Mario Puppo. Il futuro è madre

Mario Puppo. Il futuro è madre
Dal 03 Febbraio 2013 al 22 Febbraio 2013
Genova
Luogo: Museo di Sant'Agostino
Indirizzo: piazza Sarzano 35 R
Orari: da martedì a venerdì 9-19; sabato e domenica 10-19
Telefono per informazioni: +39 010 5574012/ 4047/ 4826
E-Mail info: staffmostre@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it/spip.php
Mario Puppo è un genovese di ritorno. Ha vissuto per molti anni a Roma e poi se ne è ritornato 'in patria'.
Dagli anni romani sembra essersi portato dietro una grande lezione classica. La sua inquietudine di artista, il suo bisogno di comunicare vengono tenuti spesso entro rigorosi parametri classici e figurativi. La sua voglia di innovazione, invece, (che a volte, vi rivelo, si scatena in ardite opere informali) si estrinseca in una tecnica raffinata che parte dal tradizionale bulino, dall'incisione con i suoi canoni asciutti e determinati e approda al laser, alle precise stampe digitalizzate che però, e si ritorna al classico, egli rielabora con gli strumenti tradizionali della pittura, prediligendo, fra i vari, l'acquerello…
Il risultato, nella sua arte e in particolare in questa mostra, è costituito da immagini ampie ed incise, una magnificazione della puntuta precisione
dell'incisione ampliata dagli strumenti delle nuove tecnologie.
Sono immagini che colpiscono per l'impatto emotivo e che spingono alla riflessione. Il tema è desueto e commovente: una riflessione sulla maternità, ma soprattutto sul sentimento che al giorno d'oggi ci manca. E poiché la maternità è anche un concetto che rimanda al futuro, ecco che il titolo viene a spiegare bene il senso dell'operazione: “Il futuro è madre”, nel senso – interpreto - della grande domanda che tutti ci dovremmo porre: cosa lasceremo ai nostri figli? quale sarà la nostra eredità emotiva e sentimentale?
Correndo per le nostre esistenze, l'eredità emotiva e sentimentale che lasceremo ai nostri figli non potrà che essere costituita da vento: è forse tempo di rallentare, è forse tempo di osservare le opere di Mario e meditare sulla eterna lezione materna.
Dagli anni romani sembra essersi portato dietro una grande lezione classica. La sua inquietudine di artista, il suo bisogno di comunicare vengono tenuti spesso entro rigorosi parametri classici e figurativi. La sua voglia di innovazione, invece, (che a volte, vi rivelo, si scatena in ardite opere informali) si estrinseca in una tecnica raffinata che parte dal tradizionale bulino, dall'incisione con i suoi canoni asciutti e determinati e approda al laser, alle precise stampe digitalizzate che però, e si ritorna al classico, egli rielabora con gli strumenti tradizionali della pittura, prediligendo, fra i vari, l'acquerello…
Il risultato, nella sua arte e in particolare in questa mostra, è costituito da immagini ampie ed incise, una magnificazione della puntuta precisione
dell'incisione ampliata dagli strumenti delle nuove tecnologie.
Sono immagini che colpiscono per l'impatto emotivo e che spingono alla riflessione. Il tema è desueto e commovente: una riflessione sulla maternità, ma soprattutto sul sentimento che al giorno d'oggi ci manca. E poiché la maternità è anche un concetto che rimanda al futuro, ecco che il titolo viene a spiegare bene il senso dell'operazione: “Il futuro è madre”, nel senso – interpreto - della grande domanda che tutti ci dovremmo porre: cosa lasceremo ai nostri figli? quale sarà la nostra eredità emotiva e sentimentale?
Correndo per le nostre esistenze, l'eredità emotiva e sentimentale che lasceremo ai nostri figli non potrà che essere costituita da vento: è forse tempo di rallentare, è forse tempo di osservare le opere di Mario e meditare sulla eterna lezione materna.
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