Venti del Neolitico. Uomini del Rame

Venti del Neolitico. Uomini del Rame, Museo Nazionale Archeologico - Castello di Manfredonia
Dal 22 Giugno 2013 al 31 Dicembre 2013
Manfredonia | Foggia
Luogo: Museo Nazionale Archeologico - Castello di Manfredonia
Indirizzo: piazzale Ferri
Enti promotori:
- Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia
- Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia
- Città di Manfredonia
Telefono per informazioni: +39 0884 587838
E-Mail info: francesca.radina@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.archeopuglia.beniculturali.it
“Venti del Neolitico. Uomini del Rame” evoca, nel titolo, il riferimento al “vento” che muove le pale eoliche che ormai da anni segnano il paesaggio del Subappennino Daunio e che, al tempo stesso, ha rappresentato causa, in qualche modo “forzata”, tuttavia propulsiva di una stagione nuova e forse decisiva, della ricerca scientifica condotta attraverso lo strumento dell'archeologia preventiva. E' stato infatti possibile indagare, con risultati straordinari, ambiti territoriali impervi e mai interessati da scavi archeologici, che hanno rivelato palinsesti culturali e sistemi insediativi di assoluto rilievo per la preistoria mediterranea. L'iniziativa, che si inaugura negli spazi del Castello di Manfredonia, contenitore privilegiato delle testimonianze archeologiche più rappresentative del mondo daunio, riunisce per la prima volta reperti straordinari conservati in musei statali e civici, anche non pugliesi, istituti universitari e depositi locali. Essi provengono soprattutto da ricerche recenti, in alcuni casi ancora in corso, ma si integrano con materiali rinvenuti in passato e mai esposti prima, in alcuni casi noti solo da riproduzioni fotografiche.
Il quadro complessivo delle conoscenze sul popolamento preistorico si avvale oggi di ritrovamenti che documentano influenze, contatti e scambi con le aree della Lucania, dell'Irpinia e del Sannio, assieme alla scoperta di ambiti cronologici finora scarsamente o per nulla documentati nel resto del territorio daunio, come le fasi mature del Neolitico ( metà del V millennio a.C.) e le articolazioni della successiva età del Rame. A quest'ultimo riguardo, sono particolarmente significative le scoperte di rinvenimenti relativi a complessi sistemi insediativi e ad aree necropolari databili alle sue fasi iniziali (seconda metà del IV millennio a. C.).
La mostra, che coinvolge studiosi e specialisti di varia estrazione, è anche l'occasione per ribadire la presenza costante e l'inesausta attività della Soprintendenza e degli istituti che con essa collaborano nelle attività di tutela e di ricerca archeologica, un modo per chiudere simbolicamente il cerchio tra il passato e il recente della ricerca scientifica in uno dei territori cardine della Penisola per le fasi più antiche dello sviluppo della civiltà umana.
Il quadro complessivo delle conoscenze sul popolamento preistorico si avvale oggi di ritrovamenti che documentano influenze, contatti e scambi con le aree della Lucania, dell'Irpinia e del Sannio, assieme alla scoperta di ambiti cronologici finora scarsamente o per nulla documentati nel resto del territorio daunio, come le fasi mature del Neolitico ( metà del V millennio a.C.) e le articolazioni della successiva età del Rame. A quest'ultimo riguardo, sono particolarmente significative le scoperte di rinvenimenti relativi a complessi sistemi insediativi e ad aree necropolari databili alle sue fasi iniziali (seconda metà del IV millennio a. C.).
La mostra, che coinvolge studiosi e specialisti di varia estrazione, è anche l'occasione per ribadire la presenza costante e l'inesausta attività della Soprintendenza e degli istituti che con essa collaborano nelle attività di tutela e di ricerca archeologica, un modo per chiudere simbolicamente il cerchio tra il passato e il recente della ricerca scientifica in uno dei territori cardine della Penisola per le fasi più antiche dello sviluppo della civiltà umana.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI

-
Dal 26 febbraio 2025 al 05 maggio 2025 Venezia | Museo Fortuny
Sergio Monari. Sincronie
-
Dal 01 marzo 2025 al 29 giugno 2025 Torino | Museo Storico Nazionale d’Artiglieria dell’Esercito – Mastio della Cittadella
PAUL GAUGUIN. IL DIARIO DI NOA NOA E ALTRE AVVENTURE
-
Dal 27 febbraio 2025 al 29 giugno 2025 Milano | Palazzo Reale
Art Déco. Il trionfo della modernità
-
Dal 28 febbraio 2025 al 09 giugno 2025 Roma | Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
CHROMOTHERAPIA. La fotografia a colori che rende felici
-
Dal 22 febbraio 2025 al 29 giugno 2025 Forlì | Museo Civico San Domenico
Il Ritratto dell’Artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie
-
Dal 21 febbraio 2025 al 29 giugno 2025 Rovigo | Palazzo Roverella
HAMMERSHØI e i pittori del silenzio tra il nord Europa e l’Italia