Il Metaformismo ©2010
Dal 10 Giugno 2016 al 14 Luglio 2016
Genova
Luogo: Museoteatro della Commenda di Pré e altre sedi
Indirizzo: piazza della Commenda
Venerdì 10 giugno, alle 16.30, al Museoteatro della Commenda di Pré si inaugura IL METAFORMISMO,Rassegna d’Arte Contemporanea non figurativa a sostegno di una nuova visione storico-artistica, totalizzante, che consente di individuare e interpretare le forme all’interno delle soggettive architetture di pure linee e colori elaborate dagli artisti di oggi.
Sarà visitabile fino al 14 luglio e coinvolgerà oltre agli spazi del Museoteatro della Commenda di Prè anche quelli del Galata Museo del Mare e del Museo Navale di Villa Doria a Pegli, dove la vernice si ripete alle ore 11 di sabato 11 giugno. Le tre Rassegne, tutte in contemporanea, prevedono infatti l’installazione di 160 opere - quadri, sculture, installazioni - di 32 maestri, desiderosi di introdurre innovazioni significative nella cultura artistica. E’ la prima volta che il polo museale del Mu.Ma ospita in contemporanea una rassegna d’arte.
Per l’occasione sarà presentato il Catalogo della Rassegna, edito da 24 Ore Cultura e intitolato al Metaformismo, con sottotitolo“L’Arte Contemporanea nei civici musei”, l’evento che dal 2005 itinera in contesti museali di prestigio e dal quale l’autore ha estratto il concetto del Metaformismo.
Il Catalogo della Rassegna, oltre a presentare gli artisti, prevede nella prima sezione il racconto della storia dei tre monumenti ospitanti: il Palazzo del Galata (dalle origini all’intervento finale di Guillermo Vàzquez Consuegra), la Commenda di Pré (fissata nelle sue trasformazioni dal Medioevo al Rinascimento) e Villa Centurione Doria di Pegli (una delle più belle ville della riviera genovese che solo un consuocero di Andrea Doria poteva concedersi).
Si invitano ancora al Museoteatro della Commenda di Pré, alle ore 15,30 dello stesso venerdì 10 giugno, giornalisti, appassionati d’arte e di cinema e quanti vogliano trascorrere un’ora con il “cinema giovane” per assistere alla prima proiezione nazionale del cortometraggio su Giuseppe Mazzini: “L’alba della libertà” con la regia di Emanuela Morozzi - attualmente Direttore dello Studio Cinema Verona - che lo ha presentato per la prima volta a New York nel 2012.
IL METAFORMISMO
“Se l’Arte non ha più niente da dire, l’artista ha ancora molto da comunicare, ma talvolta ciò è reso difficile dall’assenza di dati riconoscibili, quando nella pittura o nella scultura mancano tracce di figurazione - sostiene Giulia Sillato, storico dell’arte di scuola longhiana -. L’arte non figurativa ha evoluto la sua espressività ricorrendo all’impiego di materie vive e persino talvolta invadendo lo spazio. Necessita quindi una riformulazione della concettualità artistica e soprattutto lo sviluppo, nell’osservatore, di capacità critiche e decodificanti i messaggi visivi in assenza di riferimenti interpretativi convenzionali”. Nasce quindi nel 2010 il Metaformismo, teoria visiva innovativa e rivoluzionaria, destinata a mettere in discussione vocaboli da sempre in uso nella critica d’arte, come astratto, informale, aniconico, ma che alla luce di nuove riflessioni appaiono del tutto superati.
Le reali spinte ce le offre proprio l’arte classica, l’arte del passato, quell’arte che ha fatto esistere tutti i monumenti storici in cui l’autore ha realizzato mostre d’arte metaformale dal 1997 a oggi con il ciclo gemello “L’Arte Contemporanea nelle antiche dimore”. Dal passato stesso, oggetto di una polemica avanguardistica che è durata per tutto il XX secolo, nascono i semi di una rilettura dell’arte contemporanea che non ha mai veramente troncato i rapporti con le sue origini. Il Metaformismo quindi nasce da riflessioni sulla possibile continuità del passato nel presente e propone un nuovo modo di leggere le forme all’interno di tutte le espressioni artistiche non figurative, le quali, alla luce di una nuova indagine critica, appaiono “prive di figure ma non di forme”. L’individuazione di queste forme introduce a una migliore comprensione del lavoro artistico.
IL CATALOGO 24 Ore Cultura
Ogni appuntamento espositivo è corredato da un catalogo di firma editoriale che dedica la prima sezione al luogo ospitante. Ricca di patrimonio conoscitivo questa introduzione alla grande storia prepara il terreno alla presenza in campo di un gruppo limitato di artisti volutamente prescelti, tra i più geniali e coraggiosi, al di fuori degli scontati circuiti commerciali. Saranno loro i maestri del nostro futuro: è bene tenerlo in considerazione.
Il volume del tris di mostre genovese racconta tre storie, spaziando dalle vicissitudini drammatiche del porto di Genova - che rinasce nel Galata, suo secolare protagonista, trasformato in Museo del Mare da un architetto spagnolo di fama mondiale - alle imprese assistenziali compiute dai Cavalieri Gerosolimitani nella silente Genova del Medioevo - dove la Commenda di Pré era un perno religioso ed economico di peso esclusivo - virtualmente ricostruite nello splendido Museoteatro e infine alle vicende di vita di Adamo Centurione, ricco banchiere che si imparentò con Andrea Doria sullo sfondo della conquista spagnola e per questo riuscì a permettersi una delle ville più belle della costa ligure, che oggi ospita il Museo Navale di Pegli.
…E, DULCIS IN FUNDO, I VERI PROTAGONISTI:
GLI ARTISTI
Essi - va ripetuto - sono i maestri del nostro più vicino futuro per il solo fatto di avere dimostrato di sapere entrare nella storia, intanto conoscendola e poi vivendola attraverso queste esperienze che li immergono totalmente dentro il passato, dal quale possono trarre spunti e ispirazioni per nuove elaborazioni. Questa è la cultura contemporanea: una rielaborazione del passato come cinquecento anni fa accadde con il Rinascimento.
Ogni epoca della storia deve la sua grandiosità all’aver saputo guardare indietro oltre che avanti. I manifesti delle Avanguardie del Novecento straripano di dichiarazioni di intenti a voler rovesciare musei, accademie e quant’altro ricordasse un passato maleodorante di muffa, ma intanto Picasso era il migliore allievo dell’Accademia di Belle Arti di Barcellona e Boccioni futurista non faceva altro che elaborare forme dalla scultura classica. È pertanto evidente che la storia è il sostrato di ogni costruzione futura.
La selezione, attenta, scrupolosa e senza alibi, ha previsto innanzitutto una scelta di qualità, orientandosi l’autore vero coloro che hanno posizioni interessanti all’interno dell’editoria d’arte di livello nazionale, come Arte Mondadori piuttosto che non Flash Art o Arte In o Juliet. Sono maestri che hanno già all’attivo esposizioni internazionali e anche significativi riconoscimenti di mercato e sono tutti rigorosamente non figurativi, ossia metaformali, termine in cui possiamo includere anche la linea espressionistica, pop, concettuale etc…
Nell’elenco che segue non è stato osservato il criterio alfabetico ma l’ordine di apparizione nel catalogo: Luigi Lucernini, Osvalda Pucci, Jole Caleffi, Marc Chiassai, Dino Maccini, Drago Cerchiari, Carla Rigato, Michel Pinto, Gennaro Barci, Marco Faggi, Giulio Ribezzo, Adriana Collovati, Massimo Fumanti, Martino Brivio, Claudia Tenani, Paola Serra, Maurizio Rinaudo, Pietro Bellani, Emilio Belotti, Rita Vitaloni, Salvo Nicotra, Roberto Tigelli, Sergio Acerbi, Enzo Devastato, Fedora Spinelli, Berardino Morelli, Marco Tulipani, Natalia Berselli, Ross Vacondìo, Emanuela Franchin, Valeriano Lessio, Josine Dupont.
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