Andrea Markò. Alpe di Luni

Valdo Spini ed Eike Schmidt con l'opera di Andrea Markò, Veduta del Monte Forato, 1871 ca. Olio su tela, 121x116 cm.

 

Dal 30 Giugno 2023 al 23 Ottobre 2023

Fivizzano | Massa-Carrara

Luogo: Museo d’Arte Sacra di San Giovanni degli Agostiniani

Indirizzo: Via Umberto I, 29

Curatori: Elena Marconi e Claudio Casini

Sito ufficiale: http://www.uffizi.it


A Fivizzano in alta Toscana arriva, in prestito dalla Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pittiun capolavoro della pittura dell’Ottocento: la Veduta del Monte Forato, del pre-macchiaiolo Andrea Markò.
La mostra si svolge dal 30 giugno al 23 ottobre 2023, nel Museo d’Arte Sacra di San Giovanni degli Agostiniani. Organizzata nell’ambito degli Uffizi Diffusi e curata da Elena Marconi e Claudio Casini, si intitola Alpe di Luni, con un suggestivo riferimento letterario:  così infatti Gabriele d’Annunzio chiama le Apuane carraresi, nella sua raccolta di liriche Alcyone.
 
La Veduta dal Monte Forato di Andrea Markò fu donata nel 1913 alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti dal pittore anglo-fiorentino Robert William Stranger. Sin dai tempi antichi questa montagna non aveva mancato di attirare l’attenzione. 
Lo squarcio del monte non solo incornicia il verde profondo delle colline toscane, ma, a cavallo del solstizio d’estate, per pochissimi giorni, si fa quadro di fenomeni mozzafiato. Osservando dal lato della Versilia il momento dell’alba, si ha l’impressione che il sole, sorgendo dentro il foro e riapparendo poi sopra l’arco, nasca due volte; in maniera complementare, dalla Garfagnana, si può scorgere quello che viene definito un ‘doppio tramonto’.
Proprio per questa caratteristica, oltre a rivestire un forte interesse estetico per gli artisti di tutta Europa, il monte fu inserito anche nell’itinerario della Via Francigena e in quello del Volto Santo.

András, italianizzato in Andrea Markò, giunge a Firenze per raggiungere il padre Carlo, di origine ungherese, che viaggiava per il Grand Tour. I Markò erano una famiglia di pittori: oltre a lui ed al padre dipingeva anche il fratello, Carlo Junior. Nel 1854, insieme a Serafino De Tivoli, i fratelli Markò danno vita alla cosiddetta “Scuola di Staggia”, dal nome della località nel Chianti senese, cenacolo pittorico che presagisce l’esperienza della “macchia”, nella vocazione a dipingere en plein air, sebbene le loro opere siano connotate da una sensibilità ancora intrisa di letteratura romantica, come indicano le ambientazioni medievaleggianti con torri e castelli in rovina. 
 
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt: “È una fortunata coincidenza che a Palazzo Pitti si conservi una rara veduta ottocentesca del Monte Forato, del grande pittore Markò: attraverso il dipinto possiamo bene immaginarci lo stupore e l’attenzione con cui lo ammirò questo turista d’altri tempi, che armato di cavalletto e pennelli scalò difficili sentieri per poterne fissare sulla tela la bellezza miracolosa. Il risultato è frutto di una profonda, stupefatta osservazione, che rivela attraverso i colori ogni frammento di roccia, ogni cespuglio, e soprattutto l’incanto del posto. Così, in questa tela, si trasfigura lo spettacolo che oggi viene regolarmente immortalato, con telecamere e telefonini, dai moltissimi escursionisti e amanti del trekking che sempre, e con ragione, scelgono di raggiungere questa magica meta”.
 
Il sindaco di Fivizzano Gian Luigi Giannetti“La magnifica opera “Monte Forato” di Andrea Markò, esprime pienamente il concetto di “genius loci” del territorio apuano rappresentato attraverso l’arte. Oggi più che mai abbiamo il desiderio, ma anche il dovere, di far conoscere, recuperare e consolidare l’autentica dignità, bellezza e prestigio che l’ arte ha avuto e avrà nella storia dell’umanità. E la valorizzazione del territorio attraverso il progetto degli Uffizi Diffusi si presenta infatti come un efficace modello di fruizione delle collezioni delle Gallerie, le quali, operando in sinergia con i musei periferici già presenti sul territorio mirano a favorire un turismo più sostenibile in grado di avvicinare l’arte ai territori”.
 
 

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