Paride Pino. Euforia ed Estasi del Guerriero
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Opera di Paride Pino
Dal 08 Luglio 2018 al 15 Luglio 2018
Lecce
Luogo: Fondazione Palmieri
Indirizzo: vicolo dei Sotterranei
E-Mail info: paridep.pino@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.fondazionepalmieri.it/
L’urlo di euforia, per me questo rappresenta l’unica cosa vera in grado di ridonare unità al corpo e all’anima di un guerriero e non solo; con il suo “Serie 1- Euforia ed Estasi del Guerriero”, l’artista Paride Pino inaugura la sua prima esposizione personale dall’8 al 15 luglio presso la Fondazione Palmieri di Lecce. L’urlo primordiale delle opere a carboncino su carta sembra sostare poco nella definizione di un’espressività conclusa, quasi a voler cercare -subitaneamente e altrove- un senso abbandonato a terra da un dio sconosciuto e silenzioso, interpretato nella pura metamorfosi di un’anima che si fa carne, e mai viceversa. Il gesto è istintivo ed elimina l’equivoco di rievocare ogni formalismo: il neonato scopre la luce, urla e continuerà a farlo ogni qualvolta sentirà l’esigenza di comunicare un bisogno, un’emozione, un puro atto del suo esistere al mondo. Paride Pino afferma: cosa urliamo? Credo, la nostra volontà di lottare per vivere. L’urlo è di colui che non ha ancora paura di nulla.
“Quando il bambino viene alla vita, la prima azione che compie è urlare. Certo un urlo indotto da uno schiaffetto sul sederino, per liberare i polmoni, ma dopo quando urla lo fa per motivi precisi, il primo, essere nutrito, allattato. Questo urlo è il primo atto di volontà dell’uomo, il bambino con quel gesto mostra e dimostra la sua volontà di vivere, di esserci. Quello stesso urlo appartiene al guerriero; questo non è rivolto contro i suoi avversari, siano essi rappresentati da un uomo, un animale o una cosa, ma contro un dio, l’unico dio a cui il guerriero crede. Mi spiego. Il pantheon nordico, come molti altri, è variegato, ovvero diviso in Asi e Vani. Ora, come nasce la figura del dio? L’ uomo osserva, come ha sempre fatto, il mondo intorno a sé. Faccio un esempio: Thor, il primitivo fissa e sente il fulmine, il rumore del tuono, a cui in seguito attribuisce una potenza, a questa potenza da un nome, Thor, in questo modo umanizza e dona una personalità alla potenza, creando la figura del mito. Ecco come Thor con il suo martello riesce a scagliare il tuono, per puro atto di volontà e di rappresentazione del mondo fenomenico. Il mitema genera in tal modo la lettura della mitologia propriamente detta, dunque, ecco ancora una volta come nel racconto Thor, figlio di Odino, con il suo martello scaglia i tuoni contro i suoi avversari, i giganti, e abita ad Asgardh. (Testo critico di Eliana Masulli).
Il vernissage è previsto l’8 luglio (start h 21,00) alla Fondazione Palmieri, Lecce.
Presentano: Stefano Donno, scrittore ed editore Ed. IQdB; Carlo Alberto Augieri, docente Unisalento; Marco Giannotta, Consigliere comunale.
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