Vittorio Tapparini. R-Evoluciòn
Dal 01 Agosto 2023 al 31 Agosto 2023
Nardò | Lecce
Luogo: Castello Acquaviva
Indirizzo: Piazza Cesare Battisti 1
Orari: tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 18 alle 21
Curatori: Claudia Presicce
Enti promotori:
- Patrocinio del Comune di Nardò
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 379 2835280
Al Castello Acquaviva “Eclettico” di Nardò è in arrivo una ventata cromatica rivoluzionaria, un carico di arte contemporanea dalle inclinazioni Pop. È l’arte di Vittorio Tapparini, pittore e scultore leccese che sarà in mostra con le sue opere dal 1 al 31 agosto 2023 con un’esposizione personale dal titolo “R-Evoluciòn”, un nome in cui chiaramente si fondono due parole dal significato affine che rimandano al desiderio di risvegliare questi tempi lenti: rivoluzione ed evoluzione. Sono tutte opere in olio su tela delle sue più recenti collezioni di vario formato.
Il Vernissage di R-Evoluciòn si svolgerà il 3 agosto alle 21 alla presenza dell'artista, del Sindaco di Nardò Giuseppe Mellone e dell'Assessore alla Cultura del Comune Giulia Puglia.
La mostra sarà presentata nel corso dell'inaugurazione dallo scrittore Livio Romano.
La “Revoluciòn” evocata è intanto chiaramente una rivoluzione culturale che riposizioni il baricentro della società sui tratti più umani dell’esistenza, anche più semplici, colorati e collettivi. Il colore punta a rianimare infatti le coscienze e vuole contrastare un certo buio “cattivista” che si va diffondendo, quella deriva che porta a coltivare odio. “Coloriamo le strade di rosa” sembra dire Tapparini, evocando chiaramente un’ideale sterzata sociale verso territori di pace, gli unici su cui possa germogliare un futuro. È un’eresia rivoluzionaria la sua, che non aggredisce e al contrario punta a costruire, a disegnare pazienza, amore, meraviglia surreale. Ecco il viaggio in Vespa che torna in molte opere a ricordare il senso di libertà che ha reso celebre quel mezzo, la gioia di vivere, la bellezza della giovinezza che deve durare una vita intera, ma anche l’amore per i territori mediterranei, l’amore per l’ambiente da proteggere. La rivoluzione viaggia su due ruote, con quel simbolo incontestabile di una generazione che invocava libertà e che con quelle “ali sotto i piedi” ha provato a trasformare una speranza in realtà.
All’ambiente si ispira il secondo termine (evocato dal titolo): “Evoluciòn”. “Non ci può essere evoluzione umana senza una connessione costante e serena con il mondo che ci ospita: al momento andiamo all’incontrario” spiega Tapparini. E rispunta da qui il suo mondo solare di pesci, di fiori, di farfalle, di elefanti volanti, di bolle di ossigeno, di mari e di venti (come recita il titolo di un’intera collezione del maestro leccese). Contro ogni muro, ogni campanilismo e ogni chiusura, la cultura del mare del Sud insegna che “evoluzione” sul nostro pianeta significa “convivenza pacifica”. Il Mediterraneo racconta che l’Europa intera è nata dall’incrocio di popoli arrivati dall’Africa, fin dal tempo dei primi Sapiens: tra i primi di questi sono stati rintracciati proprio nelle grotte delle coste ioniche delle marine di Nardò.
Le opere gioiose e colorate di Tapparini, con un personalissimo taglio Pop, ma anche a volte surreale e onirico (tutte in olio su tela) parlano a tutti, e dicono tante cose. Dicono tanto a chi vuole vedere e capire; altri vedranno solo belle scene di coppie in Vespa davanti al mare. Tapparini fa suo infatti lo spirito di Aldo Palazzeschi che rivendicava lo spessore della sua visionarietà, sorridendo davanti a chi lo chiamava “surrealista” credendo di offenderlo, e a chi credeva che i suoi scritti fossero opere “semplici”, divertenti e di facile lettura (in senso denigratorio): sorrideva perché questi critici non avevano capito niente. La Storia gli ha poi dato ragione.
Pittore e scultore, nato a Lecce il 22 luglio del 1961, figlio d’arte, ha una storia ricca di partecipazioni in rassegne d’arte e personali nazionali e internazionali che segna l’evoluzione del suo percorso narrativo dall’informale ad un personalissimo espressionismo pop.
Dipinge dalla metà degli anni Ottanta, tra formale e informale. Dai lavori di ricerca figurativa dei primi anni del 2000, l’artista si è spostato ad una sperimentazione tridimensionale, materica, di grande originalità, potente percorso introspettivo che ha palesato una duttilità nell’utilizzare diversi elementi, tecniche, voci e anime. Nelle ultime collezioni poi, come in un giro di boa a metà degli anni Dieci, è tornato alla pittura pura, strati su strati di olio e colore, che riprendono gli strati infiniti della sua anima visionaria. Le sue tele oggi mostrano la scelta risoluta e mai casuale del disegno puro, espressionista, pop.
Il Vernissage di R-Evoluciòn si svolgerà il 3 agosto alle 21 alla presenza dell'artista, del Sindaco di Nardò Giuseppe Mellone e dell'Assessore alla Cultura del Comune Giulia Puglia.
La mostra sarà presentata nel corso dell'inaugurazione dallo scrittore Livio Romano.
La “Revoluciòn” evocata è intanto chiaramente una rivoluzione culturale che riposizioni il baricentro della società sui tratti più umani dell’esistenza, anche più semplici, colorati e collettivi. Il colore punta a rianimare infatti le coscienze e vuole contrastare un certo buio “cattivista” che si va diffondendo, quella deriva che porta a coltivare odio. “Coloriamo le strade di rosa” sembra dire Tapparini, evocando chiaramente un’ideale sterzata sociale verso territori di pace, gli unici su cui possa germogliare un futuro. È un’eresia rivoluzionaria la sua, che non aggredisce e al contrario punta a costruire, a disegnare pazienza, amore, meraviglia surreale. Ecco il viaggio in Vespa che torna in molte opere a ricordare il senso di libertà che ha reso celebre quel mezzo, la gioia di vivere, la bellezza della giovinezza che deve durare una vita intera, ma anche l’amore per i territori mediterranei, l’amore per l’ambiente da proteggere. La rivoluzione viaggia su due ruote, con quel simbolo incontestabile di una generazione che invocava libertà e che con quelle “ali sotto i piedi” ha provato a trasformare una speranza in realtà.
All’ambiente si ispira il secondo termine (evocato dal titolo): “Evoluciòn”. “Non ci può essere evoluzione umana senza una connessione costante e serena con il mondo che ci ospita: al momento andiamo all’incontrario” spiega Tapparini. E rispunta da qui il suo mondo solare di pesci, di fiori, di farfalle, di elefanti volanti, di bolle di ossigeno, di mari e di venti (come recita il titolo di un’intera collezione del maestro leccese). Contro ogni muro, ogni campanilismo e ogni chiusura, la cultura del mare del Sud insegna che “evoluzione” sul nostro pianeta significa “convivenza pacifica”. Il Mediterraneo racconta che l’Europa intera è nata dall’incrocio di popoli arrivati dall’Africa, fin dal tempo dei primi Sapiens: tra i primi di questi sono stati rintracciati proprio nelle grotte delle coste ioniche delle marine di Nardò.
Le opere gioiose e colorate di Tapparini, con un personalissimo taglio Pop, ma anche a volte surreale e onirico (tutte in olio su tela) parlano a tutti, e dicono tante cose. Dicono tanto a chi vuole vedere e capire; altri vedranno solo belle scene di coppie in Vespa davanti al mare. Tapparini fa suo infatti lo spirito di Aldo Palazzeschi che rivendicava lo spessore della sua visionarietà, sorridendo davanti a chi lo chiamava “surrealista” credendo di offenderlo, e a chi credeva che i suoi scritti fossero opere “semplici”, divertenti e di facile lettura (in senso denigratorio): sorrideva perché questi critici non avevano capito niente. La Storia gli ha poi dato ragione.
Pittore e scultore, nato a Lecce il 22 luglio del 1961, figlio d’arte, ha una storia ricca di partecipazioni in rassegne d’arte e personali nazionali e internazionali che segna l’evoluzione del suo percorso narrativo dall’informale ad un personalissimo espressionismo pop.
Dipinge dalla metà degli anni Ottanta, tra formale e informale. Dai lavori di ricerca figurativa dei primi anni del 2000, l’artista si è spostato ad una sperimentazione tridimensionale, materica, di grande originalità, potente percorso introspettivo che ha palesato una duttilità nell’utilizzare diversi elementi, tecniche, voci e anime. Nelle ultime collezioni poi, come in un giro di boa a metà degli anni Dieci, è tornato alla pittura pura, strati su strati di olio e colore, che riprendono gli strati infiniti della sua anima visionaria. Le sue tele oggi mostrano la scelta risoluta e mai casuale del disegno puro, espressionista, pop.
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