Melani | Nuvolo - Tra Arte e Scienza
Dal 13 Novembre 2021 al 13 Novembre 2021
Cassino | Frosinone
Luogo: CaMusAC - Museo d'Arte Contemporanea di Cassino
Indirizzo: Via Casilina Nord 1
Curatori: Bruno Corà
E-Mail info: info@camusac.com
Sito ufficiale: http://www.camusac.com
In occasione della ripresa delle attività espositive, sabato 13 novembre alle ore 17:30 presso i nuovi ambienti del CAMUSAC avrà luogo la mostra retrospettiva di opere scelte degli artisti Fernando Melani (1907-1985) e Nuvolo (Giorgio Ascani, 1926-2008) a cura di Bruno Corà.
I due artisti, autentici outsiders della pittura, ormai noti e storicizzati per l'originalità delle loro esperienze in gran parte sperimentali, ma per la prima volta messi a confronto sulla base delle loro rispettive ricerche su taluni percorsi dell'attività cognitiva dell'arte, si incontrano in questa mostra sulla base dei relativi interessi per la scienza moderna, vantando anche una loro frequentazione reciproca in occasione delle mostre organizzate dalla galleria di Fiamma Vigo a partire dal1955.
Sono, dunque, numerose e interessanti le ragioni di questo confronto tra opere che, in modi diversi, seppur indirettamente, hanno dato un'immagine alle ricerche della fisica quantistica, alle geometrie posteuclidee, ai progressi
della ricerca tecnologica e della comunicazione.
La mostra offre esempi eloquenti e poco conosciuti della complessità del lavoro dei due artisti, già compresenti nelle mostre della galleria Numero di Firenze insieme ad Afro, Balla, Cagli, Capogrossi, Dorazio, Magnelli, Munari, Nigro, Perilli, Picabia e altri.
La mostra “Melani | Nuvolo – Tra arte e scienza” inaugura i nuovi ambienti espositivi del CaMusAC, una sala di 700 mq ricavata dagli ex edifici industriali della famiglia Longo, esclusivamente dedicata alle esposizioni temporanee. Uno spazio che conferma la vocazione alla ricerca, fin da sempre caratteristica e caratterizzante per la fondazione CaMusAC nel campo dell’arte contemporanea, che si affianca all’attività di conservazione ed esposizione di una collezione già ricca, che sarà, in tale occasione, riallestita negli spazi già esistenti del museo.
La mostra inaugura inoltre una nuova modalità operativa del museo, che lo vede sempre più coinvolto e collaborativo con le più importanti istituzioni culturali locali: un’opera di Melani e un’opera di Nuvolo saranno rispettivamente allestite negli spazi del Museo dell’Abbazia di Montecassino.
Fernando Melani
Nasce a San Pietro Agliana vicino a Pistoia il 25 marzo 1907 da Piero Melani e Giovanna Valiani. Dopo la separazione dei genitori, nel 1918, viene mandato a studiare nel collegio Cicognini di Prato, ma in generale agli studi Melani preferì lo sport agonistico (tennis). Dopo aver lasciato Pistoia per qualche anno, vi torna nel 1937 e riceve un lascito per il possesso di una casa in Corso Gramsci da parte di suoi parenti che gli varrà come vitalizio. Dopo un breve impegno di lavoro nella fornace di suo padre, nel 1945 decide di dedicarsi all'arte. Stabilisce il suo studio nella casa ereditata, che in parte concede in affitto per trarne di che vivere mentre negli ambienti restanti raccoglie le sue 'esperienze', paragonabili a quelle di un alchimista, insieme ai suoi quaderni di studio, appunti, scritti teorici e altro.
Dopo il 1950 la scelta di Melani per l'arte astratta è già compiuta. Del 1954 è la sua prima mostra personale alla galleria Numero di Firenze. Alla partecipazione alle mostre collettive alterna la produzione di scritti e riflessioni teoriche, talvolta pubblicandoli a sue spese. A Pistoia si lega di amicizia con il pittore e storico dell'arte Lando Landini, che lo metterà in contatto con Carla Lonzi e Donatella Giuntoli, nipote di Marino Marini, la quale - artista anche lei - lo seguirà divenendone la maggiore esegeta e sostenitrice, insieme al gallerista Tonino Nespoli dello Studio La Torre e al Gallerista Vannucci, entrambi di Pistoia.
Nel 1976, nella mostra personale espone il "Progetto di lettura globale" presso la Galleria Arte Borgogna a Milano. Nel 1979 pubblica "Universo evoluzione arte" presso l'editore Tellini di Pistoia. Nel 1980 espone con Luciano Fabro e Renato Ranaldi presso la Galleria Vera Biondi a Firenze. Nel 1982, presso lo Studio La Torre a Pistoia, espone una selezione di opere dal 1954 al 1963. Nel marzo del 1983 la rivista A.E.I.U.O. pubblica una raccolta di scritti dell'artista dal titolo "Il reale supera la fantasia".
Melani muore improvvisamente il 28 marzo 1985 nella sua abitazione-studio di Pistoia.
Nel 1988 la giunta municipale di Pistoia delibera l'acquisto della casa di Melani con tutte le opere ivi contenute, avviandone l'archiviazione e aprendola al pubblico nella veste di Casa-studio di Fernando Melani, con funzioni di raccolta museale. Nel 1990 la Casa-studio è ufficialmente aperta insieme ad una mostra retrospettiva antologica presso il Museo Palazzo Fabroni di Pistoia a cura di Bruno Corà e col coordinamento di Chiara D'Afflitto e Donatella Giuntoli.
Nuvolo (Giorgio Ascani)
Nasce a Città di Castello (provincia di Perugia) il 12 ottobre 1926 da Vito Ascani e Speranza Lilli, entrambi tipografi. Nuvolo trascorre la giovinezza in Umbria dedicandosi sin da bambino ad attività creative e alla pittura. Nel 1940, durante la guerra, dopo le scuole di avviamento professionale inizia a lavorare per le ferrovie nella stazione locale di Città di Castello, che verrà distrutta dai bombardamenti del 1944 ad opera dei tedeschi.
Nel 1943, alla morte del padre, si industria in attività decorative, opere di restauro, disegni architettonici di numerosi edifici sacri su incarico del Vescovo di Città di Castello, Monsignor Cipriani, sostenitore del giovane talento.
Dal 1944 partecipa alla Resistenza nell'Alta Valle del Tevere, dove gli verrà attribuito il soprannome “Nuvolo”, riconosciutogli poi ufficialmente dal Comune di Città di Castello nel 1977. Nel 1949 incontra per la prima volta Alberto Burri a Città di Castello nel corso della mostra di quel Maestro presso la Galleria dell'Angelo. Dopo aver manifestato il suo entusiasmo per la pittura di Burri, l'anno successivo, nel 1950, l'amico più anziano lo chiama a Roma per collaborare alla decorazione di una parete di un'abitazione progettata dagli architetti Luccichenti e Monaco. Da allora inizia un sodalizio e una collaborazione che, seppur con interruzioni, dureranno fino alla scomparsa di Burri.
Dal 1951 avvia una pittura che, mediante la tecnica serigrafica, si distinguerà da ogni altra, definendo una linguaggio che il poeta e amico Emilio Villa definisce di serotipia. Questo linguaggio «è da intendere pittura con i mezzi della serigrafia o silkscreen, ma condotta nei limiti dell'esemplare unico e irripetibile" (E. Villa). Le prime serotipie, dunque, sono datate 1952 e sono di piccole dimensioni.
Quando Burri nel 1950 si trasferisce nello studio di via Aurora a Roma cede il suo studio di via Margutta a Nuvolo. Dal 1953 inizia la prima serie degli “Scaccomatto", collages di carte dipinte su supporti di tela, durata fino al 1957 e poi ripresa dal 1990 per alcuni anni. Dopo Burri, Nuvolo conosce Ettore Colla, Edgardo Mannucci, Corrado Cagli e Mirko Basaldella, con i quali contribuisce a promuovere nella capitale un clima di nuovo fervore culturale.. Collabora infatti con Colla e Villa nella redazione della rivista “Arti Visive” (dal 1952).
La sua prima mostra personale è a Roma, con presentazione critica di Emilio Villa presso la galleria delle Carrozze (1955). Nello stesso anno espone a Firenze presso la Galleria Numero con una presentazione critica di Corrado Cagli. Ma nel dicembre 1955 Nuvolo partecipa anche alla mostra di apertura internazionale della galleria di Fiamma Vigo dal titolo "Collezioni di Numero”, in cui tra gli artisti Capogrossi, Cagli, Delaunay, Fahlström, Mavigner, Nigro, Picabia, Munari e altri è presente anche Fernando Melani con alcuni suoi lavori.
Dopo aver cambiato numerosi studi, Nuvolo si stabilisce nel 1957 con Liana Baracchi e i loro due figli a Lungotevere degli Artigiani, dove fisserà la sua abitazione e l'Atelier di serigrafia. Dal 1957 al 1963 realizza con una macchina da cucire le opere “Cuciti” a macchina” e i “Diagrammi” ed espone nel 1958 per la prima volta alla galleria La Tartaruga di Roma, diretta da Plinio Demartiis, dove Peggy Guggenheim si interessa del suo lavoro e acquista alcune sue opere che donerà a taluni musei americani.
Dal 1960 al 1977 segue la sua intensa attività con la produzione di nuovi cicli d'opera: dai “Daini” (1960-62) alle “Tensioni” (1960-65), agli “Oigroig” (1967-77), ai “Modulari” (1969-71). Tra il 1977 e il 1987 Nuvolo si dedica intensamente all'attività dell'Atelier di serigrafia, collaborando con numerosi artisti italiani. Alla ripresa dell'attività espositiva tra il 1987 e gli anni Novanta si distinguono i cicli degli “Alpha 39” (1987-89) e degli “Aftermandelbrot” (1989-92).
Dal 1971 ha inizio anche il sodalizio con Bruno Corà che si estenderà attraverso contributi critici e mostre fino al 2008.
Dal 1977 intensifica anche la sua attività di docente, vincendo la cattedra di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Perugia, di cui diverrà direttore dal 1979 al 1984.
Nel 2017, la galleria Di Donna di New York gli dedica la retrospettiva “Nuvolo and Post-War Materiality 1950-1965”, a cura di Germano Celant.
Muore nel 2008 a Città di Castello, dove era tornato a vivere sin dalla metà degli anni ottanta.
I due artisti, autentici outsiders della pittura, ormai noti e storicizzati per l'originalità delle loro esperienze in gran parte sperimentali, ma per la prima volta messi a confronto sulla base delle loro rispettive ricerche su taluni percorsi dell'attività cognitiva dell'arte, si incontrano in questa mostra sulla base dei relativi interessi per la scienza moderna, vantando anche una loro frequentazione reciproca in occasione delle mostre organizzate dalla galleria di Fiamma Vigo a partire dal1955.
Sono, dunque, numerose e interessanti le ragioni di questo confronto tra opere che, in modi diversi, seppur indirettamente, hanno dato un'immagine alle ricerche della fisica quantistica, alle geometrie posteuclidee, ai progressi
della ricerca tecnologica e della comunicazione.
La mostra offre esempi eloquenti e poco conosciuti della complessità del lavoro dei due artisti, già compresenti nelle mostre della galleria Numero di Firenze insieme ad Afro, Balla, Cagli, Capogrossi, Dorazio, Magnelli, Munari, Nigro, Perilli, Picabia e altri.
La mostra “Melani | Nuvolo – Tra arte e scienza” inaugura i nuovi ambienti espositivi del CaMusAC, una sala di 700 mq ricavata dagli ex edifici industriali della famiglia Longo, esclusivamente dedicata alle esposizioni temporanee. Uno spazio che conferma la vocazione alla ricerca, fin da sempre caratteristica e caratterizzante per la fondazione CaMusAC nel campo dell’arte contemporanea, che si affianca all’attività di conservazione ed esposizione di una collezione già ricca, che sarà, in tale occasione, riallestita negli spazi già esistenti del museo.
La mostra inaugura inoltre una nuova modalità operativa del museo, che lo vede sempre più coinvolto e collaborativo con le più importanti istituzioni culturali locali: un’opera di Melani e un’opera di Nuvolo saranno rispettivamente allestite negli spazi del Museo dell’Abbazia di Montecassino.
Fernando Melani
Nasce a San Pietro Agliana vicino a Pistoia il 25 marzo 1907 da Piero Melani e Giovanna Valiani. Dopo la separazione dei genitori, nel 1918, viene mandato a studiare nel collegio Cicognini di Prato, ma in generale agli studi Melani preferì lo sport agonistico (tennis). Dopo aver lasciato Pistoia per qualche anno, vi torna nel 1937 e riceve un lascito per il possesso di una casa in Corso Gramsci da parte di suoi parenti che gli varrà come vitalizio. Dopo un breve impegno di lavoro nella fornace di suo padre, nel 1945 decide di dedicarsi all'arte. Stabilisce il suo studio nella casa ereditata, che in parte concede in affitto per trarne di che vivere mentre negli ambienti restanti raccoglie le sue 'esperienze', paragonabili a quelle di un alchimista, insieme ai suoi quaderni di studio, appunti, scritti teorici e altro.
Dopo il 1950 la scelta di Melani per l'arte astratta è già compiuta. Del 1954 è la sua prima mostra personale alla galleria Numero di Firenze. Alla partecipazione alle mostre collettive alterna la produzione di scritti e riflessioni teoriche, talvolta pubblicandoli a sue spese. A Pistoia si lega di amicizia con il pittore e storico dell'arte Lando Landini, che lo metterà in contatto con Carla Lonzi e Donatella Giuntoli, nipote di Marino Marini, la quale - artista anche lei - lo seguirà divenendone la maggiore esegeta e sostenitrice, insieme al gallerista Tonino Nespoli dello Studio La Torre e al Gallerista Vannucci, entrambi di Pistoia.
Nel 1976, nella mostra personale espone il "Progetto di lettura globale" presso la Galleria Arte Borgogna a Milano. Nel 1979 pubblica "Universo evoluzione arte" presso l'editore Tellini di Pistoia. Nel 1980 espone con Luciano Fabro e Renato Ranaldi presso la Galleria Vera Biondi a Firenze. Nel 1982, presso lo Studio La Torre a Pistoia, espone una selezione di opere dal 1954 al 1963. Nel marzo del 1983 la rivista A.E.I.U.O. pubblica una raccolta di scritti dell'artista dal titolo "Il reale supera la fantasia".
Melani muore improvvisamente il 28 marzo 1985 nella sua abitazione-studio di Pistoia.
Nel 1988 la giunta municipale di Pistoia delibera l'acquisto della casa di Melani con tutte le opere ivi contenute, avviandone l'archiviazione e aprendola al pubblico nella veste di Casa-studio di Fernando Melani, con funzioni di raccolta museale. Nel 1990 la Casa-studio è ufficialmente aperta insieme ad una mostra retrospettiva antologica presso il Museo Palazzo Fabroni di Pistoia a cura di Bruno Corà e col coordinamento di Chiara D'Afflitto e Donatella Giuntoli.
Nuvolo (Giorgio Ascani)
Nasce a Città di Castello (provincia di Perugia) il 12 ottobre 1926 da Vito Ascani e Speranza Lilli, entrambi tipografi. Nuvolo trascorre la giovinezza in Umbria dedicandosi sin da bambino ad attività creative e alla pittura. Nel 1940, durante la guerra, dopo le scuole di avviamento professionale inizia a lavorare per le ferrovie nella stazione locale di Città di Castello, che verrà distrutta dai bombardamenti del 1944 ad opera dei tedeschi.
Nel 1943, alla morte del padre, si industria in attività decorative, opere di restauro, disegni architettonici di numerosi edifici sacri su incarico del Vescovo di Città di Castello, Monsignor Cipriani, sostenitore del giovane talento.
Dal 1944 partecipa alla Resistenza nell'Alta Valle del Tevere, dove gli verrà attribuito il soprannome “Nuvolo”, riconosciutogli poi ufficialmente dal Comune di Città di Castello nel 1977. Nel 1949 incontra per la prima volta Alberto Burri a Città di Castello nel corso della mostra di quel Maestro presso la Galleria dell'Angelo. Dopo aver manifestato il suo entusiasmo per la pittura di Burri, l'anno successivo, nel 1950, l'amico più anziano lo chiama a Roma per collaborare alla decorazione di una parete di un'abitazione progettata dagli architetti Luccichenti e Monaco. Da allora inizia un sodalizio e una collaborazione che, seppur con interruzioni, dureranno fino alla scomparsa di Burri.
Dal 1951 avvia una pittura che, mediante la tecnica serigrafica, si distinguerà da ogni altra, definendo una linguaggio che il poeta e amico Emilio Villa definisce di serotipia. Questo linguaggio «è da intendere pittura con i mezzi della serigrafia o silkscreen, ma condotta nei limiti dell'esemplare unico e irripetibile" (E. Villa). Le prime serotipie, dunque, sono datate 1952 e sono di piccole dimensioni.
Quando Burri nel 1950 si trasferisce nello studio di via Aurora a Roma cede il suo studio di via Margutta a Nuvolo. Dal 1953 inizia la prima serie degli “Scaccomatto", collages di carte dipinte su supporti di tela, durata fino al 1957 e poi ripresa dal 1990 per alcuni anni. Dopo Burri, Nuvolo conosce Ettore Colla, Edgardo Mannucci, Corrado Cagli e Mirko Basaldella, con i quali contribuisce a promuovere nella capitale un clima di nuovo fervore culturale.. Collabora infatti con Colla e Villa nella redazione della rivista “Arti Visive” (dal 1952).
La sua prima mostra personale è a Roma, con presentazione critica di Emilio Villa presso la galleria delle Carrozze (1955). Nello stesso anno espone a Firenze presso la Galleria Numero con una presentazione critica di Corrado Cagli. Ma nel dicembre 1955 Nuvolo partecipa anche alla mostra di apertura internazionale della galleria di Fiamma Vigo dal titolo "Collezioni di Numero”, in cui tra gli artisti Capogrossi, Cagli, Delaunay, Fahlström, Mavigner, Nigro, Picabia, Munari e altri è presente anche Fernando Melani con alcuni suoi lavori.
Dopo aver cambiato numerosi studi, Nuvolo si stabilisce nel 1957 con Liana Baracchi e i loro due figli a Lungotevere degli Artigiani, dove fisserà la sua abitazione e l'Atelier di serigrafia. Dal 1957 al 1963 realizza con una macchina da cucire le opere “Cuciti” a macchina” e i “Diagrammi” ed espone nel 1958 per la prima volta alla galleria La Tartaruga di Roma, diretta da Plinio Demartiis, dove Peggy Guggenheim si interessa del suo lavoro e acquista alcune sue opere che donerà a taluni musei americani.
Dal 1960 al 1977 segue la sua intensa attività con la produzione di nuovi cicli d'opera: dai “Daini” (1960-62) alle “Tensioni” (1960-65), agli “Oigroig” (1967-77), ai “Modulari” (1969-71). Tra il 1977 e il 1987 Nuvolo si dedica intensamente all'attività dell'Atelier di serigrafia, collaborando con numerosi artisti italiani. Alla ripresa dell'attività espositiva tra il 1987 e gli anni Novanta si distinguono i cicli degli “Alpha 39” (1987-89) e degli “Aftermandelbrot” (1989-92).
Dal 1971 ha inizio anche il sodalizio con Bruno Corà che si estenderà attraverso contributi critici e mostre fino al 2008.
Dal 1977 intensifica anche la sua attività di docente, vincendo la cattedra di pittura dell'Accademia di Belle Arti di Perugia, di cui diverrà direttore dal 1979 al 1984.
Nel 2017, la galleria Di Donna di New York gli dedica la retrospettiva “Nuvolo and Post-War Materiality 1950-1965”, a cura di Germano Celant.
Muore nel 2008 a Città di Castello, dove era tornato a vivere sin dalla metà degli anni ottanta.
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