Manuel Felisi. Meno venti
Dal 05 Maggio 2013 al 23 Giugno 2013
Genova
Luogo: Galleria d’Arte Moderna - Villa Saluzzo Serra
Indirizzo: via Capolungo 3
Orari: da martedì a domenica 10-19
Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 5
Telefono per informazioni: +39 010 3726025/ 010 5574739
E-Mail info: gam@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it/spip.php?rubrique16
Si inaugura al pubblico sabato 4 maggio 2013, alle ore 17.00, “- 20. Meno Venti, Manuel Felisi” la seconda mostra della rassegna artistica “Natura ConTemporanea”, progettata per alcuni dei Musei di Nervi da Fortunato D’Amico e Maria Flora Giubilei e dedicata, questa volta, alle opere di Manuel Felisi, artista milanese, che, contamina con la vitalità di una natura protagonista delle sue tele e delle sue installazioni, gli spazi della Galleria d’Arte Moderna di Genova e propone al pubblico una vera e propria provocazione culturale, documentata anche dal video appositamente ideato da Felisi con un originale sottofondo musicale frutto della sovrapposizione di venti brani di altrettanti musicisti contemporanei.
Un percorso guidato da 4G, l’innovativa didascalia digitale composta da un ologramma ed un codice QR, dedicato al visitatore munito di smartphone o tablet: le opere di Felisi saranno accompagnate da numerosi approfondimenti accessibili attraverso la scansione dei QR code, forniti per l’occasione da ArtNetWorth. “Meno venti” sono i gradi centigradi della grande cella frigorifera che campeggia al centro della prima sala espositiva della Gam, al posto della scultura ottocentesca di Emilio Santarelli; ”meno venti” sono le opere sottratte all’esposizione in Galleria d’Arte Moderna di Genova per essere ibernate e consegnate ai posteri con la speranza di miglior considerazione e valorizzazione rispetto all’ingrato tempo attuale.
Venti capolavori di altrettanti artisti che, dal 1835 al 1951 – da Pelagio Palagi a Ippolito Caffi, da Santo Varni a Nicolò Barabino, da Plinio Nomellini a Rubaldo Merello, da Filippo De Pisis a Eugenio Baroni, da Francesco Messina a Arturo Martini, da Fillia a Renato Guttuso - sintetizzano un percorso artistico, collezionistico, storico e materico tra Romanticismo e Realismo novecentesco per attirare l’attenzione del visitatore sull’assenza, in Italia, di una strategica politica dei beni culturali, sia sul fronte della conservazione, sia sul fronte della valorizzazione. Per sollecitare riflessioni e reazioni da parte del pubblico nei confronti dei vuoti lasciati sui muri.
Ma il lavoro di Felisi - un artista certo non solo da cavalletto, viste le qualità di rifinito artigiano e di allestitore messe a punto in un percorso di lavorazioni sul fronte delle scenografia - non si ferma alla prima sala del museo: la sua attenzione verso la natura, intrecciata indissolubilmente alla memoria e alla presenza umana nei confronti della quale vanta rivincite sistematiche, sostiene altre tre installazioni che tendono un ponte ideale tra il contesto lombardo e simili realtà genovesi, non ultimo l’ambiente dei parchi di Nervi.
Innanzitutto 1861-2011, omaggio inedito all’ Unità d’Italia, ideato sull’onda delle celebrazioni del 2011 e solo oggi, per la prima volta, allestito tra l’Ottocento della Gam.
Felisi ripercorre quel secolo e mezzo che separa dall’Unità d’Italia attraverso i frame foto-dipinti di 150 sepolture - tante quante gli anni di quello storico compimento - raccolti tra il Cimitero Monumentale di Milano e quello di Lambrate (che rimandano idealmente al patrimonio artistico della genovese necropoli di Staglieno), frazione milanese dove l’artista lavora, e organizzati cromaticamente a comporre, con i toni della vegetazione - dal verde dell’edera, al bianco e al rosso di rose e di altri fiori - i tre colori della bandiera italiana.
Poi Tracciati, una vera e propria raccolta di altri macro-frame dedicati all’essenze vegetali di Parco Lambro, superbe presenze ischeletrite dai rigori invernali e recuperate alle superfici di tele e di jute tra le memorie stratificate di trine setose e garzate di un modernariato demodé che rinasce a una nuova vita d’arte sotto le pennellate resinose di Felisi.
Infine Sinfonia, opera del 2012, tastiera di un vecchio pianoforte immortalata, nella sua urna di plexiglass, dopo l’ultima suonata a varie mani di uomini, ma soprattutto di pioggia, ultima prepotente “strumentista” di una natura fatta stillare sui tasti e nei “visceri” del pianoforte a comporre, col progressivo e inesorabile blocco dei martelletti, un’altra non meno armonica sinfonia.
Fuori catalogo, il grande autoritratto di Felisi realizzato nel 2010 dall’artista, ulteriore segno di una sensibilità speciale per la natura - qui stereotipata nei fiori da francobolli - che ne vela il volto, mentre circonda e ingloba, da protagonista assoluta, la vecchia casa con l’atelier del giovane artista e ancora resiste marcando il territorio rispetto alla speculazione edilizia che la stringe intorno.
La mostra è realizzata in collaborazione con Fabbrica Eos la galleria d’arte contemporanea di Milano che ha creduto nell’arte e nella poetica di Manuel Felisi fin dall’esordio; una sinergia artistica forte che continua tuttora, grazie alla quale si sono prodotte ad oggi due incredibili mostre personali, “Nato a Milano Lambrate” a cura di Alberto Mattia Martini del 2008 e “Flowers” a cura di Ivan Quaroni del 2010 oltre a numerose occasioni espositive in Italia e in Europa che hanno avuto come protagoniste le splendide installazioni dell’artista.
E’ stato possibile realizzare la mostra grazie agli sponsor tecnici “Novafrigor-gestione del freddo”, “Studio 45”, “ArtNetWorth”.
Le cantine dei “Domini Castellare di Castellina”, con le pregiate produzioni vinicole dei poderi di Rocca di Frassinello - che, in Maremma, vantano il design internazionale di Renzo Piano per le nuove cantine - e dei siciliani Feudi del Pisciotto, offriranno al pubblico, che interverrà all’inaugurazione della mostra, la degustazione di due pregiati vini: il rosso “Poggio alla Guardia” del 2009 - sapiente fusione di uve Merlot, Cabernet e Sangioveto - e il bianco “Baglio del Sole” del 2011, vino d’altura con tutti gli aromi e le delicatezze del vitigno Inzolia vinificato in purezza.
Un percorso guidato da 4G, l’innovativa didascalia digitale composta da un ologramma ed un codice QR, dedicato al visitatore munito di smartphone o tablet: le opere di Felisi saranno accompagnate da numerosi approfondimenti accessibili attraverso la scansione dei QR code, forniti per l’occasione da ArtNetWorth. “Meno venti” sono i gradi centigradi della grande cella frigorifera che campeggia al centro della prima sala espositiva della Gam, al posto della scultura ottocentesca di Emilio Santarelli; ”meno venti” sono le opere sottratte all’esposizione in Galleria d’Arte Moderna di Genova per essere ibernate e consegnate ai posteri con la speranza di miglior considerazione e valorizzazione rispetto all’ingrato tempo attuale.
Venti capolavori di altrettanti artisti che, dal 1835 al 1951 – da Pelagio Palagi a Ippolito Caffi, da Santo Varni a Nicolò Barabino, da Plinio Nomellini a Rubaldo Merello, da Filippo De Pisis a Eugenio Baroni, da Francesco Messina a Arturo Martini, da Fillia a Renato Guttuso - sintetizzano un percorso artistico, collezionistico, storico e materico tra Romanticismo e Realismo novecentesco per attirare l’attenzione del visitatore sull’assenza, in Italia, di una strategica politica dei beni culturali, sia sul fronte della conservazione, sia sul fronte della valorizzazione. Per sollecitare riflessioni e reazioni da parte del pubblico nei confronti dei vuoti lasciati sui muri.
Ma il lavoro di Felisi - un artista certo non solo da cavalletto, viste le qualità di rifinito artigiano e di allestitore messe a punto in un percorso di lavorazioni sul fronte delle scenografia - non si ferma alla prima sala del museo: la sua attenzione verso la natura, intrecciata indissolubilmente alla memoria e alla presenza umana nei confronti della quale vanta rivincite sistematiche, sostiene altre tre installazioni che tendono un ponte ideale tra il contesto lombardo e simili realtà genovesi, non ultimo l’ambiente dei parchi di Nervi.
Innanzitutto 1861-2011, omaggio inedito all’ Unità d’Italia, ideato sull’onda delle celebrazioni del 2011 e solo oggi, per la prima volta, allestito tra l’Ottocento della Gam.
Felisi ripercorre quel secolo e mezzo che separa dall’Unità d’Italia attraverso i frame foto-dipinti di 150 sepolture - tante quante gli anni di quello storico compimento - raccolti tra il Cimitero Monumentale di Milano e quello di Lambrate (che rimandano idealmente al patrimonio artistico della genovese necropoli di Staglieno), frazione milanese dove l’artista lavora, e organizzati cromaticamente a comporre, con i toni della vegetazione - dal verde dell’edera, al bianco e al rosso di rose e di altri fiori - i tre colori della bandiera italiana.
Poi Tracciati, una vera e propria raccolta di altri macro-frame dedicati all’essenze vegetali di Parco Lambro, superbe presenze ischeletrite dai rigori invernali e recuperate alle superfici di tele e di jute tra le memorie stratificate di trine setose e garzate di un modernariato demodé che rinasce a una nuova vita d’arte sotto le pennellate resinose di Felisi.
Infine Sinfonia, opera del 2012, tastiera di un vecchio pianoforte immortalata, nella sua urna di plexiglass, dopo l’ultima suonata a varie mani di uomini, ma soprattutto di pioggia, ultima prepotente “strumentista” di una natura fatta stillare sui tasti e nei “visceri” del pianoforte a comporre, col progressivo e inesorabile blocco dei martelletti, un’altra non meno armonica sinfonia.
Fuori catalogo, il grande autoritratto di Felisi realizzato nel 2010 dall’artista, ulteriore segno di una sensibilità speciale per la natura - qui stereotipata nei fiori da francobolli - che ne vela il volto, mentre circonda e ingloba, da protagonista assoluta, la vecchia casa con l’atelier del giovane artista e ancora resiste marcando il territorio rispetto alla speculazione edilizia che la stringe intorno.
La mostra è realizzata in collaborazione con Fabbrica Eos la galleria d’arte contemporanea di Milano che ha creduto nell’arte e nella poetica di Manuel Felisi fin dall’esordio; una sinergia artistica forte che continua tuttora, grazie alla quale si sono prodotte ad oggi due incredibili mostre personali, “Nato a Milano Lambrate” a cura di Alberto Mattia Martini del 2008 e “Flowers” a cura di Ivan Quaroni del 2010 oltre a numerose occasioni espositive in Italia e in Europa che hanno avuto come protagoniste le splendide installazioni dell’artista.
E’ stato possibile realizzare la mostra grazie agli sponsor tecnici “Novafrigor-gestione del freddo”, “Studio 45”, “ArtNetWorth”.
Le cantine dei “Domini Castellare di Castellina”, con le pregiate produzioni vinicole dei poderi di Rocca di Frassinello - che, in Maremma, vantano il design internazionale di Renzo Piano per le nuove cantine - e dei siciliani Feudi del Pisciotto, offriranno al pubblico, che interverrà all’inaugurazione della mostra, la degustazione di due pregiati vini: il rosso “Poggio alla Guardia” del 2009 - sapiente fusione di uve Merlot, Cabernet e Sangioveto - e il bianco “Baglio del Sole” del 2011, vino d’altura con tutti gli aromi e le delicatezze del vitigno Inzolia vinificato in purezza.
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