Maria Rita De Giorgio

Maria Rita De Giorgio, Chiostro di San Domenico, Fondi (LT)

 

Dal 10 Luglio 2014 al 13 Luglio 2014

Fondi | Latina

Luogo: Chiostro di San Domenico

Indirizzo: via San Tommaso D'Aquino

Orari: tutti i giorni 17-20

Curatori: Fabio D’Achille

Enti promotori:

  • Comune di Fondi - Assessorato alla Cultura

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 393 3242424

E-Mail info: eventi@madarte.it

Sito ufficiale: http://madarte.tumblr.com


Il Museo d’Arte Diffusa a cura di Fabio D’Achille, come ormai da tradizione, continua a proporre un dialogo e una sinestesia tra diverse arti, con la consapevolezza del forte legame che intercorre tra queste e la volontà di diffonderlo, per sensibilizzare il pubblico a una visione enciclopedica della cultura, di contro ad una concezione che la considera come qualcosa a compartimenti stagni. In particolare, domani 10 luglio, MAD - l’Ecomuseo del Lazio virgiliano - raggiungerà Fondi, dove, alle 19,00, presso Palazzo Caetani, sarà inaugurata la personale di pittura e scultura dell’artista Maria Rita De Giorgio. 
Alle 21,00, nel Chiostro di San Domenico, seguirà il concerto di improvvisazione elettroacustica degli ElectroSaxDuo – che spesso accompagnano il museo d’arte diffusa - “A mio padre”, con Raffaele Riccardi ai dispositivi elettronici e Laura Venditti al saxofono Durante la performance live verrà proiettato un video che illustra le opere pittoriche e non solo Di Maria Rita De Giorgio che esporrà delle tele con soggetti musicali e alcune installazioni. 

“Parte del lavoro di Maria Rita De Giorgio prende forma sulle sponde della Tripolitania (Libia) dove ha vissuto per ben dieci anni, per approdare in Italia a Pomezia dove è nata, come dialogo tra culture diverse. Si percepisce, nel suo lavoro, un’influenza medio orientale e africana, culture che si fondono e che hanno inciso lasciando nell’artista un’impronta indelebile. Nel corso degli anni ha maturato rispetto per quelle culture d’oltremare, una visione altra sui rapporti umani, culturali e sociali intuibili attraverso il linguaggio e le tematiche che utilizza nelle sue opere. Le sculture esposte, raccontano e racchiudono dubbi e incertezze ancestrali che da sempre accompagnano l’umanità, spingendo il proprio io alla riflessione: una grande installazione composta da tre opere sospese in legno con supporto metallico, rappresentazione simbolica di: Kronos, Saturno e Janus. Un chiaro riferimento al tempo e al suo mito: nascita, morte, rinascita e rinnovamento, sospensione nello spazio, destino come destinazione, frammento di eterno, messaggio universale, attese e domande legittime d’ogni tempo e di ogni cultura. 

Il pubblico potrà poi ammirare una scultura in legno: “Il Viaggio, Destino o Caso?” riferimento sulla fragilità dell’essere umano, le sue contraddizioni, le sue scelte, il percorso e la meta”. 
(Fabio D’Achille e Maria Rita De Giorgio) 

“L’esposizione pittorica di Maria Rita De Giorgio si compone di una serie di grandi tele sul tema della musica, uno degli spunti di riflessione e dei modelli d’ispirazione della sua poetica. La predilezione per il jazz che traspare dalle sue opere vuole creare una sinestesia tra il linguaggio musicale e quello pittorico, entrambi espressione dello spirito umano. E Maria Rita, da sempre legata all’Africa (prima ancora di conoscerla) e all’anima nera, vuole in queste opere dare voce ai jazzisti autentici, ai musicisti neri come Louis Armstrong, Miles Davis, Charlie Parker e molti altri che la sera si riunivano nei bassifondi della metropoli newyorkese per ribellarsi attraverso la musica alle fatiche del lavoro disumano e allo sfruttamento cui erano sottoposti. Tramite la rappresentazione di strumenti musicali, di oggetti e scenari dalle cromie accese e vibranti che rimandano agli ambienti in cui i musicisti comunicavano la loro anima nera per riscattarsi dall’ingiustizia e dall’angheria subite, urlando il proprio spirito ancestrale e quello dei loro avi, Maria Rita trasfonde nello spettatore il desiderio di libertà e di pace con se stessi che questi uomini esprimevano attraverso la musica. Perché il nero, come il gatto scuro che in una delle tele appare lontano, distante e assente tra lo sfondo dei grattacieli e un pianoforte in primo piano, non vuole costrizione e, nonostante le catene, riesce alla fine a dar libero sfogo al sangue che gli ribolle nelle vene”. 
(Laura Cianfarani) 

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