Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione

Artemisia Gentileschi, Giuditta e Abra con la testa di Oloferne, 1640-1645. Olio su tela, cm. 115x116,5. Terni, Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, Collezione d’Arte

 

Dal 16 Novembre 2023 al 01 Aprile 2024

Genova

Luogo: Palazzo Ducale

Indirizzo: Piazza Matteotti 9

Orari: Lunedì dalle ore 14.00 alle ore 19.00 Martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 9.00 fino alle ore 19.00 Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 20.00 Sabato dalle ore 10.00 alle ore 20.00 Domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Curatori: Costantino D’Orazio

Enti promotori:

  • Arthemisia
  • Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
  • Comune di Genova
  • Regione Liguria

Costo del biglietto: Open € 18, Intero € 16, Ridotto € 15. Gratuito minori di 6 anni non compiuti, 1 accompagnatore per disabile che presenti necessità, 1 accompagnatore per ogni gruppo, 2 accompagnatori per ogni gruppo scolastico, alunni portatori di handicap in gruppo scolastico, guide turistiche con patentino, tesserati ICOM, insegnanti con voucher, giornalisti accreditati dall’Ufficio Stampa di Palazzo Ducale e di Arthemisia (previa indicazione della testata e della data della visita), possessori coupon omaggio

Telefono per informazioni: +39 010 8171600

Sito ufficiale: http://palazzoducale.genova.it


Dal 16 novembre 2023 al 1° aprile 2024, a Palazzo Ducale di Genova saranno esposti i capolavori di una delle artiste più amate di sempre, dalla vita appassionante, tragica, ricca di colpi di scena e successi straordinari.
È Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 – Napoli 1653), importante esempio di tenacia e genialità, donna dalla vita tutt’altro che facile, segnata dalla prematura scomparsa della madre, dal contesto sociale che non le permette di affermarsi come pittrice, fino al traumatico stupro.
Ma, nonostante ciò, Artemisia è capace di emergere attraverso il suo indiscutibile talento artistico e il suo coraggio trasmettendo, attraverso le eroine protagoniste dei suoi quadri, il suo desiderio di riscatto e di affermazione all’interno di una società in cui le donne hanno un ruolo sottomesso e dove la pittura è una pratica raramente concessa al sesso femminile.

La sua figura e i suoi dipinti hanno segnato così profondamente la storia dell’arte italiana che risuonano ancora prepotenti nel nostro tempo.
La mostra, a cura dello storico dell’arte Costantino D’Orazio, propone un percorso suddiviso in 10 sezioni, tra vicende familiari appassionanti, soluzioni artistiche rivoluzionarie, immagini drammatiche e trionfi femminili e offre l’opportunità di vedere raccolti oltre 50 capolavori sparsi in tutta Europa e negli Stati Uniti, opere che permettono di delineare un ritratto preciso della personalità complessa di una delle artiste più celebri al mondo.
La mostra è promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune di Genova e Regione Liguria e rientra nell’ambito delle iniziative di Genova Capitale Italiana del Libro 2023.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, media partner Il Secolo XIX e mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale.

La mostra rientra nel progetto “L’Arte della solidarietà” realizzato da Arthemisia con Komen Italia, charity partner della mostra.
Unire l’arte con la salute, la bellezza con la prevenzione: è questa l’essenza di un progetto che vede il colore rosa della Komen Italia fondersi con i capolavori esposti nelle mostre.
Nel concreto, una parte degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti di ingresso della mostra verrà devoluta da Arthemisia per la realizzazione di specifici progetti di tutela della salute delle donne.
Con questa partnership Komen Italia si prepara al grande evento nazionale per festeggiare il suo 25esimo anno della “Race for the cure” il prossimo maggio 2024.

Il catalogo, edito da Skira e a cura di Costantino D’Orazio, presenta i testi di Pietrangelo Buttafuoco, Riccardo Lattuada, Anna Orlando, Yuri Primarosa, Vittorio Sgarbi e Claudio Strinati.
LA MOSTRA
Nella prima metà del Seicento, quando il mondo dell’arte è ancora dominato dagli uomini, Artemisia Gentileschi è stata la protagonista di una carriera eccezionale, che l’ha portata a lavorare per alcune delle corti più prestigiose d’Europa: Firenze, Napoli e Londra, solo per citarne alcune. È stata omaggiata da medaglie, ritratti dipinti da pittori illustri, poemi e incisioni. Eppure la sua fama oggi è dovuta soprattutto alla violenza carnale che ha subito nel 1611, ad opera di un pittore senza legge, Agostino Tassi. Sarà soltanto grazie al suo talento e alla sua eccezionale personalità che Artemisia riuscirà a scrollarsi di dosso i pregiudizi nei suoi confronti e dedicarsi a costruire un percorso artistico eccezionale. Questa mostra, promossa e organizzata da Arthemisia con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Comune di Genova e Regione Liguria, vuole ricostruire le vicende che hanno funestato la vita di Artemisia, ma anche restituirle il merito di aver contribuito in maniera profonda al rinnovamento della pittura, sulle orme di Caravaggio.
Perché una mostra di Artemisia proprio a Genova?

Oltre a Roma, la Superba è la città che accomuna i principali artisti di questa esposizione: esattamente quattrocento anni fa Orazio Gentileschi si trova a Genova, dove lascia alcune tra le sue opere più significative, mentre Agostino ha lavorato qui nel 1605 per alcuni mesi, lasciando un segno indelebile nella costruzione di formidabili prospettive. Anche se non esistono documenti che possano confermare un soggiorno di Artemisia a Genova, l’eco del suo lavoro e alcune sue opere giungono nella Superba, così come i dipinti realizzati da suo padre in città saranno copiati successivamente dalla figlia.

Questa mostra, a cura di Costantino D’Orazio, intreccia vicende umane, rivoluzioni pittoriche, aneddoti e pensieri di una vivace ed intraprendente comunità artistica, che nel primo Seicento ha attraversato l’Italia e si è avventurata in Europa, diffondendo le novità caravaggesche, lo spirito della Controriforma e uno sguardo sulla realtà del tutto inedito.

Ne hanno giovato molti pittori genovesi, come Domenico Fiasella – che conosce e lavora con Orazio - Gioacchino Assereto e Bernardo Strozzi, che in questa mostra, grazie al lavoro di Anna Orlando, aprono una interessante finestra sul panorama genovese dell’epoca, in perfetta corrispondenza con le novità che stanno esplodendo a Roma.
Da mercoledì 10 gennaio la mostra “Artemisia Gentileschi. Coraggio e passione” in corso a Palazzo Ducale nell’Appartamento del Doge e nella Cappella Dogale si arricchisce di due grandi capolavori e prestiti eccezionali: l'appena restaurata "Allegoria dell'Inclinazione" proveniente da Casa Buonarroti ed esposta per la prima volta in assoluto fuori dalla sua sede dal 1616 e la "Conversione della Maddalena" delle Gallerie degli Uffizi - Palazzo Pitti, entrambe di Firenze.

L' "Allegoria dell'Inclinazione" (1615-1616) presenta una fanciulla con le nudità coperte da panneggi e veli, seduta su nuvole e recante una bussola nelle mani levate in alto, rivolte verso una stella a otto punte che rifulge nel cielo azzurro. L'opera è una delle otto "Allegorie di Virtù" dedicate al grande Michelangelo Buonarroti e dipinte da vari artisti: nasce presumibilmente come un autoritratto senza veli proprio di Artemisia Gentileschi (unica donna nell’équipe attiva per il pronipote dell'artista, Michelangelo Buonarroti il Giovane) che successivamente verrà coperto da un drappo dipinto da Baldassarre Franceschini detto il Volterrano.
Qui la pittrice si rappresenterebbe come l’ispirazione che ha guidato l’intera opera di Michelangelo.
A Genova l’opera potrà essere ammirata da vicino per apprezzare uno dei momenti più alti della tecnica di Artemisia, genio assoluto della pittura barocca.

"Conversione della Maddalena" (1613-1615) fu commissionata ad Artemisia da Cosimo II e destinata alle stanze della consorte del granduca, Maria Maddalena d’Austria, omonima e grande devota della santa. In questa versione di Artemisia, la santa pentita – una fanciulla moderna agghindata con una veste di un brillante colore oro – non è colta nel momento della contrizione per i peccati commessi, ma nell’attimo esatto in cui, prendendo improvvisa coscienza della sua condizione immorale, prova un tale disgusto da allontanare da sé lo specchio, simbolo della vanità che fino a quel momento ha caratterizzato la sua esistenza. Nel pennello di Artemisia, Maddalena diventa un’eroina femminile, capace di ribellarsi a una condizione che non sente più sua e che non vuole più le appartenga, per cercare una nuova dimensione salvifica.

Sezioni della mostra nella cartella stampa in allegato

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI