Tommasi. Ab Imis

Tommasi. Ab Imis, Chiesa di Sant'Agostino, Pietrasanta (LU)

 

Dal 13 Dicembre 2014 al 04 Febbraio 2015

Pietrasanta | Lucca

Luogo: Chiesa di Sant'Agostino

Indirizzo: via Sant'Agostino 1

Curatori: Elisa Gradi

Telefono per informazioni: +39 0584 795226

E-Mail info: cultura@comune.pietrasanta.lu.it

Sito ufficiale: http://www.comune.pietrasanta.lu.it


Sabato 13 dicembre alle 17.00 nella Chiesa e nel Chiostro di Sant'Agostino a Pietrasanta (LU) sarà inaugurata la mostra Tommasi – Ab Imis, dedicata all'ampia produzione artistica della famiglia Tommasi, partendo dal nucleo centrale delle opere di Leone Tommasi, capostipite della dinastia di artisti e proseguendo con Marcello Tommasi, Riccardo Tommasi Ferroni, Giovanni ed Elena Tommasi Ferroni, cinque personalità che sono state e continuano ad essere esempio di una cultura scultorea e pittorica fra le più significative del Novecento italiano. 

Proprio a Pietrasanta è nato agli inizi del Novecento Leone, il cui storico studio in Via Marconi, attivo per oltre ottant’anni e fondamentale per la vita culturale ed artistica della città, ha rappresentato simbolicamente il principio di questa eccezionale avventura creativa. Testimone di un’arte fondata su una nuova interpretazione della figurazione classica e sull’instancabile dialogo con i grandi autori del passato, Leone è stato punto di riferimento intellettuale ed artistico per i figli Riccardo e Marcello, che hanno interagito con il suo pensiero ed attinto dal suo universo creativo fonti di ispirazione e presupposti estetici per la propria attività artistica, a loro volta trasmessi alla generazione successiva, qui rappresentata da Giovanni ed Elena Tommasi Ferroni, i quali proseguono, sul solco impresso dall'opera paterna di Riccardo Tommasi Ferroni, una intensa attività pittorica. 

In mostra fino al 4 febbraio 2015, circa 150 tra sculture in bronzo, marmo e gesso, dipinti e disegni, opere rappresentative del lavoro di tre generazioni di artisti che, poste in un dialogo ideale, sono testimonianza di un’arte che si discosta dalla sperimentazione e dalla mondanità delle avanguardie e neo-avanguardie, ma che mantiene viva la capacità di coniugare la grande tradizione con un universo inventivo ricchissimo e contemporaneo. Oltre che nella Chiesa di Sant'Agostino, alcune opere saranno esposte nel Museo dei Bozzetti di Pietrasanta, che ospita una notevole raccolta di sculture in gesso di Leone Tommasi. 
La mostra è curata dalla storica dell'arte Elisa Gradi, con il contributo organizzativo e logistico di Giovanni Tommasi Ferroni e Francesca Sacchi Tommasi. E' resa possibile grazie al generoso contributo della Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana, la cui collezione comprende alcune opere di Leone Tommasi, Marcello Tommasi e Riccardo Tommasi Ferroni che saranno esposte per l'occasione, ed è promossa e organizzata dal Comune di Pietrasanta. 
Così scrive la curatrice Elisa Gradi nel catalogo della mostra, edito da Petrartedizioni: "Uniti da una circostanza di discendenza comune, le tre generazioni di autori che oggi poniamo in un dialogo ideale, non appartengono ad una vera scuola, né dimostrano, nel corso dei decenni, parentele stilistiche stringenti, se non in alcuni nuclei più stretti (Leone col figlio Marcello, Riccardo con i figli Elena e Giovanni); diversi per indole, per consuetudini, nel risolvere il rapporto dell’artista con il mondo esterno, e soprattutto nella scelta delle finalità ultime cui protendeva il loro immaginario, i Tommasi hanno creato – e creano – con una consapevolezza di appartenenza a quella genie, ormai rara, di artisti che consegnano il mondo interiore all’unico codice in grado di tradurne in forma la natura invisibile: la figurazione. La classicità. Ed al principio – ab imis – è l’esperienza di Leone Tommasi, che insegna ai figli, ed indirettamente ai nipoti, con atteggiamento sostanzialmente sempre controcorrente rispetto ai tempi, che l’immagine è sapienza, e deve essere costruita dopo un’acquisizione lenta e completa della forma, una meditazione intensa, quasi in spirito monastico, claustrale. Da qui, l’attitudine al lavoro, al mestiere di artista, il logos comune all’esperienza di tutti, il connettivo ideologico ed empirico che ripara alle divagazioni, linguistiche ed espressive, dei singoli autori". 

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