Bill Viola. The Raft
Dal 23 Novembre 2013 al 20 Febbraio 2014
Mantova
Luogo: Palazzo Te
Indirizzo: viale Te
Orari: lunedì 13-18; da martedì a domenica 9-18
Enti promotori:
- Assessorato alle Politiche Culturali e alla Promozione Turistica del Comune di Mantova
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 5
Telefono per informazioni: +39 0376 323266
E-Mail info: biglietteria.te@comune.mantova.gov.it
Sito ufficiale: http://www.palazzote.it
Toccherà a Bill Viola (New York, 1951), considerato il più grande video artista al mondo, firmare il secondo intervento del ciclo “La casa degli dei”, un progetto dell’Assessorato alle Politiche Culturali e alla Promozione Turistica del Comune di Mantova che vede protagonisti internazionali dell’arte contemporanea dialogare con gli spazi di Palazzo Te di Mantova.
Dopo l’installazione di Fabrizio Plessi realizzata nella Sala dei Giganti, che ha inaugurato il ciclo, l’artista americano occuperà dal 23 novembre 2013 al 20 febbraio 2014 le sale napoleoniche con l’opera dal titolo The Raft, un video della durata di circa 10 minuti che racconta, con un’inquadratura fissa e immagini rallentate, la caduta e la resistenza di un gruppo di 19 persone in abiti dei nostri giorni mentre vengono investite da un violento getto d’acqua.
Bill Viola, celebre per essere stato uno dei primi a fare uso del video inteso non solo come sperimentazione tecnologica ma contemplativa ed estetica, ha spesso e volentieri preso come fonte di ispirazione le iconografie della pittura rinascimentale italiana. Famose tavole e pale d’altari, come la Visitazione del Pontormo (The Greeting, 2002) o la Deposizione di Masolino (Emergence, 1995) sono diventate nelle sue mani veri e propri quadri in movimento. Tra queste opere spicca per dimensioni e drammaticità The Raft, realizzata nel 2004.
La parola raft, tradotta in italiano, significa variamente “zattera”, “gommone di salvataggio”, termini che suggeriscono una condizione di pericolo, di emergenza, che Viola interpreta riprendendo alcune scene dipinte da Giulio Romano nella sala dei Giganti, dove questi ultimi vengono trascinati a riva da violenti flussi di acqua, nel disperato tentativo di mettersi in salvo.
Il catalogo (bilingue italiano e inglese), edito da Publi Paolini, oltre all’introduzione curata da Marco Tonelli, assessore alla cultura del Comune di Mantova, conterrà un testo critico scritto per l’occasione da Valentina Valentini (la più autorevole esperta italiana dell’opera di Bill Viola) e una descrizione dell’opera fatta dallo stesso artista, accompagnata dalle sue annotazioni, schizzi e disegni preparatori.
Bill Viola
The Raft, maggio 2004
In quest'installazione video/sonora, un gruppo di diciannove personaggi, uomini e donne appartenenti a differenti etnie e ambienti sociali, viene improvvisamente colpito da forti getti d’acqua provenienti da entrambi i lati dell’inquadratura, talmente violenti che alcuni personaggi cadono per terra immediatamente, mentre altri riescono a stento a restare in piedi. Improvvisamente com'era arrivata, l'acqua si ferma, lasciando gli individui attoniti e increduli, alcuni sollevati, altri agonizzanti.
L’azione è stata registrata da vivo ad alta velocità, ma si svolge al rallentatore per una durata di circa 10 minuti. Lo scopo di questo escamotage tecnico è di evidenziare le sottili sfumature di luce e colore nell’impatto esplosivo dell’acqua nonché le espressioni e i gesti individuali dei personaggi.
Cenni biografici
Bill Viola (New York, 1951), artista multimediale di fama internazionale, è stato uno dei precursori del video inteso come forma vitale di arte contemporanea. Da quarant'anni crea installazioni video architettoniche, filmati video, ambientazioni sonore, performance di musica elettronica, rappresentazioni video su schermi piatti, video per trasmissioni televisive, per concerti musicali, per opere teatrali e spazi sacri. I suoi videotape a canale unico sono stati ampiamente diffusi su DVD e i suoi scritti sono stati largamente pubblicati e tradotti per il pubblico internazionale.
Le creazioni video di Bill Viola utilizzano in modo magistrale le sofisticate tecnologie multimediali per addentrarsi nell'esplorazione degli aspetti spirituali e percettivi dell'esperienza umana, ponendo l'attenzione sui temi universali del genere umano: la nascita, la morte, la scoperta della consapevolezza del sé pongono le radici sia nell'arte orientale che in quella occidentale, nonché nelle tradizioni spirituali del Buddismo Zen, del Sufismo Islamico e del misticismo cristiano.
Le sue opere sono esposte nei musei e nelle gallerie di tutto il mondo e fanno parte di numerose collezioni famose. Le sue esposizioni più importanti includono Bill Viola: Installations and Videotapes, al MOMA di New York, 1987; Unseen Images, esibizione organizzata dalla Kunsthalle di Düsseldorf, 1992; Buried Secrets al padiglione americano della 46° Biennale di Venezia, 1995; e Bill Viola: A 25-Year Survey, organizzata nel 1997 dal Whitney Museum of American Art. Nel 2003 il J. Paul Getty Museum di Los Angeles ha organizzato Bill Viola: The Passions; nel 2006 Bill Viola: Hatsu-Yume (primo sogno) ha attirato 340 mila visitatori al Mori Art Museum di Tokyo e nel 2008 il Palazzo delle Esposizioni di Roma ha presentato Bill Viola: Visioni Interiori. Nel 2010, due opere della serie “Tristan” sono state presentate nell'Aula Magna dell'Università di Bologna, e nella Tribuna del David della Galleria dell'Accademia di Firenze è stata presentata l'installazione video Emergence.
Dopo aver conseguito la laurea alla Syracuse University nel 1973, Viola ha studiato e lavorato con il compositore David Tudor, sperimentando la musica e la scultura sonica. I suoi progetti di musica includono: il video/film Déserts, creato nel 1994 per accompagnare la composizione musicale Déserts di Edgard Varèse; una suite di tre nuove rappresentazioni video per il tour mondiale “Fragilità” del gruppo rock Nine Inch Nails nel 2000; la creazione di un video di quattro ore per la produzione di Peter Sellars del Tristano e Isotta di Richard Wagner nel 2005. Dal 1974 al 1976, è stato direttore tecnico di produzione a Firenze dello studio di videoarte Art/Tapes/22, collaborando con artisti europei e americani (G. Paolini, M. Merz, J. Kounellis, V. Acconci). Con un lungo soggiorno in Giappone (1980-81, nell'ambito della Japan/US creative arts fellowship) ha approfondito lo studio delle tecnologie avanzate del video e i suoi interessi per le filosofie orientali studiando con Daien Tanaka, pittore monaco zen.
Viola ha ricevuto molti riconoscimenti e premi, incluso un John D. e Catherine T. MacArthur Foundation Fellowship e l'Eugene McDermott Award in the Arts, MIT. È stato nominato membro dell'American Academy of Arts and Sciences, riconosciuto Commendatore dell'Ordine delle Lettere e delle Arti dal Governo Francese e più recentemente gli è stato conferito il 21° Premio Internazionale di Catalogna dal Governo di Catalogna. Vive insieme alla moglie Kira Perov, sua collaboratrice storica, a Long Beach, California.
Dopo l’installazione di Fabrizio Plessi realizzata nella Sala dei Giganti, che ha inaugurato il ciclo, l’artista americano occuperà dal 23 novembre 2013 al 20 febbraio 2014 le sale napoleoniche con l’opera dal titolo The Raft, un video della durata di circa 10 minuti che racconta, con un’inquadratura fissa e immagini rallentate, la caduta e la resistenza di un gruppo di 19 persone in abiti dei nostri giorni mentre vengono investite da un violento getto d’acqua.
Bill Viola, celebre per essere stato uno dei primi a fare uso del video inteso non solo come sperimentazione tecnologica ma contemplativa ed estetica, ha spesso e volentieri preso come fonte di ispirazione le iconografie della pittura rinascimentale italiana. Famose tavole e pale d’altari, come la Visitazione del Pontormo (The Greeting, 2002) o la Deposizione di Masolino (Emergence, 1995) sono diventate nelle sue mani veri e propri quadri in movimento. Tra queste opere spicca per dimensioni e drammaticità The Raft, realizzata nel 2004.
La parola raft, tradotta in italiano, significa variamente “zattera”, “gommone di salvataggio”, termini che suggeriscono una condizione di pericolo, di emergenza, che Viola interpreta riprendendo alcune scene dipinte da Giulio Romano nella sala dei Giganti, dove questi ultimi vengono trascinati a riva da violenti flussi di acqua, nel disperato tentativo di mettersi in salvo.
Il catalogo (bilingue italiano e inglese), edito da Publi Paolini, oltre all’introduzione curata da Marco Tonelli, assessore alla cultura del Comune di Mantova, conterrà un testo critico scritto per l’occasione da Valentina Valentini (la più autorevole esperta italiana dell’opera di Bill Viola) e una descrizione dell’opera fatta dallo stesso artista, accompagnata dalle sue annotazioni, schizzi e disegni preparatori.
Bill Viola
The Raft, maggio 2004
In quest'installazione video/sonora, un gruppo di diciannove personaggi, uomini e donne appartenenti a differenti etnie e ambienti sociali, viene improvvisamente colpito da forti getti d’acqua provenienti da entrambi i lati dell’inquadratura, talmente violenti che alcuni personaggi cadono per terra immediatamente, mentre altri riescono a stento a restare in piedi. Improvvisamente com'era arrivata, l'acqua si ferma, lasciando gli individui attoniti e increduli, alcuni sollevati, altri agonizzanti.
L’azione è stata registrata da vivo ad alta velocità, ma si svolge al rallentatore per una durata di circa 10 minuti. Lo scopo di questo escamotage tecnico è di evidenziare le sottili sfumature di luce e colore nell’impatto esplosivo dell’acqua nonché le espressioni e i gesti individuali dei personaggi.
Cenni biografici
Bill Viola (New York, 1951), artista multimediale di fama internazionale, è stato uno dei precursori del video inteso come forma vitale di arte contemporanea. Da quarant'anni crea installazioni video architettoniche, filmati video, ambientazioni sonore, performance di musica elettronica, rappresentazioni video su schermi piatti, video per trasmissioni televisive, per concerti musicali, per opere teatrali e spazi sacri. I suoi videotape a canale unico sono stati ampiamente diffusi su DVD e i suoi scritti sono stati largamente pubblicati e tradotti per il pubblico internazionale.
Le creazioni video di Bill Viola utilizzano in modo magistrale le sofisticate tecnologie multimediali per addentrarsi nell'esplorazione degli aspetti spirituali e percettivi dell'esperienza umana, ponendo l'attenzione sui temi universali del genere umano: la nascita, la morte, la scoperta della consapevolezza del sé pongono le radici sia nell'arte orientale che in quella occidentale, nonché nelle tradizioni spirituali del Buddismo Zen, del Sufismo Islamico e del misticismo cristiano.
Le sue opere sono esposte nei musei e nelle gallerie di tutto il mondo e fanno parte di numerose collezioni famose. Le sue esposizioni più importanti includono Bill Viola: Installations and Videotapes, al MOMA di New York, 1987; Unseen Images, esibizione organizzata dalla Kunsthalle di Düsseldorf, 1992; Buried Secrets al padiglione americano della 46° Biennale di Venezia, 1995; e Bill Viola: A 25-Year Survey, organizzata nel 1997 dal Whitney Museum of American Art. Nel 2003 il J. Paul Getty Museum di Los Angeles ha organizzato Bill Viola: The Passions; nel 2006 Bill Viola: Hatsu-Yume (primo sogno) ha attirato 340 mila visitatori al Mori Art Museum di Tokyo e nel 2008 il Palazzo delle Esposizioni di Roma ha presentato Bill Viola: Visioni Interiori. Nel 2010, due opere della serie “Tristan” sono state presentate nell'Aula Magna dell'Università di Bologna, e nella Tribuna del David della Galleria dell'Accademia di Firenze è stata presentata l'installazione video Emergence.
Dopo aver conseguito la laurea alla Syracuse University nel 1973, Viola ha studiato e lavorato con il compositore David Tudor, sperimentando la musica e la scultura sonica. I suoi progetti di musica includono: il video/film Déserts, creato nel 1994 per accompagnare la composizione musicale Déserts di Edgard Varèse; una suite di tre nuove rappresentazioni video per il tour mondiale “Fragilità” del gruppo rock Nine Inch Nails nel 2000; la creazione di un video di quattro ore per la produzione di Peter Sellars del Tristano e Isotta di Richard Wagner nel 2005. Dal 1974 al 1976, è stato direttore tecnico di produzione a Firenze dello studio di videoarte Art/Tapes/22, collaborando con artisti europei e americani (G. Paolini, M. Merz, J. Kounellis, V. Acconci). Con un lungo soggiorno in Giappone (1980-81, nell'ambito della Japan/US creative arts fellowship) ha approfondito lo studio delle tecnologie avanzate del video e i suoi interessi per le filosofie orientali studiando con Daien Tanaka, pittore monaco zen.
Viola ha ricevuto molti riconoscimenti e premi, incluso un John D. e Catherine T. MacArthur Foundation Fellowship e l'Eugene McDermott Award in the Arts, MIT. È stato nominato membro dell'American Academy of Arts and Sciences, riconosciuto Commendatore dell'Ordine delle Lettere e delle Arti dal Governo Francese e più recentemente gli è stato conferito il 21° Premio Internazionale di Catalogna dal Governo di Catalogna. Vive insieme alla moglie Kira Perov, sua collaboratrice storica, a Long Beach, California.
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