Albrecht Dürer. Come sentirò freddo dopo il sole

Albrecht Dürer, Rilievo con giovane in posa eroica, fine III - inizi II secolo a.C. Marmo greco (pentelico?), h 161 cm, largh. 60 cm, prof. 22,5 cm Mantova, Palazzo Ducale
Dal 8 October 2016 al 8 January 2017
Mantova
Luogo: Complesso Museale Palazzo Ducale
Indirizzo: Piazza Sordello 40
Orari: Da martedì a domenica 8.15 – 19.15. Chiuso il lunedì, 25 Dicembre, 1° Gennaio, 1° Maggio
Curatori: Johannes Ramharter, Peter Assmann
Costo del biglietto: Intero € 12, ridotto € 7,50
Telefono per informazioni: +39 0376 224832
E-Mail info: pal-mn@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.mantovaducale.beniculturali.it
Il Complesso Museale Palazzo Ducale Mantova presenta dall’ 8 ottobre 2016, negli spazi espositivi al piano terra del Castello di San Giorgio, una mostra dedicata a Albrecht Dürer (1471-1528) e ai suoi rapporti con l’arte italiana e in particolare con le incisioni di Mantegna che furono per il pittore tedesco un tramite indispensabile per accostarsi all’arte antica.
L’esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino all’8 gennaio 2017, è curata da Johannes Ramharter, storico dell’arte per anni conservatore al Kunsthistorisches Museum di Vienna, e da Peter Assmann, direttore di Palazzo Ducale.
‘‘Come sentirò freddo dopo il sole?’’ si chiese Albrecht Dürer nel 1507 tornando in Germania dopo un viaggio in Italia. Dürer fu a Venezia due volte, nel 1494 e nel 1506, ma non ci sono testimonianze documentate di ulteriori soggiorni nella nostra penisola. È tuttavia evidente, nelle tavole dei Trionfi commissionate dall’Imperatore Massimiliano I, che l’artista conosceva la serie di incisioni Il trionfo di Cesare di Mantegna. Così come è possibile immaginare che le numerose rappresentazioni dell’anatomia dei cavalli che Dürer realizzò dopo il secondo soggiorno italiano si ispirino ai grandi monumenti equestri di Venezia e Padova o agli studi di Leonardo per una scultura equestre a Milano.
Procedendo su una serie di confronti tra le incisioni di Dürer e quelle di artisti italiani che lo influenzarono o anche che lo ‘copiarono’ -come Vasari racconta -il percorso della mostra, diviso in cinque sezioni precedute da una introduzione didattica che spiega la tecnica dell’incisione rinascimentale, presenta circa 70 opere tra cui un nucleo di prestigiosi prestiti dall’Albertina e dal Kupferstichkabinett di Vienna, con cui la mostra è in collaborazione. Inoltre, è presente in mostra una scultura in bronzo di Leonardo Da Vinci raffigurante un cavallo e conservata al Szepmüveszeti Muzeum di Budapest.
Completa il percorso espositivo un nucleo di opere antiche della collezione del Palazzo Ducale che accompagnerà il visitatore mettendo in evidenza i debiti dell’arte rinascimentale - e di quella di Mantegna e Durer in particolare - nei confronti dell’antico.
Il percorso della mostra si snoda nelle sale del piano terra del Castello di San Giorgio, riaperte al pubblico per l’occasione, restaurate e adeguate agli standard museali internazionali dopo l’evento sismico del 2012.
L’esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino all’8 gennaio 2017, è curata da Johannes Ramharter, storico dell’arte per anni conservatore al Kunsthistorisches Museum di Vienna, e da Peter Assmann, direttore di Palazzo Ducale.
‘‘Come sentirò freddo dopo il sole?’’ si chiese Albrecht Dürer nel 1507 tornando in Germania dopo un viaggio in Italia. Dürer fu a Venezia due volte, nel 1494 e nel 1506, ma non ci sono testimonianze documentate di ulteriori soggiorni nella nostra penisola. È tuttavia evidente, nelle tavole dei Trionfi commissionate dall’Imperatore Massimiliano I, che l’artista conosceva la serie di incisioni Il trionfo di Cesare di Mantegna. Così come è possibile immaginare che le numerose rappresentazioni dell’anatomia dei cavalli che Dürer realizzò dopo il secondo soggiorno italiano si ispirino ai grandi monumenti equestri di Venezia e Padova o agli studi di Leonardo per una scultura equestre a Milano.
Procedendo su una serie di confronti tra le incisioni di Dürer e quelle di artisti italiani che lo influenzarono o anche che lo ‘copiarono’ -come Vasari racconta -il percorso della mostra, diviso in cinque sezioni precedute da una introduzione didattica che spiega la tecnica dell’incisione rinascimentale, presenta circa 70 opere tra cui un nucleo di prestigiosi prestiti dall’Albertina e dal Kupferstichkabinett di Vienna, con cui la mostra è in collaborazione. Inoltre, è presente in mostra una scultura in bronzo di Leonardo Da Vinci raffigurante un cavallo e conservata al Szepmüveszeti Muzeum di Budapest.
Completa il percorso espositivo un nucleo di opere antiche della collezione del Palazzo Ducale che accompagnerà il visitatore mettendo in evidenza i debiti dell’arte rinascimentale - e di quella di Mantegna e Durer in particolare - nei confronti dell’antico.
Il percorso della mostra si snoda nelle sale del piano terra del Castello di San Giorgio, riaperte al pubblico per l’occasione, restaurate e adeguate agli standard museali internazionali dopo l’evento sismico del 2012.
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