Cucire il tempo. L’arte come tessitura del quotidiano
Dal 07 Settembre 2021 al 28 Novembre 2021
Mantova
Luogo: Pescherie di Giulio Romano
Indirizzo: Via Pescheria 20
Orari: venerdì 16.00 – 20.00; sabato e domenica 10.00 – 12.30 | 16.00 – 20.00 oppure su appuntamento. Aperture straordinarie dal 8 al 12 settembre in occasione di Festivaletteratura: mercoledì, giovedì e venerdì anche nel pomeriggio dalle 16.00 alle 20.00
Curatori: Stefano Baia Curioni e Melina Mulas
Enti promotori:
- Comune di Mantova
- Fondazione Palazzo Te
- Museo Civico di Palazzo Te
- Fondazione Pescherie Giulio Romano
Prolungata: fino al 28 novembre 2021
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: segreteria@fondazionepalazzote.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionepalazzote.it
Maria Lai
Al tema dell’arte come tessitura del quotidiano è dedicato il progetto espositivo Cucire il tempo,curato da Stefano Baia Curioni e Melina Mulas, che inaugura le Pescherie di Giulio Romano a Mantova come spazio espositivo, dopo i recenti interventi di restauro che hanno restituito alla città il prezioso monumento del Maestro manierista. A partire da una riflessione sul lavoro di Maria Lai, la mostra raccoglie e presenta al pubblico la ricerca di sei artiste italiane: Sonia Costantini e Maria Lai (7 – 26 settembre 2021), Marta Allegri e Irene Lanza (28 settembre – 17 ottobre 2021), Rosanna Bianchi Piccoli e Antonella Zazzera (19 ottobre – 7 novembre 2021).
“Nell’anno dedicato a Venere e alla possibilità di una rinascita – racconta Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione Palazzo Te – abbiamo sentito l’importanza di una mostra dedicata a una particolare qualità del fare arte: quella di raccogliere i fili della gioia e del dolore assieme per tessere il presente in modo umano e generoso. Le artiste scelte hanno questo in comune: capacità di vedere e di farci vedere i doni del presente”.
La rassegna Cucire il tempo – promossa dal Comune di Mantova, Fondazione Palazzo Te e Fondazione le Pescherie di Giulio Romano, in collaborazione con Archivio Maria Lai e Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, con il contributo PIC | Regione Lombardia e con il progetto grafico di Corraini Edizioni – nasce da una intuizione di Melina Mulas: “Ho avuto la fortuna di conoscere alcune artiste, le ho incontrate perché le ho cercate, attratta dalla dimensione spirituale della loro ricerca, nel loro fare. Ognuna, in modo diverso, trasforma e alchimizza i temi e il tempo della propria vita, come fossero tessitrici”.
Tessitura, nido, infanzia, ascolto, fiaba, narrazione, silenzio e radici sono dunque solo alcune delle parole d’accesso per la comprensione del lavoro di queste artiste, focalizzato sulla connessione sottile di captare nel creare, di portare in materia: più che guardare per capire, l’osservazione richiede un certo tipo di ascolto.
La prima tappa del progetto, dal 7 al 26 settembre 2021, ospita i monocromi inediti D5 bianco e AA19-15 blu J.S.B. della pittrice mantovana Sonia Costantini in dialogo con una selezione di opere di Maria Lai degli anni Novanta, periodo in cui torna a vivere in Sardegna dopo il lungo soggiorno a Roma, continuando a sperimentare materiali tradizionali e nuovi e a creare telai, libri e lenzuoli, tra cui quello esposto a Mantova insieme alla serie Telaio di guerra per la prima volta presentata al pubblico.
Accanto a queste opere, la mostra presenta il video del regista Tonino Casula che documenta la straordinaria azione relazionale sul territorio Legarsi alla montagna, realizzata da Maria Lai nel 1981 a Ulassai con gli abitanti del paese che hanno legato con un nastro azzurro le case tra loro e poi al monte sovrastante, simbolo di armonia fra uomo, natura e arte.
In occasione della rassegna, è in programma una conferenza di approfondimento sull’opera di Maria Lai con Elena Pontiggia e Maria Sofia Pisu Lai che si terrà martedì 7 settembre alle ore 18.00 allo Spazio Te di Palazzo Te (prenotazione alla mail spaziote@fondazionepalazzote.it).
“Le sei artiste presentate nel percorso espositivo tessono sia la gioia che il dolore – spiega Melina Mulas che le ha registrate e ritratte con la fotografia – rammendano ferite che generano bellezza, la guarigione e la gratitudine sono l’ordito della loro arte; più intessono e più aprono alla dimensione di libertà che unisce, con un filo, tutte le donne in un’antica sorellanza. Con alcune di loro è nata una spontanea e profonda amicizia. C’è un aspetto, un ingrediente fertilizzante, nel lavoro di queste artiste, che è quasi impossibile esprimere a parole: l’umiltà, nel senso di humilis, dalla terra”.
Dopo il dialogo tra Maria Lai e l’essenza del colore puro che Sonia Costantini sa trasmettere su tela, altri due momenti espositivi esplorano il tema del fare arte che “accoglie, cuce e riordina l’amore profondo per le proprie origini”: dal 28 settembre al 17 ottobre le trame di architettura dismesse di Marta Allegri e i ferri trasportati dal mare di Irene Lanza; e dal 19 ottobre al 7 novembre 2021 i misteri dei ricami dei bisquit di porcellana di Rosanna Bianchi Piccoli e i fili di rame stratificati di Antonella Zazzera.
Il filo che attraversa il lavoro sapiente e paziente di queste artiste, lo stesso filo che collega il visibile con l’invisibile, viene espresso nelle parole di Mariangela Gualtieri, presente in mostra con una poesia: “Questo abbiamo fatto / acciaio e carta. Tessiture di fili e di sostanze. /E questo siamo. Ultimo abbozzo / prima dell’umano”.
Il Rinascimento Culturale delle Pescherie di Giulio Romano
Per lungo tempo le Pescherie Giulio Romano – l’unico edificio italiano a conservare ancora nella facciata le tecniche originali del grande architetto rinascimentale – hanno versato in stato di abbandono. Il monumento, oltre che un bene culturale di grandissimo valore, è anche un punto strategico di accesso pedonale al centro storico e uno snodo cruciale dei percorsi turistici cittadini, e aveva dunque bisogno di un significativo intervento di restauro. Per realizzarlo, è nata la Fondazione delle Pescherie di Giulio Romano, costituita dall’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e da un gruppo di privati cittadini per scongiurare il rischio di vendita ai privati dell’edificio. La Fondazione ha ottenuto la concessione dell’edificio per trenta anni, con l’obiettivo di recuperare il bene per utilizzarlo a fini pubblici, trasformando le Pescherie in un luogo di dialogo tra le culture e di scoperta del patrimonio storico e artistico del territorio di Mantova e Sabbioneta.
La Fondazione porta avanti tutte le iniziative e i progetti grazie al contributo fondamentale dei suoi volontari e di un gruppo di imprenditori illuminati del territorio, convinti che la cultura possa essere produttiva e che fare sistema tra le piccole e medie imprese possa rendere il patrimonio culturale e monumentale diffuso in tutta Italia una rete di luoghi che creano valore e lavoro. Questo progetto di recupero a tutto tondo – non solo del monumento nel suo valore artistico, ma anche nel suo ruolo sociale ed economico – è guidato da valori precisi: collaborazione tra privato e pubblico, rispetto del patrimonio artistico, volontà di investire nella cultura come canale di sviluppo e di arricchimento collettivo. Valori che potranno rendere quello delle Pescherie un modello di Rinascimento Culturale, sostenibile e replicabile.
“Poter ospitare questa mostra all’interno delle Pescherie per celebrare insieme a Palazzo Te il mito di Venere dona un senso a questo impegnativo restauro – racconta Maria Elena Levoni, vicepresidente della Fondazione le Pescherie di Giulio Romano –. Le Pescherie ritornano ad essere un luogo di incontro e un cuore pulsante della città, in cui trame si intrecciano delineando nuovi orizzonti”.
In contemporanea alla mostra, da mercoledì 8 a domenica 12 settembre, torna per la diciassettesima edizione Arte sull’acqua, l’evento di arte contemporanea sul Rio curata dall’associazione Non Capovolgere Arte Contemporanea, che da sempre sostiene le Pescherie. Protagoniste saranno le installazioni di Lorella Salvagni e Antonella De Nisco, che ogni sera, dalle 21 alle 23, dialogheranno con la musica di Elena Terragnoli. L’evento è presentato dal testo critico di Donata Negrini; l’organizzazione e l’allestimento sono a cura di Ambra Alario.
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