Rita Soccio. Warning & Food
Dal 15 Maggio 2014 al 22 Giugno 2014
Macerata
Luogo: Palazzo Buonaccorsi
Indirizzo: via Don Minzoni 24
Orari: martedì - domenica 10-18
Telefono per informazioni: +39 0733 256361
E-Mail info: mariste.ross@yahoo.it
La mostra Warning & Food, che si snoda nelle sale espositive di Palazzo Buonaccorsi, raccoglie i lavori più recenti di Rita Soccio, impegnata in una ricerca artistica assunta come impegno civile e sociale.
Warning è l’allarme che l’artista lancia a tutto campo per renderci avvertiti dei pericoli che il nostro tempo, con le sue contraddizioni e allucinazioni, la sua superficialità in perenne omologazione verso un conformismo al ribasso, sembra non vedere. Un’attenzione da estendere all over, dagli indumenti a ciò che inaliamo, beviamo, mangiamo, guardiamo, diciamo, pensiamo. Per attivare una critica che con la sua forza propulsiva ci metta al riparo da ogni stato di minorità, una critica che l’arte si pone come sua mission e che trova il suo radicamento non solo nella ragione ma anche in un sentire profondo, riflessivo, capace di contribuire alla comprensione del presente.
L’esposizione, modulata secondo il precetto cardine della poetica dell’artista “l’arte senza etica è pura estetica”, mette in evidenza tutta la sua valenza politica. Un monito, che non potrebbe essere più esplicito, ci incoraggia a guardare con consapevolezza la realtà che ci circonda, a cercarvi il nostro posto, a prendere posizione, a dare un senso alla vita. Uno sguardo disincantato sulla contemporaneità per riannodare il legame tra natura e cultura, affinché questo fecondo intreccio torni ad imporsi con rinnovata urgenza all’attenzione soprattutto dell’arte.
Rita Soccio, sulla scia della pop art e del segnale raccolto nell’ultimo cinquantennio dalla Filosofia di Andy Warhol che ha inaugurato un nuovo paradigma interpretativo, sfrutta la pervasività dei sistemi di comunicazione e di persuasione nel mondo contemporaneo con un’indagine serrata e senza sconti che inchioda una ad una le ambiguità del presente restituite con fotografie, video, dipinti, disegni e installazioni. Opere ora ironiche, ora provocatorie con le quali intende ricomporre un nuovo rapporto con il mondo.
Per riappropriarsi dei significati dell’esistenza riparte dal Food nel suo senso simbolico e identitario: il cibo esprime in modo pregnante e diretto aspetti di vivibilità, identità, ethos, e dunque diventa la via maestra da percorrere per promuovere un’etica della sensibilizzazione.
In questo senso Warning & Food intende gettare un ponte da Macerata a Milano anticipando problematiche e temi dell’Expo 2015, che ha nel cibo il motivo conduttore.
Il volume a corredo della mostra, edito da Edizioni Comunication Project, oltre alla ricostruzione dell’impegno ventennale di Rita Soccio nel saggio Warning all over & Conscious Food di Paola Ballesi, e a una significativa panoramica delle sue ultime opere, raccoglie anche i contributi di studiosi che hanno declinato il food a 360°: Carlo Cambi, L’inversione di Feuerbach;Loretta Fabrizi, Dalle mele di Cézanne al Food Design; Luciano Latini, Cibo e salute, un binomio indissolubile; Paola Nicolini, Cibo e affetti: Italian style?
Una ricchezza sostanziale che sarà argomento del convegno dal titolo Polpette avvelenate. La cultura del cibo tra scienza, estetica ed etica in programma a Palazzo Buonaccorsi di Macerata sabato 7 giugno alle ore 10.
Durante il periodo della mostra saranno attivati inoltre laboratori didattici con studenti delle scuole di ogni ordine e grado, per gustare l’arte attraverso il cibo e il cibo attraverso l’arte.
Rita Soccio (Pescara nel 1971) vive e lavora a Recanati. Si è formata con i maestri Gino Marotta e Magdalo Mussio presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata dove ha conseguito anche il master in Arti Visive e Disciplina dello Spettacolo. La sua ricerca artistica legata alle tematiche sociali ed etiche si avvale dell’utilizzo di diversi media: fotografia, disegno, video, installazione, incisione e grafica. Ha partecipato a numerose mostre collettive tra cui la 54ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia - Padiglione Italia Regione Marche, L’arte non è cosa nostra (2010), Palazzo delle Esposizioni, sala Nervi Torino, a cura di V. Sgarbi, e la mostra itinerante Privata (2014), partita dalla Mole vanvitelliana di Ancona. Ha all’attivo numerose personali, tra le più recenti, CompetitionBB (2007), galleria 3 Web, Milano;IRONIKA (2009), Palariviera, Grottamare (AP); Anche le marche sognano (2009), ex Aurum, Pescara; mARkeT (2010), galleria Gallerati, Roma; Revelations/Disorder (2011); Vi Amo da Morire, Buon Natale (2012), Sponge Arte Contemporanea, Pergola; WARNING (2012) e Nessuna cosa è (sia) dove la parola manca (2014), Galleria Marconi, Cupra Marittima. Vincitrice di diversi premi e finalista nel 2012 al Premio Terna 04, il suo lavoro ha avuto importanti apprezzamenti dalla critica. È inoltre autrice e coautrice di pubblicazioni relative alla progettazione grafica e alla pubblicità: Disegno grafico e progettazione (2000), La grafica tra marketing e progetto (2001) e Competenze grafiche (2012) edite da Clitt/Zanichelli, Bologna; Anche le marche sognano (2009) con prefazione di J. Séguéla, Fausto Lupetti editore, Bologna.
Warning è l’allarme che l’artista lancia a tutto campo per renderci avvertiti dei pericoli che il nostro tempo, con le sue contraddizioni e allucinazioni, la sua superficialità in perenne omologazione verso un conformismo al ribasso, sembra non vedere. Un’attenzione da estendere all over, dagli indumenti a ciò che inaliamo, beviamo, mangiamo, guardiamo, diciamo, pensiamo. Per attivare una critica che con la sua forza propulsiva ci metta al riparo da ogni stato di minorità, una critica che l’arte si pone come sua mission e che trova il suo radicamento non solo nella ragione ma anche in un sentire profondo, riflessivo, capace di contribuire alla comprensione del presente.
L’esposizione, modulata secondo il precetto cardine della poetica dell’artista “l’arte senza etica è pura estetica”, mette in evidenza tutta la sua valenza politica. Un monito, che non potrebbe essere più esplicito, ci incoraggia a guardare con consapevolezza la realtà che ci circonda, a cercarvi il nostro posto, a prendere posizione, a dare un senso alla vita. Uno sguardo disincantato sulla contemporaneità per riannodare il legame tra natura e cultura, affinché questo fecondo intreccio torni ad imporsi con rinnovata urgenza all’attenzione soprattutto dell’arte.
Rita Soccio, sulla scia della pop art e del segnale raccolto nell’ultimo cinquantennio dalla Filosofia di Andy Warhol che ha inaugurato un nuovo paradigma interpretativo, sfrutta la pervasività dei sistemi di comunicazione e di persuasione nel mondo contemporaneo con un’indagine serrata e senza sconti che inchioda una ad una le ambiguità del presente restituite con fotografie, video, dipinti, disegni e installazioni. Opere ora ironiche, ora provocatorie con le quali intende ricomporre un nuovo rapporto con il mondo.
Per riappropriarsi dei significati dell’esistenza riparte dal Food nel suo senso simbolico e identitario: il cibo esprime in modo pregnante e diretto aspetti di vivibilità, identità, ethos, e dunque diventa la via maestra da percorrere per promuovere un’etica della sensibilizzazione.
In questo senso Warning & Food intende gettare un ponte da Macerata a Milano anticipando problematiche e temi dell’Expo 2015, che ha nel cibo il motivo conduttore.
Il volume a corredo della mostra, edito da Edizioni Comunication Project, oltre alla ricostruzione dell’impegno ventennale di Rita Soccio nel saggio Warning all over & Conscious Food di Paola Ballesi, e a una significativa panoramica delle sue ultime opere, raccoglie anche i contributi di studiosi che hanno declinato il food a 360°: Carlo Cambi, L’inversione di Feuerbach;Loretta Fabrizi, Dalle mele di Cézanne al Food Design; Luciano Latini, Cibo e salute, un binomio indissolubile; Paola Nicolini, Cibo e affetti: Italian style?
Una ricchezza sostanziale che sarà argomento del convegno dal titolo Polpette avvelenate. La cultura del cibo tra scienza, estetica ed etica in programma a Palazzo Buonaccorsi di Macerata sabato 7 giugno alle ore 10.
Durante il periodo della mostra saranno attivati inoltre laboratori didattici con studenti delle scuole di ogni ordine e grado, per gustare l’arte attraverso il cibo e il cibo attraverso l’arte.
Rita Soccio (Pescara nel 1971) vive e lavora a Recanati. Si è formata con i maestri Gino Marotta e Magdalo Mussio presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata dove ha conseguito anche il master in Arti Visive e Disciplina dello Spettacolo. La sua ricerca artistica legata alle tematiche sociali ed etiche si avvale dell’utilizzo di diversi media: fotografia, disegno, video, installazione, incisione e grafica. Ha partecipato a numerose mostre collettive tra cui la 54ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia - Padiglione Italia Regione Marche, L’arte non è cosa nostra (2010), Palazzo delle Esposizioni, sala Nervi Torino, a cura di V. Sgarbi, e la mostra itinerante Privata (2014), partita dalla Mole vanvitelliana di Ancona. Ha all’attivo numerose personali, tra le più recenti, CompetitionBB (2007), galleria 3 Web, Milano;IRONIKA (2009), Palariviera, Grottamare (AP); Anche le marche sognano (2009), ex Aurum, Pescara; mARkeT (2010), galleria Gallerati, Roma; Revelations/Disorder (2011); Vi Amo da Morire, Buon Natale (2012), Sponge Arte Contemporanea, Pergola; WARNING (2012) e Nessuna cosa è (sia) dove la parola manca (2014), Galleria Marconi, Cupra Marittima. Vincitrice di diversi premi e finalista nel 2012 al Premio Terna 04, il suo lavoro ha avuto importanti apprezzamenti dalla critica. È inoltre autrice e coautrice di pubblicazioni relative alla progettazione grafica e alla pubblicità: Disegno grafico e progettazione (2000), La grafica tra marketing e progetto (2001) e Competenze grafiche (2012) edite da Clitt/Zanichelli, Bologna; Anche le marche sognano (2009) con prefazione di J. Séguéla, Fausto Lupetti editore, Bologna.
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