degli Innocenti
Louise Bourgeois In Florence