Stefano De Luigi. Il Bel Paese
Dal 14 Settembre 2023 al 15 Ottobre 2023
Genova
Luogo: Palazzo Ducale
Indirizzo: Piazza Matteotti 9
Curatori: Chiara Ruberti
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sito ufficiale: http://palazzoducale.genova.it
Il Bel Paese è un viaggio lungo i 4.365 km delle coste italiane che ci consegna un’immagine inedita del nostro Paese, latente e speculare a quella che appartiene all’immaginario collettivo. Da Trieste a Ventimiglia, passando per Venezia e la laguna veneta, la riviera romagnola e il litorale adriatico fino a Leuca, proseguendo lungo le coste ioniche della Puglia e della Basilicata fino alla Calabria, risalendo poi la penisola con le soste tradizionali del viaggio in italia, da Paestum a Napoli, da Roma e la campagna romana alla cascata delle Marmore, fino a Firenze e alla costa toscana, per arrivare infine a Genova e alle riviere liguri.
Attraverso un lessico che insiste sulla intrinseca relazione tra fotografia e memoria, i luoghi diventano una sorta di immagine latente, simile a quella che rimane impressa sul materiale fotografico sensibile, in quel momento unico, prima di essere rivelata dallo sviluppo, proprio come un substrato di memoria. “Ho, nella necessità della creazione, la ragione profonda di realizzare questo progetto, con il supporto di una visione personale che sia un punto finale, tra me e il mio passato privato e pubblico, consegnando un’idea visiva che fonda insieme la memoria di mio padre, la mia e quella del mio Paese”, afferma l’autore.
Lo sguardo di De Luigi sul paesaggio italiano origina dal passato, dal ricordo delle giornate trascorse insieme al padre al Museo di Roma davanti ai dipinti e alle incisioni che ci hanno restituito l’immaginario del Grand Tour, il viaggio che tra il Seicento e l’Ottocento portava in Italia giovani aristocratici, intellettuali e borghesi di tutta Europa. Su quell’immagine dell’Italia, sedimentata nelle fotografie degli Alinari e del Touring Club, è intervenuta l’opera di quegli autori che, dall’esperienza di Viaggio in Italia in poi, hanno contribuito a cambiare e guidare il pensiero sulla rappresentazione fotografica del paesaggio italiano.
Il Bel Paese si inserisce idealmente in questo discorso: “vedere attraverso tutte le immagini precedenti e nel contempo cancellarle per avere una propria prima visione”, come auspicava Luigi Ghirri, per arrivare alla costruzione di un immaginario che sia prima di tutto in grado di veicolare un’idea del nostro Paese e delle contraddizioni che lo abitano.
Le immagini di De Luigi restituiscono al paesaggio il proprio valore semantico. La geografia che ci consegnano ci interroga sull’attitudine del nostro sguardo, sulla necessità di ritrovare il desiderio e lo stupore del guardare quei luoghi dove ancora insistono e resistono la memoria e gli immaginari del passato e, con uguale urgenza, di porre maggiore attenzione alle caotiche e talvolta surreali scenografie che popolano la nostra esperienza quotidiana e che sono spesso il risultato di interventi improvvisati, incoerenti, non finiti, privi di pensiero sul futuro.
Luoghi vissuti e luoghi immaginati, luoghi conosciuti e luoghi dimenticati, luoghi di inattese rivelazioni e di ritrovamenti. Una sorta di archeologia visiva del paesaggio italiano in grado di sollecitare una riflessione al tempo stesso sulle sue trasformazioni e sulla storia della sua rappresentazione.
Un cortometraggio con la regia di Michela Battaglia, fotografa e videomaker, racconterà il viaggio compiuto dall’autore all’interno del percorso espositivo.
Stefano De Luigi è nato a Colonia. Cresciuto a Roma, ha vissuto tra Milano e Parigi, sua città d’elezione. La fotografia è il suo mezzo d’espressione, il linguaggio scelto per condividere storie e visioni. Fotografo documentarista si interroga sull’umanità attraverso fenomeni sociali e di costume nei quali l’immagine ha un ruolo dominante come la televisione, il cinema, la pornografia, la pubblicità e la propaganda. Soprattutto negli ultimi anni, in cui la sovrapproduzione di immagini ha messo in crisi l’autorialità dei fotografi, De Luigi ragiona sul senso stesso della fotografia e lo declina in direzioni ogni volta diverse a sostegno di un messaggio, di un quesito, di un’urgenza comunicativa.
Ha pubblicato i libri Pornoland (Thames & Hudson 2004), Blanco (Trolley Book 2010), iDyssey (Edition Bessard 2017), Babel con Michela Battaglia (Postcart 2018), Pornoland Redux (Self-published 2021), Il Bel Paese (L’Artiere 2023). Il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra gli altri, quattro World Press Photo (1998, 2007, 2010, 2011), il W. Eugene Smith Memorial Fund (2008), il Getty Images Grant for Editorial Photography (2010) e il Days Japan International Photojournalism Award (2010). È stato invitato per una residenza d’artista al Festival de Photographie de Deauville (2022). Ha collaborato con diverse testate internazionali come il New Yorker, Geo, Paris Match e Stern. Dal 2008 è membro dell’agenzia VII.
Lecture | 14 settembre 2023 – Palazzo Ducale, Sala del Minor Consiglio Stefano De Luigi in dialogo con Giovanna Calvenzi e Chiara Ruberti
Convegno Internazionale | 12 e 13 ottobre 2023 – Università di Genova, Palazzo Balbi Senarega Raccontare il paesaggio contemporaneo nell’arte. Fotografia, fototesto, letteratura performance, videoarte
Attraverso un lessico che insiste sulla intrinseca relazione tra fotografia e memoria, i luoghi diventano una sorta di immagine latente, simile a quella che rimane impressa sul materiale fotografico sensibile, in quel momento unico, prima di essere rivelata dallo sviluppo, proprio come un substrato di memoria. “Ho, nella necessità della creazione, la ragione profonda di realizzare questo progetto, con il supporto di una visione personale che sia un punto finale, tra me e il mio passato privato e pubblico, consegnando un’idea visiva che fonda insieme la memoria di mio padre, la mia e quella del mio Paese”, afferma l’autore.
Lo sguardo di De Luigi sul paesaggio italiano origina dal passato, dal ricordo delle giornate trascorse insieme al padre al Museo di Roma davanti ai dipinti e alle incisioni che ci hanno restituito l’immaginario del Grand Tour, il viaggio che tra il Seicento e l’Ottocento portava in Italia giovani aristocratici, intellettuali e borghesi di tutta Europa. Su quell’immagine dell’Italia, sedimentata nelle fotografie degli Alinari e del Touring Club, è intervenuta l’opera di quegli autori che, dall’esperienza di Viaggio in Italia in poi, hanno contribuito a cambiare e guidare il pensiero sulla rappresentazione fotografica del paesaggio italiano.
Il Bel Paese si inserisce idealmente in questo discorso: “vedere attraverso tutte le immagini precedenti e nel contempo cancellarle per avere una propria prima visione”, come auspicava Luigi Ghirri, per arrivare alla costruzione di un immaginario che sia prima di tutto in grado di veicolare un’idea del nostro Paese e delle contraddizioni che lo abitano.
Le immagini di De Luigi restituiscono al paesaggio il proprio valore semantico. La geografia che ci consegnano ci interroga sull’attitudine del nostro sguardo, sulla necessità di ritrovare il desiderio e lo stupore del guardare quei luoghi dove ancora insistono e resistono la memoria e gli immaginari del passato e, con uguale urgenza, di porre maggiore attenzione alle caotiche e talvolta surreali scenografie che popolano la nostra esperienza quotidiana e che sono spesso il risultato di interventi improvvisati, incoerenti, non finiti, privi di pensiero sul futuro.
Luoghi vissuti e luoghi immaginati, luoghi conosciuti e luoghi dimenticati, luoghi di inattese rivelazioni e di ritrovamenti. Una sorta di archeologia visiva del paesaggio italiano in grado di sollecitare una riflessione al tempo stesso sulle sue trasformazioni e sulla storia della sua rappresentazione.
Un cortometraggio con la regia di Michela Battaglia, fotografa e videomaker, racconterà il viaggio compiuto dall’autore all’interno del percorso espositivo.
Stefano De Luigi è nato a Colonia. Cresciuto a Roma, ha vissuto tra Milano e Parigi, sua città d’elezione. La fotografia è il suo mezzo d’espressione, il linguaggio scelto per condividere storie e visioni. Fotografo documentarista si interroga sull’umanità attraverso fenomeni sociali e di costume nei quali l’immagine ha un ruolo dominante come la televisione, il cinema, la pornografia, la pubblicità e la propaganda. Soprattutto negli ultimi anni, in cui la sovrapproduzione di immagini ha messo in crisi l’autorialità dei fotografi, De Luigi ragiona sul senso stesso della fotografia e lo declina in direzioni ogni volta diverse a sostegno di un messaggio, di un quesito, di un’urgenza comunicativa.
Ha pubblicato i libri Pornoland (Thames & Hudson 2004), Blanco (Trolley Book 2010), iDyssey (Edition Bessard 2017), Babel con Michela Battaglia (Postcart 2018), Pornoland Redux (Self-published 2021), Il Bel Paese (L’Artiere 2023). Il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra gli altri, quattro World Press Photo (1998, 2007, 2010, 2011), il W. Eugene Smith Memorial Fund (2008), il Getty Images Grant for Editorial Photography (2010) e il Days Japan International Photojournalism Award (2010). È stato invitato per una residenza d’artista al Festival de Photographie de Deauville (2022). Ha collaborato con diverse testate internazionali come il New Yorker, Geo, Paris Match e Stern. Dal 2008 è membro dell’agenzia VII.
Lecture | 14 settembre 2023 – Palazzo Ducale, Sala del Minor Consiglio Stefano De Luigi in dialogo con Giovanna Calvenzi e Chiara Ruberti
Convegno Internazionale | 12 e 13 ottobre 2023 – Università di Genova, Palazzo Balbi Senarega Raccontare il paesaggio contemporaneo nell’arte. Fotografia, fototesto, letteratura performance, videoarte
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