Street of Mind - Inaugurazione
Dal 19 Giugno 2021 al 19 Giugno 2021
Pietrasanta | Lucca
Luogo: Project Space
Indirizzo: Via Nazario Sauro 52
Orari: tutti i giorni dalle ore 18 alle 24
Curatori: Annalisa Bugliani e Alessandro Romanini
E-Mail info: Info@theprojectspace.it
Sabato 19 giugno alle ore 19 a Pietrasanta (Lu) si inaugura il nuovo spazio espositivo Project Space, presso il complesso ex Marmi (via Nazario Sauro 52) con la mostra d’arte contemporanea “Street of Mind”, sancendo l’inizio della programmazione estiva. La mostra curata da Annalisa Bugliani e Alessandro Romanini, unisce opere degli artisti Carlo Galli, Neve e Ozmo e intende fare il punto su una delle tendenze più originali e innovative del panorama artistico internazionale, l’Urban Art. Sotto questa definizione di comodo si riuniscono le varie istanze originarie delle istanze militanti della fase pionieristica, dalle tag di Taki 183 e Rammelzee a New York negli anni 70’ e gli interventi murali di rivendicazione identitaria dei Chicanos di Los Angeles, alle azioni muraliste vietate di street art di Keith Haring (Subway Drawing) e Samo - futuro Basquiat - fino agli interventi nel nostro paese nei centri sociali o nelle rassegne di settore. Tre artisti, Galli, Neve e Ozmo, che, al netto delle differenze stilistiche, tecniche e anagrafiche condividono l’interesse primario per gli interventi nello spazio pubblico, quello “Street Spirit” che si manifesta nelle loro opere nella forma più evoluta. “Una maturità stilistica – spiegano i curatori - che li vede in possesso di un proprio stile peculiare che declinano sia negli interventi urbani pubblici che in quelli promossi da importanti brand e non ultimi nelle opere pittoriche su tela e tavola da esporre nel circuito degli spazi artistici. Una conquistata consapevolezza relazionale e comunicativa che non gli impedisce di mantenere quello spirito originale “stradale”, che si caratterizza per un’urgenza espressiva, il riciclo e l’utilizzo di tecniche e materiali economici all’insegna di una filosofia “DIY (Do-It-Yourself)” e soprattutto la solida vocazione a realizzare opere che si rivolgono al versante pubblico, alla dimensione sociale, connotate da un’aura estetica ed etica allo stesso tempo”. I tre artisti si caratterizzano anche per una solida formazione culturale, che dalle Accademie di Belle Arti li ha visti continuare a indagare senza sosta i vari aspetti della storia dell’arte occidentale e delle altre latitudini. Con le differenze anagrafiche che li distinguono, hanno elaborato il loro stile sulla scorta degli anni 90’, in fuga dagli eccessi edonistici - iconografici del decennio precedente, meditando sull’eredità pittorica Trans e l’onda lunga del postmoderno e soprattutto sugli impulsi della “street culture” che arrivavano in Italia dagli USA. Questo e molto di più è il mix di cultura dove si è formata la generazione creativa di cui fanno parte gli artisti in mostra, affrancati dai rigidi schemi e pregiudizi di molta arte contemporanea. Caratteristica comune è anche quella di saper coniugare in maniera sinergica le varie discipline espressive, la dimensione pittorica con quella della sintassi dello spazio pubblico, architettura e design.
Ozmo, Gionata Gesi (Pontedera 1975) è una figura “storica” del panorama della street art in Italia, che dalla fase militante degli interventi “non-autorizzati” ha sviluppato uno stile personale frutto dell’armonico incrocio fra l’appropriazione e rielaborazione di elementi iconografici prelevati dai vari ambiti della mediasfera e sapientemente stilizzati in chiave espressiva e semantica. E’ un’operazione che incrocia saper fare tecnico, semiologia, conoscenze massmediologiche e storico-artistica, attenzione per la sfera pubblica quella che connota la sua poetica e che lo ha portato a realizzare interventi nei 5 continenti, da Miami, Chicago a Londra, da Shanghai a New York e Parigi, passando per il Brasile e Capo Verde e lo hanno visto esporre le proprie opere in spazi museali come il Macro a Roma, il Museo del Novecento e il Pac a Milano e in spazi iconici come la Pure Evil Gallery di Londra.
Neve, alias di Danilo Pistone (Torino 1986), figura di rilievo del panorama neomuralista, si caratterizza per una spiccata attitudine sperimentale manifestata precocemente, che lo ha portato ad assimilare diverse forme espressive solo apparentemente distanti, passando attraverso il graffitismo tout-court la street art, la performance concettuale a fianco di artisti di vaglia come Marcello Maloberti fino a un meditato approdo a un neoaccademismo classicista, che vede nel disegno la colonna vertebrale della struttura espressiva e nel sapiente dosaggio della luce, memore della lezione dei maestri del passato, il fulcro delle dinamiche creative. Come i colleghi ha uno “street spirit” che lo riconduce all’asfalto come luogo di confronto e osservazione e anche di azione, come testimoniano i suoi interventi recenti frutto delle collaborazioni con brand come Eni, Campari, Fabriano e Michelin.
Carlo Galli (Pietrasanta 1981) ha saputo stratificare le varie esperienze artistiche maturate nel corso degli anni, che includono anche l’attività scultorea, quella scenografica e di designer per il Carnevale di Viareggio oltre a quelle intense e continuative in ambito pittorico e di intervento nello spazio pubblico. Galli unisce armonicamente uno spirito ludico-eversivo di ascendenza dadaista con un atteggiamento apollineo che fa leva sulla razionalità analitica di stampo gestaltico propria di correnti come l’optical art e l’arte cinetica, che fanno leva direttamente sulla struttura percettiva dell’osservatore. La prima caratteristica si manifesta anche nella scelta dei materiali e delle tecniche non-ortodosse, generando un linguaggio ibrido fra pittura, design e architettura, andando a costituire uno stile originale, che lo ha portato a lavorare su scala internazionale.
Ozmo, Gionata Gesi (Pontedera 1975) è una figura “storica” del panorama della street art in Italia, che dalla fase militante degli interventi “non-autorizzati” ha sviluppato uno stile personale frutto dell’armonico incrocio fra l’appropriazione e rielaborazione di elementi iconografici prelevati dai vari ambiti della mediasfera e sapientemente stilizzati in chiave espressiva e semantica. E’ un’operazione che incrocia saper fare tecnico, semiologia, conoscenze massmediologiche e storico-artistica, attenzione per la sfera pubblica quella che connota la sua poetica e che lo ha portato a realizzare interventi nei 5 continenti, da Miami, Chicago a Londra, da Shanghai a New York e Parigi, passando per il Brasile e Capo Verde e lo hanno visto esporre le proprie opere in spazi museali come il Macro a Roma, il Museo del Novecento e il Pac a Milano e in spazi iconici come la Pure Evil Gallery di Londra.
Neve, alias di Danilo Pistone (Torino 1986), figura di rilievo del panorama neomuralista, si caratterizza per una spiccata attitudine sperimentale manifestata precocemente, che lo ha portato ad assimilare diverse forme espressive solo apparentemente distanti, passando attraverso il graffitismo tout-court la street art, la performance concettuale a fianco di artisti di vaglia come Marcello Maloberti fino a un meditato approdo a un neoaccademismo classicista, che vede nel disegno la colonna vertebrale della struttura espressiva e nel sapiente dosaggio della luce, memore della lezione dei maestri del passato, il fulcro delle dinamiche creative. Come i colleghi ha uno “street spirit” che lo riconduce all’asfalto come luogo di confronto e osservazione e anche di azione, come testimoniano i suoi interventi recenti frutto delle collaborazioni con brand come Eni, Campari, Fabriano e Michelin.
Carlo Galli (Pietrasanta 1981) ha saputo stratificare le varie esperienze artistiche maturate nel corso degli anni, che includono anche l’attività scultorea, quella scenografica e di designer per il Carnevale di Viareggio oltre a quelle intense e continuative in ambito pittorico e di intervento nello spazio pubblico. Galli unisce armonicamente uno spirito ludico-eversivo di ascendenza dadaista con un atteggiamento apollineo che fa leva sulla razionalità analitica di stampo gestaltico propria di correnti come l’optical art e l’arte cinetica, che fanno leva direttamente sulla struttura percettiva dell’osservatore. La prima caratteristica si manifesta anche nella scelta dei materiali e delle tecniche non-ortodosse, generando un linguaggio ibrido fra pittura, design e architettura, andando a costituire uno stile originale, che lo ha portato a lavorare su scala internazionale.
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